Eravamo al mare a rilassarci, in una bella caletta di ciottoli di tutte le forme e dimensioni.
Ero lì, assorto a far vagare la mente senza particolare impegno, quando Viviana mi chiama per farmi vedere un sasso un po’ particolare (come forse saprai Viviana è una gran patita di sassi, ciottoli e affini!)… un sasso piccolo, grigio e scuro, su cui si poteva facilmente riconoscere un’espressione di tristezza, curiosa e malinconica nello stesso tempo.
Un pensiero veloce, uno scambio rapido, una carrellata inconscia di idee che dopo pochi istanti ci ha riportato alle nostre attività precedenti: di pseudo-auto-ipnosi-rilassante-meditativa (io) e di ricerca creativa dei sassi più affascinanti intorno a noi (lei).
Passano appena una manciata di secondi quando sento un secondo toc-toc sulla spalla, segno inconfondibile che c’era una nuova scoperta che dovevo assolutamente vedere.
Questa volta si trattava di un sassolino diverso, scuro anche lui, ma molto più espressivo del precedente, non solo perché sorrideva, ma perché questo aveva anche due occhietti che lo rendevano molto più simpatico, oltre che più positivo.
Guardo Viviana, sorridendo e facendole i miei complimenti per il solare ritrovamento, quando lei, nel ricambiare il sorriso, gira con nonchalance il sasso, e mi mostra in un istante il triste sassolino grigio che mi aveva già fatto vedere pochi istanti prima. 😯
Sulla morale della favola non c’è molto da dire…
Quando cambiamo il punto di vista, soprattutto se lo facciamo in modo drastico, spesso anche una realtà che sembra estremamente negativa può farci tornare il sorriso, e rivelarci aspetti inaspettatamente positivi che prima ci sfuggivano del tutto.
Tra parentesi nel Forum del Weco Club abbiamo creato Up & Feedback, una sezione speciale (e molto gettonata) di condivisione di fatti positivi, o apparentemente negativi che possono essere visti come positivi…
Ma credo ci sia dell’altro: perché il mio cervello, nonostante la vicinanza cronologica delle due esperienze, del colore e della dimensione del sasso non ha minimamente intuito cosa era successo?
Certo ero in vacanza, certo la mia neocorteccia stava arrostendosi a fuoco lento 😉 , certo non pensavo che Viviana mi avrebbe mostrato come nuovo un sasso vecchio…
Ma nonostante creda di avere almeno una media capacità intuitiva, sta di fatto che la mia mente ha completamente ignorato tanti elementi oggettivi di somiglianza per notare l’unico elemento soggettivo di differenza: il simbolo positivo, sempre apprezzato, che aveva magicamente sostituito quello negativo, così spesso avulso dalla mia visione della vita.
Le spiegazioni possono essere tante, e si ricollegano forse alla nostra naturale istintiva attitudine di sopravvivenza che ci spinge a notare prima la diversità del potenziale nemico, per salvarci la vita, e poi la somiglianza del potenziale amico, per goderci la vita che ci siamo salvati.
Questo spiega anche perché siamo così tutti morbosamente attratti dalle tragedie, in qualsiasi forma e dimensione [vd. Il lato Oscuro, il Teletraining del Weco Club di Aprile 2011].
Ma sopra ai residui evolutivi del cervello cosiddetto rettile, istintivo, abbiamo tutti un cervello mammifero e un cervello razionale (neocorticale), che ci ha portato fin qui – nel bene o nel male – creando alleanze con i nostri simili (società e tecnologia) e notando somiglianze nei fenomeni esterni ed interni (arte, cultura e scienza).
Forse dobbiamo solo svilupparlo un po’ di più, ricordando a noi stessi che il futuro sarà sempre meno di sopravvivenza fisica e sempre più di evoluzione spirituale…
Forse dobbiamo solo imparare a cercare il sorriso nascosto dietro una smorfia, o l’anima sepolta dentro uno sconosciuto…
O entrambi.
L’importante è continuare ad amare tutti i sassi che incontriamo.
🙂
Leonardo Di Paola
Wellness Coach e Trainer
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CIAOO, il mio commento su ciò che dici è solo positivo, nel senso che appena ho visto il sasso ho pensato la stessa cosa, cioè basta girarlo, io vi ci vedevo gia un sorriso, se poi aggiungi due occhietti, il gioco è fatto!
vi ammiro perche noto nelle vostre espressioni molto semplici, intelligenza e profondità, non nascondo che anche io sarei una buona e ottima scrittrice, se non narratrice di cose, e fatti di vita, ma, non ho incontrato ancora la persona giusta, e non avendo nozioni di pc, e un altra cosa che non si può dire, mi diverto con blog, e altre cose. il mio sogno,e che qualcuno si accorga di me,come le famose antidive, non saltano agli occhi ma sono indispensabili per la scena, scherzo. ma un fondo diverità non nascondo c’è.
ps,ti narro una situazione di 30 anni fa, una signora,marito e 3 figli,amici,etc, noi come vicini di casa fummo invitati ad una scampagnata, a casa la signora in questione aveva fatto tantissima pasta asciutta, i due maschietti piu piccoli, e suo marito, lamentandosi che faceva sempre la stessa pasta gli lasciarono lì, il piatto ancora pieno ,lei non si perse d’animo,gli aggiunse pochi ingredienti, e arrivata l’ora di cena mise in tavola per tutti gli invitati la stessa pasta,le esclamazioni ? non si contenevano dai complimenti, proprio degli stessi, furono, dio quantè buona questa pasta, mica quella che fai a casa…etc etc, io all’epoca ero giovane, e altre donne che erano presenti, scoppiammo in una sonora risata, hahaha, il fatto era che era la stessa identica pasta, passata solo in forno.
morale? uguale a quella del sasso, dipende da chi ti propone l’oggetto, e come ci poniamo noi di fronte alle cose no? comunque la morale sarebbe anche un altra, ma non sto a dilungarmi, vi faccio i miei complimenti. e spero vi sia piaciuto il racconto reale della sig,?,vabbè per la privacy, in bocca al lupo.
Ciao, mi auguro non vi annoiate nel leggere la seguente storia, che cita anche Lucia Giovannini nel suo libro “Tutta un’altra vita”.
a me è piaciuta moltissimo e ogni volta che mi accade qualcosa penso : ” sarà un bene? sarà un male?”.
perchè solo il tempo, a volte, ci aiuta d attribuire il giusto significato agli eventi.
Sul giudicare – Una storia
Questa storia accadde in Cina ai tempi di Lao Tzu e fu da lui molto amata. Un vecchio uomo, molto povero, viveva in un villaggio, invidiato persino dai re perchè possedeva un magnifico cavallo bianco. Ai re chegli offrivano somme favolose per il cavallo, l’uomo rispondeva: “Questo per me non è un cavallo ma una persona, e come è possibile vendere una persona, un amico?”. Benchè l’uomo fosse povero, non vendette mai il suo cavallo.
Un giorno egli scoprì che il cavallo non era nella stalla. L’intero villaggio si raccolse e gli disse: “Tu vecchio pazzo! Sapevamo che un giorno o l’altro il cavallo sarebbe stato rubato; meglio sarebbe stato venderlo. Che sfortuna!” Il vecchio replicò: “Dicendo quel che dite, vi spingete troppo oltre. Per dirla semplicemente, che il cavallo non sia nella stalla è un fatto; ogni altra affermazione è un giudizio. Che sia una sfortuna o una benedizione io non lo so, perchè è solo un frammento. Chi sa cosa verrà dopo?” Le persone risero del vecchio. Avevano sempre saputo che era un pò pazzo.
Ma dopo 15 giorni, all’improvviso il cavallo tornò. Non era stato rubato ma era fuggito nella foresta, e non solo, tornò con una dozzina di cavalli selvaggi. Di nuovo le persone si riunirono e commentarono: “Tu, vecchio, hai ragione. Non è stata una sfortuna, ma una benedizione”.
Il vecchio replicò: “Di nuovo vi state avventurando nell’ignoto. Dite semplicemente che il cavallo è tornato. Chi può dire se è una fortuna o no? E’ solo un frammento. Se leggi una sola parola di una frase, come puoi giudicare l’intero libro?” Questa volta le persone non potettero dire altro, ma dentro di loro sapevano che il vecchio sbagliava.
Dodici bei cavalli erano arrivati …. Il vecchio aveva un solo figlio che incominciò ad allenare i cavalli selvaggi; solo una settimana dopo egli cadde da cavallo e si ruppe le gambe. Le persone di nuovo si riunirono per esprimere il loro giudizio: “Hai di nuovo dimostrato di avere ragione. Èstata una sfortuna, giacchè il tuo unico figlio ha perso l’uso delle gambe ed egli avrebbe dovuto essere il tuo unico sostegno per gli anni della tua vecchiaia. Ora sei più povero che mai”.
Il vecchio rispose: “Siete ossessionati dal giudicare. Non sbilanciatevi tanto, limitatevi a dire che mio figlio si è rotto le gambe. Nessuno può sapere se è una sfortuna o una benedizione. La vita si manifesta in frammenti e non è mai dato di sapere di più”.
Accadde che poche settimane dopo la nazione entrò in guerra e tutti i giovani furono costretti ad arruolarsi. Solo i vecchi non andarono in guerra perchè non idonei. In ogni città la gente piangeva e si lamentava, perchè la guerra andava male e sapevano che la maggior parte dei giovani andati in guerra non sarebbero tornati. La gente del villaggio andò dal vecchio per dirgli: “Hai ancora avuto ragione, vecchio, si è trattata di una benedizione; tuo figlio è infortunato ma è ancora con te, mentre i nostri sono andati via per sempre”.
E il vecchio uomo rispose: “Andate avanti a giudicare senza sapere. Limitatevi a dire che i vostri figli sono stati costretti ad andare in guerra e il mio no. Ma solo Dio sa se si tratta di una sfortuna o di una benedizione”.
Non giudicate, altrimenti non giungerete mai alla visione totale. Siete ossessionati dal valutare dei frammenti, da piccoli pezzi d’informazione saltate alle conclusioni. Una volta espresso un giudizio smettete di crescere. Il giudicare è uno stato mentale; la mente vuole sempre giudicare perchè essere in un divenire è sempre un azzardo e non è confortevole. Il viaggio, infatti, non è mai finito. Si conclude un percorso e ne inizia un altro; si chiude una porta e se ne apre un’altra. Raggiungi un picco e subito ne hai davanti uno più alto.
La pratica della Presenza è un viaggio senza fine. Solo i coraggiosi non si preoccupano di raggiungere l’obiettivo, ma sono appagati dall’essere in cammino, contenti di vivere di momento in momento e di crescere in questo.
Ciao Patrizia,
complimenti per aver “pescato” questa citazione e grazie mille per aver condiviso con i nostri amici questa storia affascinante che anche Lucia ha ripreso nel suo testo Tutta un’altra vita (libro peraltro che mi sento decisamente di consigliare!)…
Quest’aneddoto è un grande esempio di saggezza e di pazienza, da leggere e rileggere quando le cose non vanno come vorremmo…
Grazie ancora! 🙂
è vero, caro Leonardo, il libro di Lucia è splendido…e questa storia è in questo periodo un faro che orienta i mie pensieri quando mi smarrisco …
grazie a voi per il vostro impegno , vi leggo sempre con piacere e traggo sempre spunti di riflessione ed emozione…