Sono molto colpita dalla moda imperante tra i bambini di oggi (e anche molti genitori) di giocare con gli elastici, mi sono ritrovata a far visita ai miei nipotini in città diverse e ho notato che tutti avevano i loro elastichini colorati…
I cosiddetti loom bands…
Prima di scoprire questa nuova mania, nella mia ingenuità avevo comprato degli elastichetti neri per i capelli, per legare le treccine, ed ero rimasta stupita di quanti colori ci fossero a disposizione. Ma un elastico è pur sempre un elastico – mi sono detta – e piuttosto che azzardare un pendant con il vestito, è meglio che non si veda. Quindi ho optato per il nero…
Poi la bustina di elastici è stata dimenticata da qualche parte, finché ieri sono accadute due cose:
1) Ho trovato un ammasso di plastichina per terra e ho notato che la fragola rosa fatta di elastichetti, regalatami con tanto amore da mia nipote appena un mese fa, è cascata dalla lavagna di sughero della Redazione su cui l’avevo appesa perché si è disintegrata… O quasi! Cioè in poco più di 30 giorni 4-5 elastici si sono rotti e la fragola in questione è tornata ad essere quello che era, un ammasso di plastica…
2) Non trovando un ferma capelli, mi sono ricordata degli elastichini neri che avevo preso e – sempre ieri – li ho usati per legarmi una treccia a cui ho appeso due simboli della pace. Dopo sono uscita, ma neanche 2 ore e la treccia stava iniziando a sciogliersi… Dei miei ciondoli nessuna traccia… L’elastico si deve essere disintegrato da qualche parte per strada. 🙁
Caspita, 30 giorni di là, 2 ore di qua… questi elastici sono uno schifo! 😕
Dato che ci sono andati di mezzo i miei adorati simbolini della pace, l’ho presa come un segnale e mi sono messa ad indagare e riflettere su questo strano fenomeno di massa.
Ed ecco svelato perché siamo qui, adesso, io e te! 😀
Prima di iniziare, voglio chiedere perdono in anticipo a coloro che sono stati attratti dalla moda degli elastichetti. Tutti noi siamo preda della società dei consumi, in un modo o nell’altro, chi prima chi dopo, e il mio intento è solo quello di cercare di diffondere consapevolezza su questa novità che pare innocua…
Iniziamo?
A parte di essere di origine chimica, di plastica, inquinanti, tinti in modi che non voglio neanche immaginare, questi elastichetti non sono neanche solidi, si rompono non appena li prendi in mano…
Ma allora a che diavolo servono?
Per lo più vengono usati per giocare e fare braccialini che talvolta ti tirano i peli sul braccio e con questo caldo fanno anche sudare, facilitando pruriti ed eritemi (e non solo, leggi più avanti!)…
Ho già parlato della moda e di quanto certe volte sia assurda… (Se ti va trovi qui: “La moda: una forma di schiavitù liberamente scelta. Panegirico contro il Jeans-collant e altre amenità…“)
Adesso astraendoci un momento…
Quale persona sana di mente si metterebbe un bracciale di elastichi di plastica se non fosse istigata dalla moda?
Quando ero piccola io, a fine anni ’70, si usavano bracciali fatti al telaio con le perline. (Te li ricordi? Tu ce l’avevi il telaio di legno naturale?)
Adesso non dico che quelli fossero capolavori, ma si usava il filo di cotone e le perle di vetro, si studiava il disegno, si esercitava la manualità. Era qualcosa di creativo che usciva fuori con un lavoro paziente, e a parte qualche indicazione generica, nessuno ti diceva come fare…
Poi mi ricordo che venne il tempo dei bracciali di cuoio con le perle di vetro grandi, mio padre d’estate mi accompagnava dal calzolaio e lui prendeva un cerchio di cuoio, fissava un coltello e iniziava a tirare fuori il laccio. Per me che ero bambina, una piccola magia. Poi andavamo a comprare le perle di vetro in merceria, le sceglievo una ad una e mi divertivo nei giorni seguenti a fare bracciali e collane.
Poi negli anni ’80 arrivò la moda delle cime marinare che prima erano naturali di cotone, in seguito diventarono sintetiche e si bruciavano all’estremità con l’accendino (certe bruciature! 😉 )…
E dopo ancora ci furono i braccialetti – sempre di cuoio – ma più alti, con il tuo nome scritto sopra che almeno erano “artigianali”… (Mi perdonino i Vegani, oggi non li comprerei neanche io, però meglio della “plastica ad orologeria” di adesso certamente erano, e più avanti vediamo anche perché questi elastichetti sono così pericolosi anche per gli animali!)
Insomma, vetro, corde, cuoio… Basterebbe poco per divertirsi a creare qualcosa di unico.
Ma forse l‘unicità non è più di moda…
Evidentemente la serialità si vende meglio in un mondo dove anche un Desigual ti fa patchwork stampati a prezzi esorbitanti.
Ma… diciamolo pure: “Desigual” de che? 😯
Senza divagare troppo e tornando ai bracciali, da allora è stato un crescendo (anzi forse dovrei dire un discendendo 😯) di materiali sempre più scadenti ed inquinanti… Le perle di vetro sono state sostituite da quelle di plastica e sono arrivati i wristbands di pseudo-silicone (che perlomeno si indossavano – forse – per una buona causa!).
Adesso non pretendo certo di aver dato un’esaustiva panoramica dei bracciali dagli anni ’70 ad oggi. Ma una cosa mi pare certa…
Siamo povere gazze ladre confuse… Un tempo venivamo attratte da gioielli luccicanti ed artigianali, oggi ci accontentiamo di plastica fluorescente industriale.
Plastica fluorescente che ipnotizza tutti, non solo le bambine come ci si aspetterebbe trattandosi di braccialetti, ma anche i maschietti. Per non parlare dei genitori!
E i braccialini con gli elastici sono davvero l’apoteosi…
L’apoteosi dell’obsolescenza programmata.
Ci stanno anestetizzando, nel vero senso del termine…
Ci stanno togliendo l’estetica, con negozi pieni di plastica inquinante. E con l’estetica ci portano via la voglia di eccellere, la voglia di migliorare, la voglia di distinguerci, la voglia di creare, la voglia di evolverci e contribuire.
Tutti in serie a fare le stesse cose.
Tra l’altro un gioco sedentario, come se ai bambini non bastassero le ore spese a guardare un computer o uno smart phone , gli ci mancava un’altra attività che li portasse lontano dai prati e dai giochi di gruppo.
Copiare sui tutorial che imperversano nel web gli stessi motivetti, stando attenti a non sbagliare. Non sbagliare rispetto a che? Ma l’errore è arte! L’errore è scintilla divina, l’errore è essere fuori dal gregge! 😕
Ci stanno togliendo il piacere delle cose belle, di progredire, dunque…
Ma non solo, ci stanno togliendo il senno, ci stiamo involvendo!
Perché questi braccialini sono anche pericolosi, perché non solo schizzano da tutte le parti e possono finire anche in un occhio (ed è successo, notizia del Daily Mail un bambino rischia un occhio…), ma – lasciando perdere le aberrazioni di chi ci si fa costumi da bagno e vestiti – possono stringere troppo polsi e dita fermando il sangue, e ho visto bambini metterseli al collo come collane rischiando il soffocamento. (Beh… al collo francamente non li farei mettere nemmeno al mio gatto! 😕 )
Nelle aule di Autodifesa Alimentare nutriamo forti perplessità verso il packaging dei nostri cibi, soprattutto la plastica, nonostante ci sia venduta come alimentare… Ma sudare con la plastica colorata addosso, come potrebbe mai essere salutare?
E c’è chi sostiene che siano anche cancerogeni perché contengono ftalati!
I ftalati sono un composto chimico derivato dal petrolio che viene aggiunto alla plastica per aumentarne la flessibilità e che crea interferenze endocrine (notizia de La Stampa, studio The Assay Office Birmingham). Questi ftalati, ripeto potenzialmente cancerogeni, sono spesso negli elastichetti in dosi fuori di controllo (oltre il 50% del limite massimo consentito!) 😯
Ecco il secondo motivo per cui questi loom bands non andrebbero indossati dai bambini.
Ma andiamo avanti.
Con queste mode inaudite ci stanno togliendo il gusto, la salute, e – come se non bastasse – ci tolgono il tempo…
Tempo che ci serve per fare braccialini poco utili, tempo che potremmo invece impiegare per contribuire e non per “passare il testimone” di questa moda seriale…
Ma ancora più grave… Tempo che ci serve per lavorare e guadagnare soldi per comprare robaccia che si disintegra a va ricomprata, e ricomprata, e ricomprata…
Tempo che serve al Pianeta, per rigenerarsi e cercare di biodegradare saecula saeculorum questa poltiglia (che sono sicura sta già nella pancia di migliaia di poveri pesci e uccelli marini e – se non ti importa degli animali sappi che sta anche – nella nostra catena alimentare… 🙁 )
Adesso la domanda è d’obbligo.
Perché le mamme comprano gli elastichini ai loro figli, investendo soldi, che se pur pochi, potrebbero comunque essere usati in modo più saggio?
Io capisco che di fronte al Nag Factor sia difficile resistere…
Ma è una escalation, ad un certo punto si dovrà pur dire basta.
Montessoriani o no, i genitori dovrebbero far scegliere i bambini solo tra opzioni più che sicure. O sbaglio? Perché chi può dire dove ci porterà la prossima moda? (Film come Idiocracy dovrebbero pur insegnarci qualcosa!)
Io non guardo la TV e quindi non so chi possa aver lanciato questa malsana moda.
Malsana per la nostra mente, potenzialmente cancerogena per il nostro fisico, disastrosa per l’ambiente (come tutte le produzioni di cose inutili, chimiche e inquinanti), abbastanza demenziale se vogliamo come passatempo per i nostri figli, ma… una vera manna per i produttori di elastichini…
Qualcuno sa darmi una risposta?
Vi auguro un’estate braccialino-free!
Pace e Amore!
🙂
Viviana
Ti piacerebbe anche...
Clicca qui per scaricare gli Omaggi I FEEL GOOD!
Clicca qui per dare un'occhiata a Ebook e Corsi I FEEL GOOD!
Clicca qui per la nostra Affiliazione solidale 100% Win Win!
Lascia un commento