Appena reduce dalla lettura di un pallosissimo articolo su un noto media di rottura… Mi è venuto spontaneo chiedermi.
Ma perché questi qui scrivono sempre così difficile? 😯
Eppure sono laureata in lettere e filosofia con lode, non è che non capisco, è che mi annoio, da morire.
Io che condivido molto di quello che c’è scritto, tranne forse il lato attendista protesto-punto-il-dito che mi dice davvero poco… scorro veloce questi articoli fiume, male impaginati, che non ti danno neanche il tempo di respirare, con poche immagini (si sa le immagini non servono a niente!) e tanti paroloni in fila e mi chiedo…
Perché?
Ma… parla come mangi!
All’Università il mio Prof. Tullio de Mauro (che pure di Sinistra è, se non ricordo male, oltre a essere stato Ministro dell’Educazione!) promuoveva un Vocabolario di Base della Lingua Italiana con dentro solo 7.000 parole…
Anche allora mi sembrava perfettamente ragionevole.
E in effetti è molto più complicato scrivere facile, in modo snello e coinvolgente.
Senza far perdere tempo (tempo… merce sempre più rara) al lettore.
Un giornalista che professa la sua solidarietà verso gli immigrati, le minoranze etniche, gli emarginati, che si occupa di scolarizzazione e di comunicare il cambiamento, magari potrebbe anche rendersi conto che una persona di un’altra nazionalità fa difficoltà a leggerti. O no?
Ma che dico di un’altra nazionalità?
Una persona della tua nazionalità ma che non abbia la laurea in Filologia! 🙁
Ma non è solo usare le parole difficili, il problema.
E’ anche usare un coacervo di parole semplici ma talmente ingrovigliate con una punteggiatura così “creativa” e frasi talmente lunghe che devi leggerle 3 volte per capirle… 🙁
E’ anche non inserire immagini, illustrazioni, infografiche o usare font minuscole e illeggibili senza andare mai a capo, perché… “tanto è il messaggio che conta“…
E’ anche citare autori sconosciuti senza spiegare chi sono, dando a intendere che per te è scontato che il lettore li conosca (mentre magari tu per primo hai sputato sangue per reperire le tue colte citazioni)…
E’ anche – e questa mi fa davvero uscire dai gangheri – citare continuamente solo video e articoli in inglese (se non li capisci peggio per te, non perdo tempo né a spiegarti né a cercare lo stesso contenuto in italiano) o addirittura scrivere direttamente solo in inglese anche se sei fiorentino da 7 generazioni.
La cultura di sinistra è da quasi 100 anni avviluppata sull’Aventino, sembra che non ne sia mai scesa!
Oscura e difficile, spiralizzata in voluttuose onde di autocompiacimento, solo per pochi eletti, dunque.
(Anche io so impastare qualche parolone di tendenza se voglio… 😉 )
Ma l’obiettivo non dovrebbe essere la comunicazione?
La vera comunicazione.
Quella che emoziona e che risveglia le masse e le coscienze?
Ma non siete voi che parlate di pace, giustizia e diritti umani?
Ma non vi rendete conto che questa comunicazione è estremamente violenta? 🙁
Altro che CNV, Comunicazione non violenta…
Di Marshall Rosenberg avete preso solo il collo della giraffa per guardare gli altri dall’alto in basso. 😉 Voi offendete in continuazione il lettore con la vostra verborrea, la vostra supponenza, la vostra snobistica pedanteria. In un continuo atteggiamento UP di superiorità.
E poi ci si lamenta che la gente guardi la TV, gli spot pubblicitari, e prenda istruzioni dai mass media commerciali su come condurre la propria vita, cosa pensare, sognare, desiderare…
Ma perché gli spot sì che sono fatti bene.
Sono chiari, lapalissiani, paradisiaci, rassicuranti, sono “di sinistra” nella forma – o almeno come dovrebbe parlare la sinistra – cioè comprensibili dalle masse.
Hai mai trovato una frase più lunga di 2 righe in uno spot (tranne le avvertenze dei farmaci, che tanto non ascolta nessuno!)?
Però c’è solo un problema: gli spot TV, i commercials, le pubblicità, le immagini… usando le parole della sinistra, promuovono un messaggio di destra! 😯
Portando avanti un modello di consumo ipnotico, inutile, fascista, razzista, stupido, sfruttatore, prevaricatore: o sei firmato dalla testa ai piedi, mutande incluse, o non vali nulla. 🙁
Houston abbiamo un problema!
La sinistra che parla come la destra, elitaria, incomprensibile, che allontana il volgo schifata come una regina di Francia – dategli la brioche – da una parte…
E dall’altra…
La destra che parla come la sinistra, e si fa in sostanza i fatti suoi, sfruttando la comunicazione terra terra e facendosi capire da tutti quelli di cui in realtà se ne frega.
Ovviamente sto generalizzando.
Ci sono autori di sinistra che adoro (lo sanno bene gli amici del Weco) e non tutto ciò che viene dalla destra è spazzatura. Lo ammetto! 😉
Adesso mi dirai che in realtà di politica non ci capisco niente.
Sai una cosa?
Hai perfettamente ragione!
Alla politica meno ci penso meglio sto.
L’unico atto politico che forse ho fatto è stato scrivere IL BOTTO! a 4 mani con Leonardo. C’è chi ha sostenuto che sia vera politica. Boh… Forse!
Di destra-centro-sinistra in effetti non me ne frega niente.
Mi interessa solo la dignità umana, la libertà di tutti gli esseri viventi, l’evoluzione personale lontano dai facili pulsantoni-ammazza-neuroni e dai “mi piace”, la comunità, la cooperazione e la salvaguardia del Pianeta – api e lombrichi inclusi – oggi e per le generazioni future. 🙂
Quindi lo ammetto… non ci capisco nulla di politica.
Mi annoia vedere sempre lo stesso teatrino.
Non ho tempo né di rammaricarmi, né di arrabbiarmi, perché sto costruendo il mio futuro. E credo che cercare di dare il buon esempio sia molto meglio che predicare bene e razzolare male.
Però ci capisco un po’ di letteratura, comunicazione e scrittura creativa.
Negli ultimi 8 anni avrò scritto dozzine di testi divulgativi, tra Corsi, Ebook, Libri… e migliaia di articoli tra Blog e Forum (oltre 4.500 interventi solo nel Forum del Weco Club), qui in I FEEL GOOD.
Il mio obiettivo?
COMUNICARE
Divertire. Incuriosire. Interessare.
Magari provocare (chiedo scusa se talvolta esagero!) Ma soprattutto far riflettere.
Offrire una piccola consapevolezza, dare una soluzione, una risposta, un feedback.
Con amore.
Non dovrebbe questo essere lo scopo del giornalismo?
O magari sbaglio io, è solo “fare ammuina” e vendere se stessi o la pubblicità!
C’è da rifletterci!
Chiedo scusa se sono stata pendolosa (speriamo che Zeland non si arrabbi!)…
Ma volevo solo dirti che se anche tu come me ti annoi a leggere certe cose, se certi paroloni ti sono ostici, se certe volte passi oltre, cambi pagina, chiudi un libro e ti volti dall’altra parte…
Non è colpa tua.
Non è che noi siamo stupidi…
Sono loro che non si vogliono far capire.
Non farsi capire è un altro modo radical chic per gestire il potere.
Ti mando un abbraccio con tutto il cuore e mi farà piacere sapere che ne pensi.
🙂
Viviana Taccione
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Se non erro alcuni anni fa un sondaggio del Prof. Tullio De Mauro metteva in evidenza che il 70% degli italiani era semianalfabeta perché non capiva ciò che aveva letto, mentre il 5% risultava analfabeta. Purtroppo non credo che le cose oggi siamo migliorate. Siamo molto bravi a parlare di ciò che non conosciamo e ascoltiamo poco o niente perché siamo impregnati di tante presunte certezze e poca consapevolezza. Per tale motivo, e non solo, è necessario comunicare con chiarezza e semplicità, anziché ostentare cultura che finisce per essere fine a se stessa.
Sono totalmente d’accordo con te, Mario, grazie! 🙂
Ed è per questo “semi analfabetismo” che i titoli nei media dicono esattamente il contrario di quello che c’è nell’articolo: perché la maggior parte delle persone spesso legge solo i titoli, e se legge gli articoli magari non li capisce… Così passa la disinformazione, e anche – purtroppo – l’allarmismo, la paura e altri sentimenti di inadeguatezza che paralizzano e non permettono di reagire. E pensare che basterebbe leggere…
Da quando ci sono i Social, poi… siamo alla frutta… 🙁 Capire o non capire non conta, basta mettere “mi piace”, a cosa? E che importa, basta avere la bacheca piena che fa figo essere attivi!!! 😕
Grazie ancora per la chiacchierata,
Un caro saluto!
🙂