Meglio nudi che inquinati?
Sono completamente d’accordo.
Soprattutto quando i vestiti sono solo scomodi simulacri immolati all’altare dell’apparenza, santificato a costo della nostra salute, delle nostra comodità, della nostra stessa vita.
Occupandomi di benessere naturale da oltre un decennio – dal 2007 con la prima Edizione di Autodifesa Alimentare, e ultimamente con il progetto di disintossicazione a livello olistico Total Detox – sono ben consapevole del valore della pelle, organo emuntore per eccellenza.
La pelle va nutrita bene perché noi “mangiamo anche con la pelle”! 😯
Fa strano sentirlo dire così, ma è vero!
Insomma, dopo “Non siamo solo quello che mangiamo, ma quello che assimiliamo” (tormentone che i nostri Allievi ricorderanno dai corsi di Autodifesa Alimentare 😉 ), e poco più avanti “Noi siamo quello che buttiamo” (evoluzione del tormentone in chiave etica nei Programmi di Ecologia Evolutiva), eccoci qui con un’altra grande verità:
“Noi siamo quello che indossiamo!”
Ovviamente non sto parlando di moda, di apparenza (se mi conosci un pochino sai bene come la penso), ma di essenza.
Gli indumenti giocano addirittura un ruolo più importante del cibo nell’intossicazione e disintossicazione: infatti mentre le tossine ingerite tramite l’alimentazione finiscono nell’intestino e poi vengono smaltite tramite il fegato, le tossine che entrano in circolo dalla pelle, grazie ai vestiti, non possono contare su una tale azione depurativa. 🙁
“Come spiega il tossicologo Samuel Epstein nel suo libro del 2009 Toxic Beauty, che tratta delle tossine presenti nei cosmetici e nei prodotti per la cura della persona, esistono prove mediche che dimostrano come la cute umana sia ancora più permeabile dell’intestino, con la sua azione di assorbimento dei nutrienti, il che la rende la via principale attraverso cui le tossine penetrano nel corpo.”
(Dal libro: Meglio nudi che inquinati)
Peraltro le etichette degli alimenti sono ad oggi molto più semplici da leggere e sicure da identificare delle etichette dei vestiti, per la maggior parte inesatte e per certo decisamente incomplete…
Senza contare che se poi riusciamo senza troppe difficoltà ad aderire a un gruppo di acquisto, rivolgerci a aziende agricole bio di zona, fare il nostro orto urbano in balcone per autoprodurci cibo sano a km zero, per assicurarci cibo di qualità… (e se non ci riesci, contattami!)
Coltivare da soli canapa, lino, cotone, bambù e trasformarli in filato, tessuti e poi in abiti, diventerebbe quanto mai difficile!
Tutto questo mi ha fatto avvicinare molto alla questione abbigliamento (e cosmesi naturale), portandomi a compiere anche scelte parecchio drastiche con il mio look nel corso degli anni. 😉
Perché sono consapevole che…
La moda uccide, a diversi livelli!
- A livello di salute (delle persone che riempite di tossine diventano bombe ad orologeria, ma anche dei lavoratori che manipolano i vestiti),
- a livello di ambiente (perché per l’estrazione delle sostanze di sintesi e/o la chimica utilizzata per la coltivazione intensiva delle fibre non biologiche, e il successivo trattamento tossico degli abiti finiti che si riversa in falde acquifere, inquinano e intossicano la catena alimentare),
- a livello di diritti umani (perché la moda che si produce nel Sud del Mondo la maggior parte delle volte ignora completamente i diritti di chi lavora h24, spesso minorenni, spesso intere famiglie, senza alcuna garanzia… Ma di moda etica e abbigliamento fair trade tratteremo in altra sede).
Meglio nudi che inquinati,
perché la moda va a braccetto con la chimica…
Se ci pensiamo bene, passiamo la nostra vita con addosso tessuti derivati dal petrolio tinti con colori inquinanti e trattati con nanoparticelle anti-batteriche, anti-grinza, anti-odore, anti-macchia, anti tutto… Direi, senza tema di smentita “anti-vita“…
“Secondo la rivista The Ecologist, per trasformare le materie prime in indumenti – un processo che comporta candeggio, tintura, sgrassaggio, imbozzimatura e finissaggio dei tessuti – vengono impiegate circa 8.000 sostanze chimiche.
Oggigiorno, gli abiti sintetici contengono normalmente tossine come la formaldeide, ritardanti di fiamma bromurati e perfluorurati come le fibre di teflon per conferire a pantaloni, gonne e altri capi di abbigliamento durabilità ‘no stiro’ e ‘antigrinza’ (i composti perfluorurati sono classificati come agenti cancerogeni dall’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente).
Le fibre vengono perfino trattate con insetticidi con il pretesto di tutelare la salute.”
(Dal libro: Meglio nudi che inquinati)
In quest’orgia tessile petrolifera ci sarebbe anche da tenere in conto le svariate sinergie chimiche tra i tessuti.
Sinergie amplificate dall’umidità e dalla temperatura corporea, dal calore che apre i nostri pori rendendoli ancora più vulnerabili alle sostanza tossiche, dal PH dei fluidi corporei, dall’usura dei capi di abbigliamento (che ho scoperto – controintuitivamente – libera con il tempo ancora più sostanze chimiche come la formaldeide, inizialmente legata ai tessuti)…
Sinergie che purtroppo nessuno vuole o è in grado di calcolare.
Meglio nudi che inquinati,
perché la moda ci impedisce di disintossicarci.
E come se non bastasse indossare abiti inquinati, grazie a modelli aderenti, non traspiranti e pieni di elastici, tappiamo la nostra pelle impedendole di respirare.
Per seguire la moda c’è chi dimentica le più basilari regole di buon senso, inguainandosi come tanti cotechini in indumenti opprimenti che bloccano i vasi linfatici…
- Donne strette in cancerogeni reggiseni e corsetti di nylon che bloccano il seno rendendolo dolorante, soggetto a cisti e tumori e incapace di sostenersi da solo,
- uomini stritolati in sterilizzanti mutande sintetiche (purché con elastico firmato che fungheggi fuori dai pantaloni) che alzano pericolosamente la temperatura corporea e creano interferenti campi elettrostatici,
- Per non parlare dei jeans o “pantacollant” attillatissimi e stretti fin giù alle caviglie che non stanno bene a nessuno, davvero mortificanti per una ragazza un po’ sovrappeso e che ultimamente sono di moda anche tra gli uomini, rendendoli tutti più simili a saltellanti gru che a attraenti sex symbol (e anche questi jeans aderenti avranno il loro peso in questa epidemia di sterilità…),
- Donne con deformanti tacchi-trampoli che tolgono ogni voglia di passeggiare e non permettono all’arco plantare raggrinzito del piede di operare la sua azione detossificante,
- E tutti – maschi e femmine – con innaturali scarpe a punta nonostante sia evidente anche ai bambini che i piedi siano più larghi davanti che al tallone…
E tutti questi vestiti (non solo quelli sintetici o stretching, ma anche quelli in fibre naturali, se tinti e trattati male) ci impediscono di traspirare ed espellere il nostro sacrosanto mezzo chilo di tossine giornaliere… (Mezzo chilo non è affatto poco, se ci pensi! 😯 ) creando – per iniziare – arrossamenti, eritemi, pruriti, allergie, etc…
E se le tossine non escono, dove andranno mai a finire?
Vanno a depositarsi in grasso corporeo e negli organi…
“Se sei una donna, la prossima volta che togli il reggiseno dopo un giorno che lo porti, mettiti davanti allo specchio e osserva la posizione dei segni degli elastici (…) Quanto più il reggiseno è studiato per modellare le mammelle in una particolare forma, tanto più evidenti essi appariranno.
Si tratta di una prova visiva del modo in cui la pressione esercitata dall’indumento ostacola il drenaggio del sistema linfatico nel tessuto mammario. Aggiungi alla costrizione e all’immobilizzazione l’aumento di temperatura, specialmente nelle giornate calde, combinato con l’uso prolungato del reggiseno, e indovina cosa può accadere?
Le tossine accumulate cuociono dentro di te.” 😯
(Dal libro: Meglio nudi che inquinati)
A questo punto vorrei aggiungere anche una piccola riflessione di Crescita Personale che esula un po’ dagli argomenti del libro…
Meglio nudi che inquinati,
perché la moda uccide la nostra personalità.
Tutti uguali, tutti colorati secondo le schizofreniche proposte dello stilista di turno, che ogni 6 mesi cambia idea e costringe milioni di persone a sprecare tempo di vita – come direbbe José Mujica – lavorando per guadagnare denaro per assecondare la moda…
Standardizzati e poi trasformati in giudici impazziti che verificano implacabilmente quanto siano trendy e griffate le persone che si incrociano nella vita. Catalogando gli altri ancora prima che aprano bocca a seconda del loro involucro.
Spersi in un labirinto di copie tutte uguali made in china, così come detta la tendenza della stagione, obnubilati dalla pubblicità, e capaci di indossare abiti mortificanti che sembrano stiano bene solo ad anoressici Top Model, e per quei pochi minuti di passerella (tanto che molti possono essere lavati solo “a secco” con tossico percloroetilene… 🙁 )
Dimentichi del fatto che siamo tutti pezzi unici, e come tali, con gratitudine, dovremmo muoverci ed agire, prestando più attenzione alla sostanza, invece di omologarci tra l’ignara greggia.
Che tristezza! Ci sarebbe tanto da dire su questo, magari in un altro momento, torniamo adesso al problema detox.
Meglio nudi che inquinati, dicevamo…
Ne sono più che certa.
E’ questo il titolo del libro di Anna Maria e Brian Clement, una coppia di medici che ha fondato l’Hippocrates Health Institute in Florida.
Ritengo che ogni donna dovrebbe leggere più volte la prima metà del libro, prima di farsi tentare da asfissianti push-up e seducenti completini di nylon, perché vi si tratta approfonditamente la questione della biancheria femminile e maschile, il primo strato che mettiamo a contatto giorno e notte con la nostra pelle.
Ma anche tutto il resto del volume vale una buona lettura, per scoprire quali sono i colori più pericolosi, che minaccia silenziosa si nasconde negli indumenti sportivi (con i quali tipicamente ci sentiamo al riparo dalle seducenti tentazioni della moda), come scegliere abiti sicuri e tanto altro…
Meglio nudi che inquinati
Come difendersi dalle insidie nascoste nei capi di abbigliamento e nei tessuti.
Anna Maria Clement e Brian Clement
2016 – pp. 187
Edizioni Il Punto d’Incontro
Agile, snello, piacevole, ricco di studi e approfondimenti.
Io, fossi in te, lo metterei subito nella lista dei libri da leggere questo mese.
Lo trovi qui, nella nostra Libreria di fiducia
Se poi hai voglia di prendere in mano sul serio la questione Detox, parliamone!
Pace & Amore (e vestiti senza chimica)
🙂
Viviana Taccione
Autore, Coach & Trainer
www.ifeelgood.it
Ti piacerebbe anche...
Clicca qui per scaricare gli Omaggi I FEEL GOOD!
Clicca qui per dare un'occhiata a Ebook e Corsi I FEEL GOOD!
Clicca qui per la nostra Affiliazione solidale 100% Win Win!
Lascia un commento