Abbiamo detto come il Rapport indichi un contesto di buona efficienza comunicativa tra 2 o più elementi, e come ogni buona comunicazione preveda di base sempre e soltanto due soli atteggiamenti interattivi: ascoltare o esprimersi.
Nel gergo della Pnl, della comunicazione ipnotica e del Coaching, o si ricalca o si guida.
Tuttavia può essere davvero utile suddividere ognuno di questi due universi complementari della comunicazione finalizzata al Rapport in almeno altre due parti.
La fase iniziale di ricalco può avere una fase iniziale di studio (calibrazione), mentre quella di chiusura della guida prevede un test iniziale noto come il Test del rispecchiamento.
Le fasi di costruzione di un Rapport completo sono dunque 4, ora le vedremo una per una:
-
Calibrazione
-
Ricalco
-
Test del rispecchiamento
-
Guida
Questo mi permette di anticipare un discorso delicato, che prima o poi viene sollevato da ogni persona sensibile che si avvicina a questo argomento…
Il dubbio che spesso viene sollevato quando si comincia a parlare di comunicazione efficace tramite la creazione a regola d’arte di un buon Rapport, è che si stia mettendo in pratica un’operazione di manipolazione.
Come vedrete tra breve, per creare questa sintonia dobbiamo comportarci in un certo modo, modo che a qualcuno potrà sembrare innaturale o artefatto, e dunque poco desiderabile.
Se decido di creare Rapport è perché ritengo che sia giusto e utile sia a me che al mio interlocutore far passare un certo messaggio.
Che si tratti di un’idea, una promozione commerciale o un insegnamento segreto, devo prendermi la responsabilità di usare questi mezzi solo per comunicare al meglio, con tutte le conseguenze del caso.
E ancora una volta si torna alle affermazioni operative [ndr: convinzioni, valori, etc.].
E’ giusto? E’ sbagliato?
Solo tu lo puoi sapere. Solo noi sappiamo – quando cerchiamo di portare avanti un qualsiasi discorso – se crediamo davvero in quello che diciamo o se lo stiamo solo dicendo per un secondo ed egoistico fine.
Quindi, a ben vedere, il problema etico è insito nella comunicazione umana, e non ha nulla a che vedere con le capacità o gli strumenti.
Se cerco di ferire qualcuno intenzionalmente tirandogli addosso una torta al cioccolato ☺ non sono meno colpevole di chi cerca di farlo con un sasso.
Magari sarà meno efficiente, ma il diritto non guarda queste cose. La prima cosa che conta è l’intenzione (in gergo giuridico “la colpa”), poi il danno vero e proprio.
Con la differenza che se ci appelliamo all’eticità del comportamento naturale rifiutando di studiare queste cose per diventare più bravi (in effetti tutti noi creiamo naturalmente Rapport, chi più chi meno), stiamo dando un grosso vantaggio a chi le conosce o le applica istintivamente bene, magari perché le ha apprese osservando i genitori (“modellandoli”, come si dice in Pnl).
Quindi, non mi stancherò mai di ripeterlo, le tecniche, gli strumenti, il potere non hanno colore etico, non sono buone o cattive.
L’unica cosa ingiusta che ha a che vedere con strumenti come questo è rinunciare ad avere la possibilità di studiarli per avere tutti le stesse potenzialità.
[Estratto da “La Sublime Arte del Rapport“, Ebook n.4 del Corso da Wellness Coach Professionista del Weco Club, il Wellness Coaching Club di I Feel Good – www.wecoclub.it]
Ti piacerebbe anche...
Clicca qui per scaricare gli Omaggi I FEEL GOOD!
Clicca qui per dare un'occhiata a Ebook e Corsi I FEEL GOOD!
Clicca qui per la nostra Affiliazione solidale 100% Win Win!
Lascia un commento