Ecco la FOTO che abbiamo scelto per illustrare la strada della pratica del linguaggio.
Abbiamo una grossa responsabilità nel diventare più consapevoli di quello che esprimiamo nella vita di tutti i giorni, perché…
“Il nostro corpo, con la postura e con il tono di voce, comunica molto più delle parole che diciamo (…)”
Come leggerai, questa è solo una piccolissima anticipazione…
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Alessandra says
Le FACCE di mia madre raccontano storie più chiare di 1000 parole. Ho imparato a capire quando lei prova: disapprovazione – scetticismo – senso di colpa – entusiasmo – tristezza…
Da lei ho ereditato il mio parlare con la FACCIA. Tanti anni fa giocavo a bridge (un gioco di carte) e dalla mia FACCIA avversari e compagni capivano che carte avevo.
Finalmente, con tanto lavoro su di me, sono diventata un’osservatrice. Non provo particolari emozioni, ma se ne provo le assaporo e aspetto. So aspettare, respirando. Niente + facce.
Che liberazione poter DIRE ciò che penso-provo-voglio e poter OSSERVARE quello che accade!
Antonella says
Ti invidio per questo, io ci sto ancora lavorandooo riesco solo ad immaginare che liberazione!
Arianna says
Questo vorrebbe essere un altro dei miei difficili obiettivi!
roberto says
si !!!!!!!
roberto
Gianpietro says
Ciao!Il modo penso sia la respirazione,lo stare centrati e dare se stesso con fiducia nell’esito della conversazione!L’assenza di giudizio è un altro ingrediente…spesso diamo già per scontato sia l’esito,sia la persona(come se i comportamenti fossero la persona stessa!)e in questo modo ce la siamo già raccontata,aspettando che l’interlocutore finisca quello che noi già sappiamo!!!(secondo il nostro Ego)Va da se che dalla nostra conversazione non impariamo niente di nuovo(perchè chiunque puó darci una lezione,a tutti i livelli)e non possiamo tantomeno insegnare nulla!!Credo che un modo utile sia quello di pensare ogni momento della nostra vita che tutto ció con cui interagiamo è un insegnamento per il nostro obiettivo,qualunque esso sia!!Buon ascolto a tutti!
Leggendo il vostro ebook sicuramente apprenderò molto 🙂
Grazie
Grazie a te Paolo! 🙂
Ciao a tutti,non so se Gianpietro è un esperto in materia,da come scrive penso di si.Per le mie esperienze personali posso confermare quanto da lui già espresso.Voglio solo aggiungere “il processo all’intenzione ” cioè,se si pensa di avvicinarsi a queste tecniche solo per conoscerle e utilizzarle a proprio uso e consumo,è meglio andarci piano perché potrebbero ritornare contro.Un po’ come tutte le cose che si acquistano o si
imparano,dipende dall’uso che se ne fa.Come da scaletta la foto è bella ed appropriata.Una buona serata a tutti.salvatorecz
Ciao Salvatore,sono d’accordo sul farne buon uso,come tutte le cose!Mi ritengo un curioso,leggo molto in materia e cerco sia di migliorare me stesso ogni giorno e sia(soprattutto!!) di sperimentare nei vari contesti!L’esperienza molto spesso non ha seguito l’intelletto,ora anche in queto campo cerco di metter in pratica i magnifici insegnamenti ai quali mi sono affacciato(e devo dire che abbiamo tanti maestri ogni momento sul nostro cammino!!)Buonanotte Salvatore a te ed a tutti!!
Ciao Gianpietro,grazie perché sei sempre presente e per quanto ci dici.Volevo solo chiarire che il riferimento alle intenzioni era di carattere generale.Una buona giornata…a stasera.salvatorecz
Hola chicos… Qualcuno di voi riconosce questo posto?
Vi ho appena scritto un piccolo indizio! 😉
Sarà Barcelona?
Sì bravo Michele!
😀
Ci sono stato a marzo!Rambla!!
E no, eh? 😀 Ma sei tremendo!
Dillo che lavori per i servizi segreti e diventa tutto più chiaro! 😉
Ebbene si,mi avete scoperto!!
Ci vuole un po’ di tempo, ma spesso mi capita anche quando si chiede ad una persona come stai e questa ti risponde bene, che il tono della sua voce(mascherato!) e il suo volto non dicono: “Io sto bene!” anzi…
Sicuramente il vostro e-book mi sarà utile! grazie
Anna
Dal tono di voce delle persone che conosco riesco a capire abbastanza bene il loro umore del momento, se sono triste o preoccupati o sereni…Io credo invece di essere un poco più impenetrabile o forse…gli altri non mi osservano 🙁
La foto è carina ma non entusiasmante, dall’indizio dovrebbe essere in Spagna, Barcellona?
Ciao a tutti
La foto, trovo sia indicata a questo prezioso “invito”; tanti colori, anche molto vivi, e tante posture, alcune ferme alcune in movimento. Ho scaricato ed iniziato a leggere il prezioso ebook che ci avete offerto: grazie Vivi e Leo, grandi come sempre; e l’argomento trovo sia avvincente, per svariati motivi. Non mi è nuovo, per la verità, ma attraverso il vostro scritto sto avendo modo di chiarirmi aspetti e concetti che mi erano rimasti abbastanza in ombra.
La cosa che maggiormente trovo “costruttiva” è la condizione in cui è indispensabile essere per poter imparare a “leggere” tra le…righe: intanto essere presenti ed in profonda osservazione ed autoosservazione. Aspetto questo che rispetto a noi stessi ci offre la grande possibilità dii entrare in contatto con il nostro corpo in maniera profonda, alla scoperta/riscoperta di questa parte di noi che in genere diamo per scontata: ce la portiamo dietro, ma quanto ne conosciamo il linguaggio e le espressioni? E’ quindi anche un ottimo mezzo per sviluppare una ulteriore “capacità di ascolto”.
Rispetto poi al nostro interagire con l’esterno, ci aiuta senz’altro ad entrare in sintonia reale con chi ci sta di fronte. Il tutto ovviamente, acquista ulteriore “valore” nella misura in cui riusciamo ad astenerci dal giudizio.
Bravi Vivi e Leo, come sempre, nel guidarci su questi sentieri, mettendoci tra le mani strumenti davvero preziosi per la nostra crescita, per il nostro sereno transitare dalla conoscenza alla coscienza. Un grazie di cuore, e grazie a tutti voi che condividete, da cui ricevo gocce vitali di rugiada.
Un abbraccio, alla prossima 🙂
Il modo che percepisco valido per poter leggere i bisogni delle persone a me care è quello di associare le loro espressioni alle loro carenze di bisogni primari tra cui ci metto anche l’affetto o la mancanza di affetto non colmata.
Spesso dall’osservazione degli altri intuisco delle tristezze profonde che vorrei non conoscere.
Il mio vero limite è non sapere come aiutarli davvero e questo mi fa molto dispiacere. Il linguaggio secondo me va abbinato alla sensibilità e alla coscienza personale. L’uno senza le altre secondo me non ha senso.
Buona giornata a tutti.
Ciao Rina, è capitato anche a me di sentire un gran senso di impotenza dinanzi alle sofferenze altrui, e di pormi il “problema” di come aiutarli… Poi mi sono resa conto che il problema era proprio pormi “il problema”. Oltre a quelli che possono essere i messaggi verbali con cui possiamo interagire, e il mettere la nostra esperienza a disposizione di chi abbiamo di fronte, mi sono resa conto che a volte un sorriso, uno sguardo, un abbraccio, donati con il cuore aperto e la mente in silenzio, senza aspettative e scevri da giudizi, con la consapevolezza che tutto ciò che c’è, anche la sofferenza, è lì per aiutarci ad evolvere, bastano non solo a lenire tristezze e sofferenze, ma soprattutto ad accendere nell’altro quella candelina utile a fargli magari intravedere la sua giusta strada. Già il “desiderio” di aiutarli è un buon ingrediente, nella misura in cui non lo inquiniamo con nostre proiezioni ed aspetti egoici, sempre attenti ad utilizzare qualunque nostro movimento. Da questo punto di visto condivido quanto sottolinei: “il linguaggio…va abbinato alla sensibilità e alla coscienza personale”.
Grazie 🙂
Con frequenza altalenante mi sono proposto di mostrare maggiore attenzione al linguaggio del corpo per intercettare motivazioni e significati nascosti nel comportamento degli altri, ma sono molto lento nelle analisi e perciò ogni volta mi affido alle mie intuizioni immediate in cui confido moltissimo.
E poi, francamente, non ho molta stima delle teorie generaliste, che il più delle volte possono indurre in spiacevoli equivoci, quando utilizzate in maniera pragmatica nell’interpretazione dei segnali comportamentali. Non voglio con ciò significare che gli studi sulle espressioni palesi e/o velate delle persone non abbiano alcun valore in linea generale e di principio, ma solo che la loro applicazione richiede un lungo esercizio in campo e infiniti confronti e raffronti. Per cui cautela e buonsenso, altrimenti meglio affidarsi alle emozioni di risposta provenienti dal cuore
Un ciao a tutti!!