“Mi chiamo Viviana e sono 3 giorni che non faccio PIL!”
Questa frase degna di un circolo di auto-aiuto di alcoolisti anonimi mi è venuta spontanea mentre ero all’EcoVillaggio di Wangeland, la scorsa settimana, in un circolo di chiacchiere tra amici, in mezzo al verde, senza negozi, senza connessione, senza occasioni di muovere l’economia.
Almeno come loro la intendono.
Non muovevo l’economia, ma ero felice! 🙂
Drogati dallo shopping compulsivo, che sia cineseria, il supermercato o un prodotto firmato poco conta, è difficile rendersi conto di quanto certe volte le nostre emozioni siano legate a doppio filo con il potere di spendere e spandere…
Un potere effimero.
Un breve sollievo fugace in un mare di preoccupazioni.
Perché non è comprando oggetti che miglioriamo le nostre vite.
Solo cambiando la nostra testa possiamo davvero migliorare le cose e metterci in marcia su un cammino di evoluzione.
E ti dirò che parlare di questi argomenti nel mio circolo personale di auto-aiuto, il Weco Club, mi motiva e mi aiuta a mantenere la rotta. 😉
Intorno tutti gridano al PIL e tirarsi fuori da questo teatrino è difficile.
Ti guardano come un rivoluzionario.
Il mese scorso durante un’intervista con una nota emittente radiofonica su IL BOTTO!, è successa una cosa buffa… Non appena abbiamo accennato al PIL, i conduttori hanno rapidamente cambiato argomento (forse avevano paura per i loro numerosi inserzionisti in ascolto? )
Ma qui siamo sul mio Blog e posso dire quello che mi pare! 😉
Il PIL, Prodotto Interno Lordo, non è un misuratore del vero benessere. Perché un oggetto in più in casa non ti dà la felicità… (Anzi! Lo devi lavare, riporre, custodire, finché non ti stufi e lo sposti in fondo all’armadio. Poi dopo qualche mese te ne dimentichi e te ne compri un altro identico! Ti è mai successo? 🙁 )
Mentre più tempo libero può darti quello che cerchi.
Tempo per leggere, studiare, dedicarsi all’orto, a degli Hobby…
Tempo per uscire, nuotare, andare al cinema, al lago, ballare…
Tempo per stare con i propri cari, conoscere nuove persone, socializzare, ridere, scherzare…
Il tempo liberò purtroppo è strettamente connesso al PIL, perché siamo schiavi di un detto…
“chi non lavora non fa l’amore…“
Oggi, in questo mondo virtualizzato dove nessuno fa più l’amore (per lo meno dal vivo) leggi invece:
“chi non lavora non fa PIL“…
Lavoriamo tutto il giorno tutti i giorni per potere avere i soldi per comprare-buttare-comprare-buttare-comprare e.. fare PIL.
Ma – forse ne avrai già sentito parlare – non c’è solo il PIL, c’è anche il BIL o il FIL, il Benessere Interno Lordo o la Felicità Interna lorda.
Quindi abbiamo da una parte il serioso e incravattato PIL, tutto casa, fabrichetta e lavoro, intento a spremere sangue dalle rape… E per contro i frikkettoni BIL & FIL (che personalmente sono molto più vicini al mio sentire, sarà che ho l’auto verde con le margheritone e la collana della pace sempre al collo… 😉 )
Ma non è che uno è contro il PIL per partito preso, ci mancherebbe altro!
I motivi per cui il PIL è un parametro sbagliato per indicare il progresso e il benessere economico di un paese sono tanti, milioni di milioni, ma oggi ti parlerò solo di uno.
Oggi voglio parlarti di un acronimo che ho appena coniato… nuovo di zecca: il RIL.
Il RIL è il Rifiuto Interno Lordo, e va sempre a braccetto con il PIL.
Perché ogni volta che c’è il PIL, o quasi, c’e sempre anche il RIL.
Quando compriamo, c’è qualcosa che buttiamo o sostituiamo. 🙁
Anche se magari non è immediato.
Magari gli oggetti che decidiamo di non usare più ingombrano per un po’ (un bel po’) le nostre case malate straripanti di “robba” inutile e nascosta in armadi, dispense, soppalchi, soffitte, cantine.
Robba, per dirlo ancora una volta alla Giuseppe Verga e per evidenziarne tutto l’inutile peso, che prima o poi verrà buttata.
Se va bene riciclata.
Se va bene, ancora un altro giro di giostra prima di essere buttata.
La fine è quella. La discarica. L’inceneritore. Il Rifiuto Interno Lordo.
E il termine lordo qui ci sta tutto! 😉
“Mi chiamo Viviana, e sono 3 giorni che non faccio PIL.”
E sono qui a dare la mia testimonianza ai nuovi che vogliano aggiungersi al nostro gruppo di auto-aiuto! 😉
Il mio tempo libero lo dedico ad autocostruire un EcoVillaggio di Formazione…
Tra finestre e porte usate recuperate dai container poco prima di essere distrutte, un cestello della lavatrice che è diventato braciere, il suo sportello di vetro che è diventato ciotola, tra cassette di legno, pallet e rocchetti porta bobine reperiti qui e là, tra barattoli di vetro onnipresenti, due vecchi lettini di legno di uno stabilimento balneare, 3 lavandini usati e 1 piano di ceramica regalato (usato) per la “doccia solare”, vecchi bidoni di metallo, plastica o latta, campionari di parquet e piastrelle scompagnate che diventano mosaici e jeans usati che diventano cuscini…
Il nostro EcoVillaggio vuole essere il più “riciclato” possibile.
Perché ci sentiamo benedetti vicino alla Grande Madre, calpestiamo il prato delicatamente per non disturbare i suoi Guardiani…
E quindi per dimostrare la nostra gratitudine, vogliamo vivere una vita ricca di FIL e limitare il più possibile il RIL.
Come biasimarci?
“Mi chiamo Viviana, e sono 3 giorni che non faccio PIL. (Neanche RIL).”
E tu?
🙂
Viviana Taccione
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