Abbiamo visto come la Professionalità sia una merce rara e che uno dei peggiori errori che si possono fare quando si commette un errore, è il non riuscire a separare l’immagine di sé dalla proprie azioni.
Questo comporta che quando si sbaglia, invece di ammettere il proprio errore prima ci si offende e poi si tende a minimizzare… (leggi la prima parte dell’articolo qui!)
Oggi vediamo altri 3 errori che sarebbe meglio evitare.
3) Cambiare argomento
Terzo errore da non fare quando ti fanno notare un errore è divagare, non rispondere a tono a una specifica domanda, ignorare una email, ritardare secoli nel rispondere e magicamente… cambiare argomento.
Anche se una persona dà buca, rallenta il ritmo delle comunicazioni o cambia le modalità di risposta di una domanda, non può davvero pensare che il Cliente sia così distratto da dimenticarsi cosa aveva richiesto. E’ infantile ed assurdo… come mettere la testa sotto la sabbia sperando che gli altri non ti vedano.
Non c’è nulla di più frustrante per un Committente che fare una richiesta e non ricevere una risposta adeguata dal suo Fornitore. E non vogliamo continuare a frustrare il nostro Cliente, soprattutto se abbiamo già fatto un errore, no?
Sembra incredibile ma perfino il più bravo professionista, senza una buona dose di Intelligenza Emotiva, non può avere successo nella vita.
4) Passare al contrattacco
E’ normale e umano sbagliare, lo abbiamo detto, ed è normale ed umano avere la tentazione, in un primo momento, di mettersi sulla difensiva. Ma quando un professionista sbaglia, sarebbe meglio chiedere scusa e cercare di limitare la portata del proprio errore.
Trovare il modo per farsi perdonare la gaffe, magari attivandosi per trovare una nuova soluzione, concedendo un servizio in più, o facendo qualsiasi cosa per coccolare il cliente e fargli dimenticare la delusione.
Invece talvolta si passa al contrattacco, accusando il cliente di “non avere fiducia nelle sue capacità“.
A parte che se uno sbaglia è anche normale che la fiducia possa essere messa un tantinello a rischio, perché non siamo amici che si vedono per andare a mangiare una pizza, ma adulti legati da un contratto di fornitura professionale per scambiare denaro vs risultati… (Tu ti faresti rioperare la seconda volta volte da un chirurgo che per errore la prima volta ti ha tolto un organo sano, o avresti un lieve problema di “fiducia” a rimetterti sotto ai suoi ferri?) 😯
Anche qui girare la frittata e metterla sul piano personale, invece di soluzionare il problema, è lesivo della dignità del cliente (e del fornitore, nonostante lui non se ne renda conto).
In questo caso, invece di puntare il dito o fare i capricci – cosa che costringe il Cliente che in un primo momento aveva chiesto aiuto a trovarsi sbalzato in un ruolo genitoriale – potrebbero essere utile qualche nozione di Analisi Transazionale.
5) Rifare lo stesso errore (in un contesto diverso)
Tutti meritano una seconda, ma anche una terza opportunità, anche e soprattutto i Fornitori.
D’altra parte è talmente difficile conoscersi e comunicare che dopo mesi di frequentazione ti aspetti che ci sia già un minimo di rapporto consolidato, cosa che dovrebbe favorire futuri contatti.
Ovviamente la cosa da non fare in assoluto, quando si fa un errore, è continuare a fare lo stesso errore, nello stesso contesto o in un contesto simile, perché si dimostra che non si è in grado di imparare dai propri sbagli. E questo continua a deludere (e a stupire!) il Cliente.
Spero che queste 5 riflessioni ti siano utili sia per selezionare meglio un futuro Fornitore, che per fornire ai tuoi Clienti un servizio migliore.
E ricorda sempre di non prendertela…
Gli studi sull’Importanza di Vadim Zeland mi hanno fatto capire quanto non valga mai la pena di avvelenarsi quando qualche cosa non va: tutto è apprendimento, crescita, esperienza.
Siamo qui per questo.
Pace & Amore!
🙂
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