Più ci penso, più credo che l’essenza della nostra vita stia nella Comunicazione.
Lo dico per “deformazione” professionale e umana, dal momento che le parole e il linguaggio – letterario, pubblicitario e di coaching – sono da sempre una delle mie più grandi passioni.
Ma anche il successo multidisciplinare di una scienza come la cibernetica e le più recenti scoperte di neuroscienze, fisica quantistica e terapie olistiche sembrano confermare il fatto che la nostra principale natura sia di tipo simbolico, semantico, cioè legata al significato che diamo alle cose (ne abbiamo parlato anche nel nostro ebook anti-crisi IL BOTTO!).
Oggi vorrei segnalarvi un libro che di recente ho avuto occasione di leggere, attratto soprattutto dal titolo:
La Compensazione Simbolica, sviluppato dal CRIDOMH (Centro di Ricerche Indipendenti dell’Origine delle Miserie H-umane) e scritto da Mambretti, Obissier e Thomas-Lamotte, un gruppo di ricerca francese.
Il loro scopo dichiarato è approfondire lo studio del fenomeno della “compensazione simbolica in tutte le sue implicazioni“, il che probabilmente ci svelerà nei prossimi anni nuovi interessanti meccanismi.
Non a caso il libro, che oscilla fra un linguaggio da addetti ai lavori e uno stile più divulgativo, si divide in 3 parti, che corrispono ad altrettanti Quaderni monotematici:
– “Il Cervello Strategico”,
– “Caso o compensazione simbolica”,
– “Perché la Malattia”.
Se il primo Quaderno può essere estremamente stimolante per un medico o per uno psicologo (anche per il corredo di casistiche mediche illustrate da foto di TAC cerebrali), in effetti nasconde informazioni estremamente stuzzicanti anche per noi, che ci interessiamo alla crescita personale e alla conoscenza dei meccanismi pratici del funzionamento del cervello.
Per esempio pochi sanno che la famosa specializzazione emisferica cerebrale, quella per cui l’emisfero sinistro è razionale e lineare, mentre quello destro è intuitivo e olistico, non è l’unica suddivisione funzionale del nostro cervello.
Nel primo Quaderno infatti si evidenzia come tutta la parte sinistra del sistema nervoso centrale, inclusa la parte del tronco cerebrale, gestisce dal punto di vista funzionale l’accoglienza, il ricevere (cervello strategico femminile), mentre quella destra gestisce la realizzazione, il fare (cervello strategico maschile).
L’idea complessiva, che ricalca a amplia quella del Dott. Ryke Geerd Hamer, è che il cervello strategico del malato inneschi una patologia nell’individuo per compensare qualcosa che gli ha creato problemi, e che il cervello strategico deve bilanciare.
Estramente ricco di casistiche sul campo, il secondo Quaderno è ancora più interessante, come dimostra chiaramentre questo passaggio iniziale:
“non appena l’essere umano s’imbatte in una frustrazione, una mancanza insopportabile alla quale è incapace di adattarsi, non può impedirsi di colmarla immediatamente, ma in modo artificiale. Quando si sente vittima di un’offesa, chiede una riparazione alla giustizia, vuole una condanna del colpevole e possibilmente un risarcimento. Se è vittima d’incidenti personali o materiali, si rivolge all’assicurazione per ottenere una compensazione finanziaria. Ma, in molte situazioni, l’essere umano non ha un solo interlocutore a cui rivolgersi per lamentarsi o confidarsi. Solo e destabilizzato, inconsciamente e automaticamente, mette allora in opera una compensazione simbolica per ritrovare l’equilibrio“.
Il concetto chiave è che quando percepiamo una mancanza, a qualsiasi livello, che non esprimiamo, allora la mente inconscia interviene tramite il cervello per compensare, appunto, usando l’unico potere di cui dispone: comunicare attraverso il corpo qualcosa che esprima quello che consciamente non ha potuto esprimere.
Ecco che se una persona mi ha fatto uno sgarro che non ho digerito inizio a soffrire di ulcera, o se qualcuno mi impedisce di esprimermi comincio a soffrire di mal di gola…
Sono teorie che conosciamo già grazie al lavoro di Claudia Rainville, Alexander Lowen o della nostra Gabriella Mereu (tanto per citare qualche nome), oltre che per l’opera rivoluzionaria del già citato Dr. Hamer. Tuttavia qui si nota uno sforzo di teorizzazione e di chiarificazione non indifferente, che aggiunge qualcosa in più.
Particolarmente originale poi, a chiusura del volume, è il terzo Quaderno, essenziale per la comprensione del lavoro del CRIDOMH soprattutto perché chiarisce un punto chiave: il metodo dei casi unici.
Sostanzialmente, anche qui mescolando casi clinici e teoria ben spiegata, il Quaderno spiega perché ogni caso patologico debba essere trattato come unico e irripetibile, evidenziando un’idea che è forse tra le più rivoluzionarie del libri.
Tutta la nostra scienza medica si basa su un concetto errato: quello di rilevamento statistico.
Ad esempio se tra le persone obese le patologie cardiovascolari sono n volte più frequenti rispetto alle persone normopeso, se ne deduce scientificamente che l’obesità è la causa dell’infarto.
Ebbene: secondo gli autori, questo non è vero, dal momento che l’obesità descrive solo un fattore di rischio cardiovascolare. E questo vale per ogni patologia… praticamente non conosciamo la causa oggettiva di nessuna patologia davvero grave che non dipenda da un trauma fisico o da un avvelenamento grossolano, perché se così fosse, ognivolta che qualcuno presenta quel determinato stile di vita dovrebbe presentarsi quella patologia, così come ogni volta che ti dai una martellata su un dito si crea un ematoma interno.
Scrive a tal proposito il neurologo Thomas-Lamotte:
“Strictu sensu, un fattore di rischio non è mai la causa diretta di una malattia. L’età avanzata non è la causa diretta dell’Alzheimer. (…) Una stessa causa deve essere individuata ogni volta che vi è una patologia di un organo o di un altro. Non è perché la curva del numero di ascensori è cresciuta parallelamente a quella dei divorzi (studio effettuato in Francia alla fine del secolo scorso) che bisogna distruggere gli ascensori per sopprimere i divorzi!“
Quello che serve è ascoltare, ascoltare a fondo per capire oltre i fattori di rischio, cosa sta dicendo quella persona in quel momento con quel sintomo.
Prassi che non a caso è alla base del lavoro che facciamo nel nostro Wellness Coaching Club.
Peraltro quest’ultimo Quaderno, probabilmente il più stimolante dei 3 almeno per i non specialisti, offre anche un’interessante lettura simbolica degli organi, utilissima per capire come mai ci ammaliamo in una parte del corpo e non in un’altra. Per esempio i problemi legati ai visceri rimandano all’identità personale, gli arti inferiori simboleggiano le relazioni, il pancreas l’equità, i reni la sopravvivenza fisica, e così via dicendo.
Un libro interessante, che dice cose nuove e che anche quando riprende concetti già espressi lo fa in un modo chiaro e molto professionale.
La Compensazione Simbolica
Cridomh – G. Mambretti, P. Obissier, dr. P.J.Thomas-Lamotte
Libro in 271 pagine
2012 – Uno Editori
Assolutamente da leggere e testare per chiunque si occupi di benessere Olistico o creda nel paradigma funzionale della Psicosomatica, puoi ordinare subito La Compensazione Simbolica, direttamente on line, cliccando qui!
🙂
Leonardo Di Paola
Wellness Coach & Trainer
Fondatore e Autore del Wellness Coaching Club – Weco Club
Ti piacerebbe anche...
Clicca qui per scaricare gli Omaggi I FEEL GOOD!
Clicca qui per dare un'occhiata a Ebook e Corsi I FEEL GOOD!
Clicca qui per la nostra Affiliazione solidale 100% Win Win!
Lascia un commento