Nel mondo del coaching in generale – e della PNL in particolare – vige il concetto che tutto è possibile. Convinzione che condivido personalmente da quando ero ragazzo.
Walt Disney diceva “se puoi pensarlo, puoi farlo”.
Credo anch’io che il potere della mente sia strabiliante (altrimenti non sarei qui a parlare di coaching…), e che pochissimi riescano davvero ad intuire cosa potremmo realizzare se solo riuscissimo a sfruttare tutta la potenza della nostra mente.
La Psicocibernetica di Maxwell Maltz, scienza che ha anticipato molti degli assunti della PNL, scopriva oltre 50 anni fa che in media ognuno di noi sfrutta meno del 10% delle proprie risorse mentali.
A conclusioni analoghe è giunto José Silva, ideatore del sistema Mind Control.
Ci pensi? Potremmo ragionare, imparare, creare in modo 10 volte più efficace se usassimo tutte le nostre risorse!
Questo relativismo allargato (“tutto è possibile per un essere umano focalizzato”) ben si abbina all’interpretazione del mondo fornito dalla fisica quantistica.
Secondo la fisica dei quanti, teoria nata nel secolo scorso sulla scorta delle rivoluzionarie scoperte di Einstein, tutto ciò che percepiamo con i sensi è in realtà energia dislocata in un punto dello spazio-tempo.
Energia che può essere influenza da altra energia (come ad esempio quella di una sola mente) in barba agli angusti limiti imposti da valutazioni di spazio, potenza e materia.
In questa direzione c’è tantissimo da approfondire.
E credere che l’uomo abbia potenzialità maggiori di quelle che ci attribuiscono i libri di anatomia fa senza dubbio bene allo spirito e sosterrà, io credo, lo sviluppo futuro dell’umanità.
Ignorare questa possibilità ci priva di molte opzioni.
Ma anche esagerare al contrario, ignorando del tutto i nostri attuali limiti di esseri ancora legati alla materia e alla biologia, rischia di creare aspettative altrettanto fuorvianti.
Il fatto che tutto possa dipendere dalla mente, anche invertire un grave processo patologico, non significa che dobbiamo affidarle il nostro benessere scavalcando le più elementari norme di buon senso.
Che senso ha vivere uno stile di vita potenzialmente distruttivo – cibo scadente, alcool, fumo, eccesso di medicinali, sedentarietà – solo perché “tanto con il pensiero posso dominare le mie cellule e far fare al mio organismo ciò che voglio”? 😉
In questo senso, pur trovando straordinariamente affascinante e potenziante il concetto di mente onnipotente (hai presente la sensazione che deve aver provato Neo nel film Matrix?), forse sarebbe giusto ammettere in questo momento che, per chi come me non fosse ancora riuscito a trascendere i limiti fisici del proprio corpo, la cura delle nostre cellule tramite una corretta alimentazione prima ed un adeguato stile di vita poi, restano le scelte più valide (e più economiche) da fare per vivere al meglio.
Persino per chi segue percorsi di sviluppo spirituali.
Dice ancora Roy Martina:
“Per evolvere e crescere spiritualmente non dobbiamo mai dimenticare le basi; quindi dobbiamo avere cura del nostro corpo e dei nostri bisogni primari. Se nutriremo il corpo e noi stessi, non verremo distratti durante la nostra pratica spirituale”.
Ne é riprova il fatto che anche i monaci tibetani, i maestri orientali delle arti marziali e gli yogi preferiscono dedicarsi con attenzione alla cura del loro corpo anche se riescono a fare con la mente cose che qui da noi in Occidente ancora consideriamo miracoli, come fermare il battito del cuore o stare giorni interi in trance meditativa.
Tra l’altro, un buon livello di energia fisiologica e cellulare è una delle condizioni migliori per lavorare sul cambiamento.
Per essere più chiari: anche ammesso che tu abbia le capacità mentali per mantenere bassi i tuoi livelli di colesterolo o sentirti magro mangiando cibi ricchi di grassi trans e saturi, trascendendo di fatto le leggi fisiche conosciute, perché sprecare energia mentale in queste opere titaniche, quando con un po’ più di attenzione al tuo organismo potresti orientarle in modo molto più produttivo?
Rispettare i limiti dell’hardware è semplicemente la scelta più intelligente ed ecologica.
Peraltro ricorda che se cambiare alcune abitudini può essere all’inizio facile, mantenerle nel tempo richiede molta energia.
E teniamo a mente che quando si mette in atto un cambiamento virtuoso per vivere meglio, il momento in cui siamo più a rischio di ricadere nelle vecchie abitudini è proprio quello in cui siamo più deboli dal punto di vista energetico.
Viceversa, è proprio quando ci sentiamo più forti grazie al cambiamento delle nostre abitudini che sarà più facile mantenere il nuovo stile di vita con slancio e perseveranza.
La prima energia da consolidare rimane sempre quella dei circa “50 miliardi di abitanti, cioè di cellule” sempre attivi del nostro organismo come dice il biologo rivoluzionario Bruce Lipton, come tanti esseri acquatici monocellulari (tra parentesi, lo sai che la quantità di sodio della soluzione fi-iologica, e quindi di molti dei nostri liquidi vitali come il plasma del sangue, è uguale a quella del mare? ).
Ecco perché una delle mie frasi preferite che uso frequentemente è:
“Prima l’Hardware, poi il Software!”.
Estratto dal libro:
Wellness Coaching.
Come aiutare se stessi e gli altri a vivere meglio
di Leonardo Di Paola
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Avrei voluto scrivere io quest’articolo: parole sante.
Moltissima gente, e quando dico questo intendo anche gli “esperti”, quando si parla di salute e di sviluppo personale, insomma di migliorare noi stessi, mette tutto sullo stesso piano. Non si rende conto che esiste una gerarchia fra le esigenze del nostro essere per poter progredire, e quindi delle priorità.
Ecco perchè di solito si tende a trascurare l’alimentazione.
già, proprio ieri stavo pensando a questo…spesso chi si occupa del software finisce per trascurare l’hardware….conosco tante persone (me compresa, soprattutto nel passato) che, un po’ per convinzione, un po’ perché ce la raccontiamo per poter rimandare (aver cura del proprio corpo si può fare qui e adesso, subito, non c’è da aspettare una realizzazione, un traguardo, un’illuminazione futura…), trascurano il loro corpo.
Eppure è lui che ci rende possibile meditare, acquistare i libri più elevati e spirituali del mondo, leggerli, arrampicarci sulla cima di un monte per raggiungere i suddetti monaci tibetani….. è grazie a lui che sperimentiamo la gioia, l’amore, la crescita, la pace …..proprio tutto ciò che viviamo!
Come offrire amore al mondo, se non cominciando da noi stessi e dal nostro corpo?
Insomma, se non si era capito sono d’accordo con il Vostro post, ogni tanto un aiuto a ricordare queste cose è… salutare!
grazie.