Qualche tempo fa mi è capitato sotto le mani un libro poco conosciuto (aggiungerei purtroppo!) pubblicato anni fa dalla Casa Editrice Astrolabio.
Intrigato dal titolo – Metafore Terapeutiche. Modelli e strategie per il cambiamento, anche per gli evidenti echi letterari – e dal fatto che si trattava di un testo di PNL di qualche tempo fa che ahimé era sfuggito al mio radar 😯 – mi sono precipitato a leggerlo, anche perché pubblicato nella tipologia dei mitici “gialloni”, una garanzia per quanto riguarda la solidità dei contenuti. 🙂
Chi mastica di PNL sentirà subito che si tratta di un libro leggermente datato (l’originale è del 1978, la versione italiana del 1992), soprattutto per alcuni dettagli della terminologia e dell’impianto teorico di base.
Ma è proprio questo, oltre all’originalità del focus, a renderlo un gran bel testo, che a mio avviso dovrebbe leggere chiunque si interessi non solo di relazione di aiuto (Coaching, PNL, Ipnosi, Psicoterapia), ma anche tutti quelli che lavorano per affinare le loro arti narrative, soprattutto romanzesche.
L’assunto di base è che…
le storie, versione estesa della metafora, sono dei potentissimi strumenti non solo di comunicazione ma anche di sostegno terapeutico.
Quando ci si trova di fronte ad un’impasse, quando non sappiamo come dire alla mente inconscia del nostro interlocutore qualcosa di significativo (e magari di disagevole da accettare), usare una storia, un aneddoto, un racconto può letteralmente fare miracoli.
Nel nostro Corso da Wellness Coach Pro parliamo molto di quello che definisco Linguaggio MM3 (per differenziarlo dal metamodello, MM1, e dal linguaggio ipnotico, l’MM2), e non era quindi per me una novità considerare una storia giusta detta al momento giusto come una grande occasione di ristrutturazione e reframing.
Ma qui sta il punto:
come si fa a scegliere la storia giusta da usare con i nostri Coachee?
E – rilanciando – come si fa ad inventare una storia ad hoc, che possa andare oltre il filtro della mente razionale e trasferire esattamente quello che ho in mente di comunicare?
Come scrive giustamente l’autore David Gordon (un esperto di Ipnosi e Programmazione Neurolinguistica ancora poco noto, almeno qui da noi, ma la prefazione è di Richard Bandler in persona): 😉
“le metafore sono un modo di parlare delle esperienze (…) e il requisito essenziale perché una metafora sia efficace è che vada incontro al cliente nel suo modello del mondo”.
A questa e ad altre domande il testo risponde brillantemente, anche grazie ad un esempio narrativo iniziale (e aggiungerei molto creativo) che viene via via arricchito con tutte le tecniche che secondo l’autore ottimizzano la struttura narrativa per centrare il bersaglio.
E non ci si stupisca, proprio grazie al fatto che il libro ha qualche annetto, che David Gordon riesca a recuperare e a sviluppare più di un’idea di grande successo ed efficacia.
Per esempio il testo ti spiega non solo come usare le strategie rappresentazionali per costruire la storia, ma illustra anche per filo e per segno…
come usare le famose tipologie di Virginia Satir per rendere l’aneddoto efficace e generativo.
Un libro intelligente e scorrevole di poco più di 200 pagine che vanno giù in modo fluido, e in cui la teoria – giustamente rappresentata ed espressa – non appesantisce in alcun modo la lettura.
Un testo in sostanza di grande valore, stimolante nella lettura, che affronta un argomento difficile, di cui c’è – e ci sarà a mio avviso sempre più – un gran bisogno, ma che purtroppo fino ad oggi è stato abbastanza bistrattato dalla letteratura scientifica.
Se scrivi storie o aiuti gli altri (ma direi anche se lavori nel campo della comunicazione persuasiva o della pubblicità) non puoi non averlo:
Metafore Terapeutiche.
Modelli e Strategie per il cambiamento.
David Gordon
Casa Editrice Astrolabio
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