Sufismo in pillole: Il Dito e la Luna

La cultura occidentale esoterica, mistica e spirituale si è aperta da decenni alle influenze orientali. Avviare oggi un percorso di ricerca interiore aconfessionale senza imbattersi nel misticismo indiano, buddhista, taoista o zen è praticamente impossibile. Non a caso è in estremo Oriente che risiede la culla della letteratura religiosa, come testimoniano gli antichi testi sacri induisti o cinesi, contemporanei o persino anteriori alla nostra Bibbia.

L’Occidente è aperto da decenni al misticismo orientale…

Tuttavia, nel mare magnum delle molteplici tradizioni spirituali tuttora ignorate o poco conosciute che hanno arricchito la nostra storia, esiste una linea di pensiero che dovremmo recuperare e imparare a valorizzare: il sufismo, la corrente mistica musulmana.

… Tuttavia oltre alle tradizioni indiane e cinesi, dovremmo valorizzare anche il Sufismo.

Perché bisognerebbe recuperarla?

Innanzitutto perché in un momento storico così critico, in cui il pensiero della supremazia religiosa sembra bramare ancora oggi una violenza cieca, conoscere lo spirito del mondo musulmano e accorgersi di quante somiglianze ci siano tra la loro saggezza e la nostra non può che farci bene.

Esiste però un secondo motivo, più edonistico, legato alla bellezza e al fascino immortale della forma usata da questa antica tradizione mistica ed esoterica. I Sufi, infatti, educavano i loro allievi con la narrazione, quella che oggi un Coach chiamerebbe Storytelling.

Approfondire la cultura Sufi migliora i rapporti con il mondo arabo, e in più educa e intrattiene saggiamente.

L’umanità è ghiotta di storie da sempre: il Vangelo ne è pieno (parabole e novelle), così come lo è la cultura Zen (i famosi koan), la mitologia induista, quella greca e americana, cosicché non dovrebbe sorprenderci il fatto che anche i grandi saggi Sufi abbiano scelto il racconto come veicolo educativo.

Ma nella loro tradizione si tratta di piccole storie, brevi racconti tramandati oralmente, che aldilà della valutazione razionale, in realtà sono vere e proprie micro-terapie per la mente e l’Anima. Storie che si possono gustare attraverso Il Dito e la Luna, di Gianluca Magi, autore preciso e rigoroso che avevo già apprezzato nel suo I 36 Stratagemmi. Tra l’altro, oltre a queste piccole grandi storie, Magi fornisce un’ottima bibliografia sintetica sui Sufi e il Sufismo.

**Il modo migliore per avvicinarsi al Sufismo è leggere Il Dito e la Luna, di Gianluca Magi.**

Ecco a seguire 2 di queste storie, racconti capaci di spaziare agilmente dal sacro al profano, perché la saggezza in fondo è solo buon senso poetico…

Cos’è vero?

All’ora di cena, un uomo disse alla moglie:
«Portami del formaggio. Non è detto forse che il formaggio stimola l’appetito e rende allegri per
il suo buon gusto?».
«Ma non abbiamo in casa del formaggio!», rispose la moglie.
«Ottimamente!», rispose il marito. «Non è forse detto che il formaggio è pesante per lo stomaco e
gommoso per i denti ?».
«Ma allora», domandò perplessa la moglie, «quale delle due affermazioni è vera?».
«La prima, se a casa c’è del formaggio. Altrimenti, la seconda!», rispose il marito.

Pulire lo specchio del cuore

Un giorno, un Sufi incontrò un amico afflitto e pieno di sconforto. Gliene chiese il motivo. Ma
l’amico non seppe cosa rispondere:
«Non so. Sono in questo stato d’afflizione da quasi due settimane. Non so che fare. Hai un suggerimento?»
«Prova a pulire lo specchio del tuo cuore. Sono certo che ti sentirai meglio!», rispose il Sufi.
«Ma cosa significa?», chiese nuovamente l’amico in tono sorpreso.
«Far derivare la felicità da vicende belle o brutte, da qualcuno o da qualcosa, prima o poi conduce
allo stato in cui ci trovi. Si dimentica così che la felicità la possediamo da sempre dentro di noi, nel
cuore. Cercarla al di fuori di noi stessi è pura follia. Questo significa pulire lo specchio del cuore»,
concluse il Sufi.