Abbiamo già fatto la conoscenza delle prime 3 Presupposizioni essenziali della motivazione (leggi la prima parte dell’articolo qui), perché solo se capiamo a fondo tutte le accezioni e caratteristiche della motivazione possiamo imparare a padroneggiare la Formula completa della Turbo Motivazione! 😉
Oggi andiamo avanti e facciamo la conoscenza delle altre 4 Presupposizioni…
4. La motivazione è un fenomeno persuasivo
Come fa la mente conscia a spingere la mente inconscia a non interferire o a supportare le sue scelte? Convincendola, persuadendola, a un certo livello.
La motivazione infatti è un fenomeno naturalmente comunicativo, inter o intra personale (cioè serve a convincere una parte interna di me stesso o una parte di qualcun altro). La chiave per voler fare le cose sta nel cervello limbico, il cervello che in effetti decide: tutto – e non ci stancheremo mai di ripeterlo – dipende dallo stato emotivo, dalle emozioni. Le emozioni che e-muovono… [a questo proposito vd. il nuovo Ebook: Intelligenza Emotiva Super ] 🙂
Questo coinvolge, come vedremo tra un momento, sia la tendenza a procrastinare che la famosa Convinzione di Autoefficacia, in inglese Self Efficacy, cioè quanto siamo convinti di riuscire a realizzare i nostri obiettivi…
Servono delle tecniche di Persuasione Etica…
5. La motivazione si misura dall’azione
Attenzione a questo perché è cruciale. La motivazione non è filosofia, la motivazione non è un’idea, la motivazione non è un’attitudine (che pure aiuta, come vedremo): è qualcosa che ci spinge ad agire.
Quindi non c’è possibilità di fraintendimenti: la motivazione in ultima istanza si misura sulle base delle azioni che facciamo o non facciamo nel tempo disponibile (altro elemento chiave)… Se l’aumenti tanto da iniziare ad agire, allora sai motivarti bene, altrimenti no. Punto.
Quindi è impossibile dirsi balle, o sei motivato e si vede, o non sei motivato e anche lì si vede.
C’è una frase meravigliosa, tra le top 10 citazioni che amiamo di più al mondo, è di Camilo Vela, e dice così:
“Quello che fai mi dice così tanto di te che non riesco più ad ascoltare quello che dici di essere”.
Vediamo la sesta presupposizione:
6. La motivazione agisce attraverso determinate competenze
Questo è un punto delicato… Bisogna distinguere la mancanza di motivazione dalla mancanza di competenze – tecniche ma soprattutto emozionali – altrimenti facciamo danni…
Secondo voi, se qualcuno fosse abbastanza motivato riuscirebbe a eseguire con successo un trapianto di cuore? 😕 Chiaro che no… Perché? Perché non basta la motivazione per fare un trapianto di cuore, serve anche la competenza… In questo caso è tecnica, perché è una competenza di chirurgia, ma anche emotiva, dato che hai nelle mani la vita di una persona. Chiaro?
Se dipendesse tutto dalla motivazione, non ci sarebbero situazioni che richiedono interventi psichiatrici… Anzi: potremmo dire semplificando che i problemi psichici, più o meno gravi, dal disagio alla patologia vera e propria, emergono ogni volta che la motivazione non basta.
Sappiamo da Bandler che la patologia mentale può essere vista come una capacità speciale di crearsi problemi speciali (grande uomo!), quindi girando la storia, anche affrontare la vita senza ansia, paura o rabbia è una capacità…
Certe volte infatti le persone non cambiano perché non sanno come fare, girano in tondo, soprattutto se si sentono vittime di Sensemozioni potenti: paura, rabbia, piacere, dolore. Stiamo pensando in particolare a chi si sente paralizzato dalla paura o schiavizzato dal piacere…
Per esempio non serve a nulla motivare una persona che soffre di agorafobia (perché è una forma di paura) o che soffre di una dipendenza da qualche droga… Motivandolo non risolvi, non basta. 🙁
Andiamo sempre avanti con la motivazione, va bene, ma prima di insistere nel motivare e nel motivarci, dobbiamo essere certi che ci siano a monte anche le capacità che ci servono, soprattutto la capacità di gestire i conflitti emozionali…
7. La motivazione può essere influenzata dall’ambiente esterno.
La situazione che stiamo vivendo, dentro e fuori, può facilitare o ostacolare la motivazione ad agire…
Per esempio pensiamo a una persona sovrappeso golosa che tutti i giorni debba passare necessariamente davanti ad una pasticceria, sulla strada per andare al lavoro, anzi proprio accanto alla porta del palazzo dove lavora, tutti i giorni passa davanti alla vetrina della pasticceria e sente un incredibile profumo. E’ chiaro che questa è una situazione ambientale che rema contro…
Oppure pensiamo a un ragazzo che deve studiare e vuole anche studiare, ma viene invitato ogni pomeriggio dagli amici ad uscire.
Oppure pensiamo ancora a qualcuno che vuole smettere di fumare ma che lavora in un ufficio dove tutti fumano, che gli offrono le sigarette, che gli sfumazzano intorno.
Infine pensiamo a una situazione in cui siamo raffreddati e dobbiamo andare a lavorare lo stesso… o siamo stanchi e dobbiamo fare nottata per lavoro…
In tutti questi casi l’ambiente condiziona la nostra motivazione… Tu puoi fare lo stesso le cose, ma è chiaro che in alcuni casi è più difficile.
In linea generale l’ambiente ostacolerà la nostra motivazione quanto meno ne siamo coscienti, e la faciliterà quanto più ne siamo consapevoli, perché essere coscienti di questo meccanismo ci permette già di modificare le condizioni ambientali. Cioè è solo quando ti rendi conto che la tua motivazione è bloccata da un evento ambientale esterno che puoi pensare a un’azione da fare per risolvere.
(continua…)
Estratto da…
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