Rivedere insieme Wall-e, indimenticabile film d’animazione Pixar, potrebbe essere un ottimo modo per introdurre l’argomento dell’Emergenza ambientale con grandi e piccini durante le imminenti feste di Natale.
Un gran bell’apriscatole (e per scatole mi riferisco alla scatola cranica 😉 ), perché offre diversi piani di lettura…
Unica pecca, è ambientato 700 anni nel futuro, un salto temporale più breve avrebbe giovato, dato che ancora poche persone hanno capito che la questione va dibattuta e risolta adesso, perché stiamo inquinando irrimediabilmente aria, acqua, tutta la catena alimentare…
Siamo quasi al punto di non ritorno. Almeno fintanto che non smettono di investire in armi e iniziano a investire in sistemi per pulire il pianeta…
E non si tratta più di “preservare le generazioni future”, non si tratta più di “aiutare il Sud del Mondo” (anche se questa noncuranza mi sembra comunque agghiacciante!), ma la crisi è già qui, è già in atto, e ci coinvolge tutti…
Non per niente la nostra Italia, detiene il triste primato della nazione più inquinata d’Europa.
La Pianura Padana, ormai da tempo camera a gas d’Europa, miete migliaia di vittime (1° posto per morti premature dovute a biossido di azoto e ozono, e 2° per vittime da polveri sottili – dati Aea), anche se nessuno ha interesse a divulgarlo.
Ad ogni modo, nel film di Wall-e, ci troviamo 700 anni nel futuro. Ecco il Trailer…
Il Pianeta Terra è disabitato, non ci sono più piante, non ci sono più animali, è tutto un’immensa devastante discarica dove un robot che soffre di malinconia, Wall-e appunto, è incaricato di raccogliere immondizia e compattarla.
Wall-e ha l’abitudine di collezionare oggetti bizzarri pescati tra i rifiuti, anche per sentirsi meno solo fintanto che sulla Terra arriva una robot di nuova generazione a cercare tracce di vita.
Nel frattempo l’uomo – causa di tale sfacelo – se n’è andato da un bel pezzo, abbandonando la Terra al suo destino…
E così le successive generazioni di esseri umani fluttuano in gigantesca astronavi completamente ignari della loro storia, delle loro responsabilità e di quanto abbiano perso.
Assoggettati alle loro comodità, tenuti in vita come animaletti domestici, nell’attesa di poter ritrovare una casa, non si rendono conto di essere stati privati della loro libertà.
E così l’avventura di Wall-e ha inizio…
Romantico, delicato, ma allo stesso tempo brutale nel descrivere questo essere umano transumano spiaggiato tra comodi pulsanti, Wall-e è un film che insegna molto.
Un grido di allarme che, alla luce del collasso ambientale, delle isole galleggianti di plastica, dei metalli pesanti fuori controllo, dell’estinzione di oltre il 60% delle specie animali, invita a rispettare la nostra casa prima che sia tardi.
Perché nonostante quanto descritto nei romanzi o nei film di fantascienza, o nonostante i visionari progetti di Elon Musk per colonizzare Marte, al momento – come ci ricordano gli ambientalisti – “there is no Planet B – Non esiste un Pianeta B”.
E anche se esistesse un Pianeta B – e nella remota ipotesi che noi esseri comuni fossimo invitati (e non lasciati come Wall-e in mezzo ai rifiuti insieme a tutti gli altri profughi del clima) – davvero vogliamo essere corresponsabili di ecocidio?
Davvero vogliamo avere sulla coscienza il nostro Pianeta, Madre Terra Gaia, la Pachamama e tutte le sue forme di vita?
Io non ne sarei particolarmente orgogliosa… 🙁
E tu?
Fortunatamente c’è ancora molto che possiamo fare, anche a livello individuale, per mitigare la situazione.
Basta aprire la testa. E il cuore.
🙂
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