Cosa posso dirti di Las Vegas?
Girare per Vegas è divertente, come quando si decide di mettere da parte pensieri, giudizi e pregiudizi e di andare in visita a un parco giochi…
Girare per Vegas è istruttivo, come quando si visita uno zoo per vedere nuove specie animali e vegetali, ma non è una gita “cruelty free” (uno zoo non lo è mai, per questo evito di andarci), dato che nella gabbia del consumismo ci sono degli esseri umani. Esseri umani storditi dal frastuono costante, obnubilati da led multicolori, tendenzialmente smaniosi di status symbol e di vivere l’ebbrezza del momento.
Girare per Vegas è ammonitivo, come quando ti trovi a passeggiare in una zona che ti manda delle vibrazioni strane, preoccupanti, e ti viene la pelle d’oca e quel gorgoglio nella pancia e non sai neanche perché… Percepisci un pericolo. Come chi cammina sull’orlo di un Canyon per l’ebbrezza di scattare una foto che eternizzi l’attimo. Ma a che costo?
Il rumore costante, le lucine, i monitor ovunque…
Las Vegas è un grande Centro Commerciale…
Più che le slot onnipresenti, quello che mi ha colpito di Las Vegas è stata la sensazione di non essere mai uscita dall’ereoporto: Vegas è un grande centro commerciale che offre mercanzia piena di strass e tanto cibo dall’aspetto malsano con un odore di salse speziate a coprirne la mancanza di vitalità.
Non mi riferisco al junk food, ma alle insalate asfittiche, ai pomodori senza sapore, alle arance giallognole. All’aglio e alla cipolla onnipresenti (cibi antispirituali per antonomasia, dicono...)
Il cibo illuminato da questo sole artificiale è triste.
E non ha profumo.
Ma quasi nessuno sembra accorgersene, anche se probabilmente una atavica ricerca di nutrienti costringe e mangiarne (inutilmente) a tonnellate, carne in primis…
Cosa ci fa una Downshifter a Las Vegas?
E’ una lunga storia, e anche una storia a lieto finale, perché nonostante le mie ritrosie iniziali sono molto contenta di esserci andata (e ancora di più di essere tornata! 😉 )
Ho conosciuto una realtà che mi ha permesso di capire molto di questo meraviglioso pazzo, malandato mondo!
La Strip – Las Vegas Blvd, la via principale di Las Vegas – è lunga 7 chilometri, ed è piena di Hotel-Casinò che sono in buona sostanza grandi parchi giochi a tema collegati tra di loro che rappresentano l’apoteosi del consumismo sfrenato.
Un mondo che non a caso è una “copia in miniatura” di quello vero. E questo dovrebbe rassicurare noi Europei che possediamo gli originali. O no? O è solo la dimostrazione che ci stiamo inviluppando in un mare di apparenza che non ha più niente di genuino?
La Strip di Las Vegas: una copia poco convincente…
Come l’immenso Hotel “The Venetian“, che possiede una ricostruzione del Canal Grande e di Piazza San Marco con tanto di cielo stellato al tramonto (!) 😯 (Hai presente il film “The Truman Show”?)… Con frotte di turisti che aspettano di essere traghettate sulle gondole da suggestivi Gondolieri-Caronte che non curanti della geografia cantano con voce baritonale “O Sole mio” come se Napoli e Venezia fossero la stessa cosa…
Come il “Ceasar Palace” con tanto di statue “pseudo-romane” e di Colosseo (anche se c’è una onnipresente sensazione di plastica che lo rende davvero piccolo e ridicolo agli occhi di una “Romana de Roma!” come me)…
Come il “Bellagio“, con le sue maestose fontane e i giochi d’acqua che tenta di imitare le ville neoclassiche sul Lago di Como…
Come l’Hotel “Excalibur“, con la forma di un castello di Re Artù che – anche grazie ai pinnacoli rosa e celesti – sembra uscito da un gioco Lego di plastica, e neanche dei più riusciti… Peccato, mi aspettavo almeno l’incontro con qualche emozionante cavaliere medievale, ma lui, il sedicente cavaliere sembrava uno stripper, e la dama di turno aveva una minigonna di tulle che mi ha ricatapultata velocemente negli anni ’80. (E’ definitivo, gli Americani ne sanno ben poco di storia).
Las Vegas: altre copie esotiche…
E ci sono anche ambientazioni più esotiche…
Come l’Hotel “Luxor” con Piramide, Obelisco e Sfinge, permeato da quest’aria di decadenza museale (non so te, ma personalmente le reliquie egiziane mi hanno sempre messo un po’ a disagio), e in aggiunta con tanti profanatori di tombe che si aggirano ignari di qualche maledizione incipiente…
Come l’Hotel “Mirage” che promette ai suoi ospiti la visione di 2 Tigri bianche e la possibilità di fare il bagno in piscina con i delfini. Immagina che aberrazione: tigri bianche e delfini strapiantati nel mezzo del deserto del Nevada per far divertire i turisti! Ma i gestori giurano con rassicuranti cartelli che si tratta di un progetto per proteggere l’ambiente e diffondere la consapevolezza ecologica. Alla faccia del Greenwashing!
A proposito di Presidenti…
C’é anche l’inquietante torre d’oro del “Trump International Hotel“, 190 metri, il grattacielo residenziale più alto della “Sin City – la Città del Peccato” che con la sua ombra sinistra, culminata con l’elezione di cotanto Presidente, mi ha catapultata in un cartone animato dei Simpson (ma tra bionde platinate chirurgicamente modificate che urlavano “Trump, Trump!” e uomini che indossavano pin giganti tricolori su tronfi tripli-petti ormonati da cibo dopato, pare che io – in veste di Downshifter a Las Vegas – fossi una delle poche a percepirlo…)
Pepe Mujica – tanto per citare un Ex Presidente alternativo che sarebbe tanto servito all’America, e una cultura che il nuovo “muro di Berlino”, pardon del Messico, intende tagliare fuori in toto – in visita a Roma ha detto recentemente:
“Viviamo in un mondo nel quale si crede che colui che trionfa debba possedere tanto denaro, avere privilegi, una casa grande, maggiordomi, tanti servitori, vacanze extralusso.
Mentre io penso che questo modello vincente sia solo un modo idiota di complicarsi la vita. Penso che chi passa la sua vita a accumulare ricchezza sia malato come un tossicodipendente, andrebbe curato“.
Bene, ancora una volta sono piuttosto d’accordo con Pepe.
Il Consumismo è una dipendenza, a Las Vegas come in tutto il mondo!
Tra plastica, acciaio, inquinamento elettromagnetico costante, una sorta di frenesia energetica che permette a chi sta a Vegas di non essere mai stanco (davvero, nonostante il Jet Leg e gli impegni che la nostra visita comportava, anche noi sentivamo la necessità di dormire pochissimo!) questo stile di vita rischia di entrarti nel sangue come una droga, annullando i ritmi circadiani, separandoti dalla vita naturale, alienandoti dai valori primigeni che rendono una esistenza degna di essere vissuta.
Come per tutte le dipendenze, dopo un po’ si finisce per perdere il senso della misura.
Come in tutte le dipendenza, dopo un po’… Si diventa schiavi.
La più grande lacuna in Las Vegas…
Ad ogni modo non credo che ci sia tanta differenza tra le vie principali turistiche di Las Vegas, New York, Reno, Roma, Parigi…
E non voglio giudicare nessuno, non riuscendo più di tanto a capire cosa spinga le persone a sperperare i guadagni di una vita qui, tra scommesse, Show, negozi di lusso, nel mezzo del nulla. So solo che nonostante la meravigliosa cinta di montagne rocciose che circonda Vegas, ho percepito una terribile mancanza, una grande assente, un vuoto latente più profondo della Death Valley: Madre Natura.
Le gite alle Red Rock Mountains e al Grand Canyon sono state per me liberatorie. Imprescindibili. Delle vere boccate di ossigeno. Anche se sarebbero posti da visitare con calma, con una bel paio di scarpe da trekking e la possibilità di dormire sul posto con un bel mini van attrezzato…
Dopo l’esperienza nella “Sin City”, un soggiorno disintossicante nei boschi, uno “Shinrin-yoku” (bagno di foresta prescritto dai Medici orientali più illuminati) potrebbe aiutare per allentare l’adrenalina.
Per ritrovare il senso del reale. Per riappropriarsi della spiritualità, del sacro, dell’Anima Selvaggia, della creatività non mercificabile, del ciclo vita-morte-vita.
Ma un bosco senza wi-fi e senza negozio di souvenir, altrimenti… è un cavolo e tutt’uno! 😉
Las Vegas è la città degli Spettacoli…
La cosa che mi ha colpito in Vegas è stata la prevalenza dello Show Business, dei Congressi e delle Fiere. Mentre c’eravamo noi c’è stata anche la “Rock and Roll Las Vegas Marathon” con oltre 9.000 partecipanti…
Sì, perché le scommesse rappresentano solo il 30% degli introiti, la maggior parte del denaro deriva dagli Hotel, dal cibo (che tra l’altro – considerando la qualità – costa sproporzionatamente un botto!), e dagli Show.
Di Show ce n’è per tutti i gusti, dagli Illusionisti ai Ventriloqui, dai Cantanti ai Comici, dagli Acrobati ai Ballerini, dagli Imitatori alle Cover Band, etc… Siamo stati invitati a partecipare a ben due Show, al Bally’s, che ci hanno fatto rendere conto di quanto questo tipo di spettacoli facciano parte della vita quotidiana (tant’è che gli Americani vanno agli Show così come andrebbero vestiti in spiaggia… 😛 )
Divertimento, passatempi, una necessità endemica di dimenticare e distrarsi, dunque.
Estraniarsi dalla propria stessa vita.
Perché?
Las Vegas è anche assenza…
Ogni tanto li vedi, i sosia delle star, che passano la giornata in strada per farsi le foto a pagamento con i turisti, qualche musicista che suona per la via, i veterani di guerra (quale guerra? Alcuni sono giovanissimi!), i vagabondi…
Qualcuno con lo sguardo totalmente perduto, che cammina barcollante per Las Vegas Boulevard con una bottiglia in mano, che ti passa accanto senza neanche vederti. E nessuno lo vede.
Anche questa è Las Vegas.
Anche da noi abbiamo molti “bimbi sperduti” per le strade, ma chissà perché a Vegas viene più facile pensare che si siano rovinati al gioco, bruciandoci alla luce di tutte quelle lampadine…
Las Vegas città dei contrasti…
Non c’è luce senza ombra, non c’è ombra senza luce.
In due giorni su Las Vegas Blvd siamo stati abbordati due volte da persone che volevano convertirci e riportarci sulla retta via!
La prima, da un signore che mi ha detto “You’re special!” (“You too!!! Have a great day!” ho risposto) dandomi un volantino con su una rosa – dove c’era scritto che siamo tutti unici perché ad immagine e somiglianza di Dio – con l’invito ad andare a un Free Bible Club, un luogo dove si leggono e commentano insieme i passi della Bibbia.
Il giorno dopo una sorridente signora ci ha beccati in un momento di pausa, e capendo dove volesse andare a parare, le ho detto che era molto gentile ma che purtroppo non parlavamo molto bene l’inglese… Sì, è vero, è stata un po’ una scusa, ma proprio nun je la potevo fà a infilarmi in una discussione religiosa: in fondo al di là delle differenti fedi, Cattolici, Protestanti (Presbiteriani, Congregazionalisti, Battisti, Episcopali, Metodisti, Luterani and so on…) siamo tutti Cristiani, mas o menos (magari con qualche istanza Panteistica e Buddhista, chissà… 😉 )
La cosa carina è che la signora ha guardato Leo, che imperterrito mi stava aggiustando i sandali per non farsi troppo coinvolgere, e ha sentenziato allontanandosi “He is a good man!” e io ho risposto prontamente “Oh, yes he is!”
Las Vegas è anche un posto dove incontrare il cambiamento sulla Via di Damasco?
Probabilmente sì!
Se solo fosse più vicino un bel Corso live di “Diversamente Ricchi“ non ci starebbe affatto male! 😉
C’è qualcosa di “Green” in Las Vegas?
Solo i soldi, qualcuno potrebbe insinuare maliziosamente. 😀
Ed è vero, green qui è il colore dei soldi e molto poco ha a che vedere con l’ecologia.
Ma forse “non è tutto sperpero ciò che luccica“…
A parte che molta dell’energia è idroelettrica e solare (cosa che non giustifica lo spreco, yes I know, però almeno è qualcosa…) Al confine tra il Nevada e l’Arizona c’è infatti la maestosa “Hoover Dam” – la diga di Hoover – opera colossale costruita nel 1935 sul fiume Colorado, e a 65 chilometri da Vegas c’è l’impianto solare di Ivanphan, la più grande centrale termica a concentrazione solare del mondo con 300mila specchi motorizzati.
Ho scoperto anche che a Las Vegas – nonostante varie fontane decorative – viene riciclata praticamente tutta l’acqua (che non per niente è una risorsa fondamentale essendo in mezzo al deserto) e c’è qualcosa tipo una “Polizia idrica” che infligge a residenti ed esercenti spreconi multe salate.
Anche il prato all’inglese (hai letto “Gli Sterminatori di Margherite“?) è stato disincentivato dalla Southern Nevada Water Authority (SNWA) grazie all’iniziativa “Cash for grass”, suggerendo una decorazione a base di sassi e piante desertiche, e una ricompensa a chi accettava di abbandonare l’assetata erba britannica. (Sai una cosa? La vegetazione a Vegas è molto simile a Fuerteventura. Tra questo, gli scoiattoli e il tempo meraviglioso che abbiamo trovato, a tratti sembrava proprio di essere qui alle Canarie, dove mi trovo ora!)
Las Vegas, valori a pagamento…
Quindi visto che qui i soldi contano parecchio, ti pagano letteralmente per essere ecologico.
Nel nostro albergo al “Westgate” avevamo l’opzione “Go Green and get Green“: con il bottone “Go Green” presente in basso sul telefono si può avvisare la sera prima di non fare l’indomani il cambio delle lenzuola e asciugamani… (¡Qué tonteria! Perché mai dovrei voler cambiare le lenzuola tutte le notti dato che ho l’inveterata abitudine di lavarmi? 😉 )
L’avrei fatto comunque (dato che spesso negli alberghi e negli agriturismi in cui andiamo chiediamo di non effettuale questo forsennato cambio di biancheria), ma qui ricevi anche un Voucher di 10 dollari che arriva puntualmente sotto la porta in tempo per la prima colazione. Cosa non disprezzabile dato che un caffé espresso – servito per giunta in bicchierini usa e getta – costa circa 4 dollari. 🙁
Nonostante il grande sperpero che impera a Las Vegas dunque, incoraggiata da questo piccolo atto di responsabilità ecologica, anche se retribuito, anche se per niente disinteressato, mi sono messa in cerca di altri indizi…
Downtown: Las Vegas vintage
C’è una zona di Vegas che mi è piaciuta più della Strip, si tratta di “Fremont Street“, il primo nucleo originale della “Sin City”, la Downtown di Vegas.
Adesso non devi certo pensare a un “centro storico” come quelli cui siamo abituati noi in Italia, non c’è praticamente nulla di medievale o rinascimentale in USA, però in questa via pedonale, coperta da un tunnel di lucine talmente alto che i ragazzi si buttano attaccati a delle funi orizzontali tipo “Volo dell’Angelo”, c’è un’atmosfera peccaminosa da anni ’50 e ’60 con un suo fascino vintage che la rende più affascinante rispetto all’atmosfera di “Ritorno al Futuro” dei Casinò della Strip (intendo il 1985 alternativo, quello di Biff Tannen, che trasforma Hill Valley in una capitale del vizio).
In Fremont Street non sembra esserci praticamente nulla di Green, ma due traverse più giù, all’angolo con la 7a strada, c’è il “Container Park” che fa ben sperare (nonostante clamorose mancanze come un BDT – Banca del Tempo, un negozio dell’usato, una centrale di baratto), un luogo che abbiamo trovato per caso ma che evidentemente ci ha chiamati…
Las Vegas Container Park
Si tratta di una Comunità nata intorno a un agglomerato di container coloratissimi messi uno sull’altro e trasformati in negozietti, con al centro un giardino condiviso dove sostare, mangiare, prendere il sole, chiacchierare, giocare con i bambini, ascoltare buona musica. (Qui al “Simply Pure” siamo finalmente riusciti a mangiare un pasto gustoso Vegan, e meno male che mi porto sempre dietro il mio Shake, por si acaso…)
Una pausa dalle lucine e dai maxi schermi, un posto più slow dove almeno tutti i piatti e la posateria sono compostabili ed i bidoni della raccolta differenziata la fanno da padrone, c’era persino un allestimento biodegradabile fatto con vere balle di paglia e vere zucche arancioni che mi hanno fatto sentire quasi a casa.
Ma sempre con un pizzico di follia del Nevada: al “Container Park” c’è infatti una gigantesca scultura moderna in ferro che rappresenta una mantide religiosa che al tramonto sputa fuoco delle antenne a suon di rock, e anche una minuscola cappella – sempre in un container, ovviamente… – con un romantico arco ricoperto di fiori bianchi e fiocchi di pizzo, dove potersi sposare (ma per fortuna di officianti travestiti da Elvis non c’era neanche l’ombra). 😀
Ma che caspita ci facevi tu a Las Vegas?
E’ vero, in effetti serve una spiegazione… Eravamo a fine Marzo, quando aprendo il PC una sera ci siamo resi conto di aver vinto un viaggio per due a Las Vegas, grazie a un Contest messo in palio da Perfect Internet – Unicorn, la Web Company che abbiamo segnalato anche ai nostri lettori a partire dal 2012 e che era nata come alternativa popolare e democratica a Facebook offrendo a tutti gratuitamente di diventare Soci Fondatori.
Il nuovo progetto di questo anno “Cash Back Marketing“ – che sta facendo scalpore in rete dato che punta a triplicare l’investimento in 90-180 giorni – ci stava portando diverse Royalties automatiche (benedetto quarto quadrante! 😛 ), ed eravamo tra i primi 5 a livello mondiale.
E così abbiamo vinto questo premio totalmente inaspettato senza fare praticamente nulla per un periodo incastrato giusto giusto tra il rientro dal corso “Diversamente Ricchi Live“ in Garda di Ottobre e la partenza per il nostro solito Downshifting verticale invernale alle Canarie di metà Novembre…
E devo ringraziare di cuore Dan Settgast per aver insistito affinché andassimo fin laggiù a goderci il nostro premio! 🙂
Tu ci credi alle coincidenze?
Un viaggio a Las Vegas???
Dovendo fare una lista di viaggi da fare, forse Vegas non sarebbe neanche apparsa in elenco, ma proprio per questo, dato che non credo nel caso, sapevo che ci sarebbe stato un messaggio da scoprire. Insomma, una settimana in Nevada per due, tutto pagato, con la possibilità di una puntatina in Arizona per vedere il Gran Canyon, come si faceva a dire di no?
E così, nonostante non mi piaccia per niente spostarmi in aereo (ma incoraggiata dai miei Amici Wekiani e coadiuvata da una dose speciale di Fiori di Bach creata appositamente per me “Don’t Worry, Fly happy“), alla fine ci siamo decisi per andare.
E a Las Vegas ho potuto visitare la nuova Sede di Unicorn e presentare alla Direzione 2 progetti Green: il primo per produrre dei prodotti ecologici “ideali”, contro l’Obsolescenza programmata e percepita, e l’altro per un tipo innovativo di Crowdfunding che possa anche finanziarli, permettendo a tutti di entrare nel terzo e nel quarto quadrante. Io ci ho provato… (finché non ho visitato Vegas non avevo neanche capito quanto questi 2 progetti fossero decisamente “ribelli”), ma magari in qualche modo andranno in porto e cambieranno la vita di migliaia di persone… chissà! 😉 Anzi: uno dei 2 pare che sia già in cantiere (ma di più non posso dirti!)
Per vivere nella luce si deve conoscere anche il lato ombra, aprire la mente, rovesciare i pregiudizi, tentare di capire…
Las Vegas, oltre la Confort Zone!
E le lezioni di Vegas sono state tante, per cui penso che sarebbe stato molto presuntuoso da parte mia rifiutare a priori un’esperienza del genere e nascondermi dietro istanze ambientaliste. D’altra parte nei nostri corsi di Crescita Personale insegniamo ad andare oltre la Confort Zone, e per me questa è stata decisamente una sfida!
Per questo ora ho un nuovo portafortuna, una fiche di gioco, un gettone d’argento nel mio portafoglio, – noooo, che hai capito? Non ho neanche una volta giocato in una Slot – per portarmi sempre dietro un pezzetto del mio più grande “Sè rinnegato“… Un pezzo del mio “nemico” che sto cercando di integrare per diventare più completa e più forte… 😉 (E ho anche un’ideuzza per indirizzare meglio la mia Mission in chiave Detox, ma… niente anticipazioni!)
E se proprio devo dire…
Las Vegas mi è piaciuta.
Non è sempre necessario essere d’accordo con qualcuno o condividere le sue idee per comprenderlo o stare bene in sua compagnia. E quindi, inaspettatamente…
Salvo New York – che non si batte – Las Vegas è da vedere! 😀
Sicuramente avendo più tempo a disposizione sarebbe meglio includere un giro a San Francisco, e un soggiorno più lungo ai grandi Parchi naturali, senza farne la meta principale di una vacanza che necessiti di quasi 15 ore di Aereo (fino a 20 ore se consideri lo scalo e la permanenza in Areoporto per i controlli, gli imbarchi et similia…) Però ripeto, Las Vegas mi è piaciuta.
Certamente più di Atlanta (anche se le persone sono molto più accoglienti nella costa ovest) e più di Los Angeles, vista e rivista sul grande schermo più volte, di cui ricordo solo grandi strade polverose, una deludente “Street of Fame” – dove ci hanno anche fatto la multa – dei mitici parchi a tema e – unico ricordo prezioso – un bacio romantico sul Pontile di Santa Monica… 😀
(Sempre per quanto si possa vedere davvero di una città vivendoci da turista per pochi giorni…)
Las Vegas. Istruttiva. Precorritrice. Ammonitrice.
Un campanello di allarme.
Sia chiaro che con questo articolo non sto promuovendo in nessun modo il gioco d’azzardo, sono stata a Vegas perché ci hanno regalato un bel viaggio e – come già detto – non ho infilato neanche una fiche in una slot.
Lo preciso perché mentre stavo completando questo articolo abbiamo ricevuto in redazione una “proposta commerciale” per linkare un sito di casinò on line. A parte che non accettiamo soldi per publiredazionali o inserire link esterni, perché non lo riteniamo serio né rispettoso nei confronti dei lettori, ma non promuoverei MAI il gioco d’azzardo.
E’ dal 2009 con l’Ebook a distribuzione gratuita Prevenzione Povertà che facciamo una crociata a partire dai Gratta & Vinci in su, figuriamoci che ne penso dei sito di casinò on line, o dei tristissimi negozi di scommesse che spuntano come funghi o delle slot nei bar di periferia…
Con il Programma Diversamente Ricchi (Ebook e Eventi live) poi, è sempre più evidente quanto consideriamo un vero “peccato” spendersi tutto il proprio tempo di vita – impiegato per lavorare e guadagnare soldi – in merci futili e inquinanti senza focalizzarsi sui beni, che sono quelli che ti rendono felice e davvero – diversamente – ricco… 😉
Precisato questo… (soprattutto per tutti quelli che leggono i titoli e non l’articolo! 😉 )
Las Vegas. Una esperienza felice che ci conferma la nostra “altra” strada…
Questo viaggio tutto sommato è stata un’esperienza.
E una conferma che con “I FEEL GOOD” e l’EcoVillaggio di Wangeland siamo sulla strada giusta.
Che abbiamo tante risorse di valore. Che dipende solo da noi – ancora una volta – saperle usare al meglio.
Siamo sulla strada giusta, dunque.
Non sulla mitica “Route 66“, forse, quasi scomparsa perché surclassata dalle Highways e sepolta sotto strati di asfalto, ma su una strada che – recuperando la tradizione – ci porta al Downshifting, alla Decrescita, a una vita più Slow e naturale, con una consapevolezza sempre più alta sullo scopo di questa vita.
Con la voglia di migliorare questo mondo.
Grazie a Leonardo che mi accompagna in ogni nuova avventura.
Grazie Las Vegas, grazie Unicorn.
🙂
Viviana Taccione
PS. Se hai delle domande o delle curiosità sul nostro viaggio in USA, sarò felice di risponderti personalmente. Lasciami un messaggio qui sotto cliccando su “Lascia un commento” e non dimenticare di spuntare la casella “Avvisami per email quando qualcuno risponde al mio commento“. A presto!
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stefania says
Ciao Viviana ma grazie per questo splendido reportage. Mi viene più facile immaginarti in altri luoghi, ma sei stata grande.
VIVIANA TACCIONE says
Grazie Stefania, è un piacere sentirti, felice che il mio fotoreportage ti sia piaciuto!
Sì, vero… Speriamo di incontrarci presto in questi “altri luoghi” magari per una nuova edizione di DRLIVE! 😉
Un fuerte abrazo!
:-*
Ho letto alcuni vostri libri e leggo di tanto in tanto le vostre (marketing) mail. A volte non sono interessato a quello che proponete e a volte mi sembra abbiate un approccio un pò naïf.. Però siete sempre molto simpatici, ispirate fiducia e siete anche una bella coppia! Questo bel reportage su Las Vegas lo dimostra…
Non vi conosco personalmente ma credo che se un giorno capiterà mi sarete ancora più simpatici!
Un caro saluto! F.
Grazie Fabio, sono contenta che ti sia piaciuto il mio ultimo reportage su L.V.! 🙂
Sì è vero, hai ragione, siamo simpatici, magari anche frikkettoni e naïf, in questo mondo così caotico e grigio, lo posso prendere come complimento? 😉
Mi auguro anche io di conoscerti presto, magari in uno dei prossimi corsi LIVE!
Un caro saluto!
V.