Sin dalla prima lettura dei classici di Paul Watzlawick e Giorgio Nardone, ho intuito le potenzialità evolutive dell’approccio strategico. Per chi fa dello sviluppo personale la chiave di volta della propria vita come me, è impossibile confrontarsi con testi come Change o L’Arte del Cambiamento e non restarne profondamente affascinati…
Alla luce dell’oggettiva difficoltà con cui non sempre si riescono a risolvere i problemi affidandosi al buon senso e al ragionamento pratico (soprattutto quando c’è una componente emotiva), scoprire un tipo di relazione d’aiuto che funziona sulla base di una logica alternativa, circolare e contro-intuitiva, ti apre prospettive entusiasmanti.
Se ti occupi di crescita personale, di relazione d’aiuto o di entrambi… Impossibile non amare l’approccio strategico di Watzlawick o Nardone.
Finché non mi sono tuffato nei testi di Giorgio Nardone, specializzandomi come Coach Strategico, non avevo però compreso davvero a livello profondo, muscolare come dice Robert Dilts, cosa potesse realmente fare per me e per gli altri l’approccio strategico.
Lungi dall’essere un modello applicabile solo in terapia, counseling o coaching, il problem solving strategico è uno strumento concettuale che tutti dovrebbero apprendere sin dalla scuola primaria, soprattutto perché ti aiuta a capire quanto e come siamo responsabili – sia pure inconsapevolmente – dei problemi che siamo chiamati ad affrontare.
Si tratta di uno strumento che tutti dovrebbero imparare ad usare, non solo perché risolve i problemi, ma anche perché ci mostra quanta responsabilità abbiamo nella creazione e nel mantenimento di questi stessi problemi.
Il Prof. Nardone ha prodotto in questi anni decine di testi illuminanti sulla questione. Tuttavia, nonostante l’indiscussa capacità divulgativa, la maggior parte di questi libri rimangono settoriali, specialistici. E non potrebbe essere altrimenti, dato il vasto ambito di intervento in cui l’approccio strategico può essere utilizzato: dalla psicoterapia al counseling, dal management al problem solving, dal coaching sportivo all’educazione.
Non ci sono infatti in giro tanti testi, chiari e semplici, in grado di introdurre all’approccio strategico una persona completamente a digiuno.
Uno dei più recenti (e completi) in questo senso è La mente strategica. Strategie non ordinarie per vivere felici di Francesca Luzzi, testo edito da Lindau, che a ulteriore riprova dell suo valore ha ottenuto anche l’imprimatur ufficiale di Giorgio Nardone, che ne cura l’introduzione.
Giorgio Nardone ha scritto veri e propri gioielli, ma restano libri settoriali: chi vuole farsi un’idea completa dell’approccio strategico dovrebbe leggere La Mente Strategica, di Francesca Luzzi.
Dimostrando una notevole padronanza dell’argomento, Francesca Luzzi, psicologa e psicoterapeuta, collaboratrice del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, ha infatti realizzato in un volume snello un’ottima sintesi del pensiero nardoniano e dell’approccio strategico, integrando la scuola del maestro con tocchi personali che arricchiscono la lettura senza mai risultare pedanti o sforzati.
Un testo che l’Autrice ha fortemente voluto, in cui traspaiono con vera umiltà una passione sincera per l’approccio strategico e un solido desiderio di condividere qualcosa che funziona, quella mente strategica che con un po’ di impegno chiunque di noi può implementare nella propria vita quotidiana.
Di particolare interesse è poi il capitolo finale sull’educazione strategica dei bambini, qualcosa che – se applicato a coscienza dai genitori – già da solo potrebbe rivoluzionare la salute emotiva e psichica dei nostri ragazzi e offrirci un futuro migliore.
Due esempi di attività che controintuitivamente fanno bene ai nostri bambini sono il gioco libero e la noia.
Molti genitori, inutile nasconderselo, vedono il gioco libero come una perdita di tempo; dopotutto a cosa potrà mai servire? Il gioco libero è la palestra migliore che possiamo offrire a nostro figlio, è la lezione più importante da cui imparare. Quando un bambino è lasciato libero di giocare, fa le cose più assurde, si diverte, sperimenta i propri limiti e rielabora ciò che ha appreso nel corso del giorno (…). Nel gioco i bambini imparano l’empatia, ovvero ciò che ci permette di metterci nei panni dell’altro, e imparano a perdere e a perseverare. In altre parole, mettono i mattoncini per la costruzione della resilienza, quella che in seguito li aiuterà nei momenti negativi della vita. (…)
I nostri figli, proprio come i cuccioli di animali, hanno necessità di giocare liberamente, così come talvolta hanno diritto ad annoiarsi. La noia è temuta da noi adulti, che riempiamo le nostre giornate di impegni, ma fare lo stesso con i bambini e credere che per loro sia positivo è un errore. La noia è il terreno fertile per lo sviluppo del pensiero creativo, della spontaneità e dell’immaginazione, senza i quali la vita adulta sarà monotona, poco stimolante e stereotipata. Una mente troppo piena, iperstimolata e stracolma, equivale a una mente vuota.
Un testo semplice, sintetico, fluido, ma anche appassionato e ricco di dettagli che integrano il modello nardoniano, soprattutto se vogliamo applicarlo nell’educazione di bambini e ragazzi.
Insomma… Se conosci l’approccio strategico, puoi leggere La Mente Strategica perché oltre a rappresentare un formidabile ripasso inserisce nuovi punti di vista, che sia pur minimali riescono in virtù del noto Effetto Farfalla a produrre un libro nuovo e originale.
Ma se non conosci ancora l’approccio strategico… devi proprio leggerlo, perché La Mente Strategica è probabilmente una delle più solide e chiare introduzioni in lingua italiana all’argomento in circolazione oggi. 🙂
LA MENTE STRATEGICA
Strategie non ordinarie per vivere felici
Francesca Luzzi
Prefazione di Giorgio Nardone
Lindau – 175 pagine
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