L’abbiamo vissuto tutti almeno una volta, trovandoci di fronte a una decisione rilevante, mentre soppesavamo i pro e i contro: una voce – che sia stata conscia o inconscia – ci ha costretto a mettere sul piatto della bilancia anche un castrante “che diranno gli altri“…
Quando facciamo scelte autonome, intelligenti, coraggiose, alternative, diverse dalla gregaria massa, abbiamo paura di essere considerati estremisti, integralisti, emarginati, disadattati, talebani… 😯
Accuse quanto meno curiose considerando il mondo in cui viviamo…
Un mondo crudele, senza freni né barriere, in cui quasi tutti vanno di corsa con un’appendice multimediale nella mano – equivalente umano del paraocchi equino – senza porsi più domande, né cercare connessioni causa-effetto…
E se gli estremisti, integralisti, emarginati fossero quelli che non si conformano e che non hanno paura di sembrare diversi?
E se gli estremisti, integralisti, emarginati fossero quelli che non obbediscono ciecamente ai diktat della pubblicità ipnotica?
E se gli estremisti, integralisti, emarginati fossero quelli che continuano a ragionare con la loro testa e un pizzico di sano buon senso?
“Con il mio cibo non uccido animali, creo meno inquinamento di falde acquifere e terreno, meno gas serra clima-alteranti, diminuisco il rischio di malattie per me e per i miei simili, creo le condizioni perché a livello mondiale çi sia cibo per tutti e non solo per i privilegiati, proteggo meglio la mia salute.
Mangio carne soprattutto da allevamenti intensivi, contribuisco a un olocausto quotidiano di animali, alimento in maniera notevole i gas serra clima-alteranti, contribuisco a creare focolai di epidemie, inquino suoli e falde acquifere, diminuisco la disponibilità di cibo a livello mondiale, ho più facilità di ammalarmi di gravi malattie cardiocircolatorie.
Chi è l’estremista fra i due?
Vivo in campagna, inquino meno, sono a contatto con la natura, cosa che notoriamente fa bene a chiunque, respiro aria buona, non rischio ogni momento di essere investito, faccio attività fisica senza spendere soldi, i miei figli sanno che la frutta nasce sugli alberi e non dalle vaschette del supermercato, mi coltivo molto di ciò che mangio senza uso di concimi chimici e pesticidi che inquinano acqua e terra, mi autoproduco molta dell’energia che mi serve, gli affitti delle case sono più bassi, spendo poco.
Vivo in città, rumore, stress, tutti che corrono. Traffico impazzito a ogni ora del giorno e della notte, interi anni di vita buttati nelle code delle strade e degli uffici pubblici, figli che devono essere continuamente controllati e scarrozzati ovunque con le automobili, passeggini ad altezza tubo di scappamento, mezzi pubblici costosi e allo sfascio, il verde solo un lontano e vago ricordo, inquinamento alle stelle, cibo trattato chimicamente e di plastica, cemento ovunque. Non posso autoprodurmi granché di energia e cibo, gli affitti delle case sono alti, spendo molto.
Chi è l’integralista fra i due?
Leggo libri, medito, rifletto, parlo con la mia famiglia, vado a teatro, al cinema, a un concerto, invito gli amici a cena per parlare con loro, esco dopo cena a fare una passeggiata o guardare la
luna e le stelle, risparmio i soldi del canone e un po’ di elettricità, gioco con i miei figli, loro leggono libri, inventano giochi e storie, fanno crescere la loro creatività.Guardo la televisione che produce idiozie a pieno regime 24 ore su 24. Migliaia di canali pieni di violenza, guerre, massacri, fìlm horror, pubblicità di qualsiasi cosa che invade ogni trasmissione sempre più massicciamente. Donne e uomini oggetto che fanno ininterrottamente a gara per dimostrare chi è il più deficiente, informazioni di parte, inattendibili e distorte che arrivano direttamente dalla voce del padrone. I miei figli fanno fatica a concentrarsi e sono irrequieti, chiedono continuamente di acquistare prodotti visti infinite volte nelle pubblicità fra una trasmissione e l’altra, non rimane molto tempo da passare assieme con loro.
Chi è il talebano fra i due?
Il vero talebano, integralista, estremista oggi è chi accetta la follia quotidiana dei nostri tempi, ci si accomoda, non si ribella, non fa nulla di saggio per sé e per i propri figli, vive e li fa vivere in posti indecenti anche se potrebbe fare altrimenti, chi fa lavori assurdi, noiosi, ripetitivi senza senso, nocivi e potrebbe almeno cercare di fare altro come se poi la vita durasse mille anni e chissà quando si farà quello che “era” giusto fare, chi trova ogni scusa possibile semplicemente per nascondere la pigrizia di poter e voler fare altrimenti.
Queste persone sono i talebani, gli estremisti, l’esercito dell’assurdo che è così convinto e attaccato alla propria paura di cambiare anche solo di un pochino, che deve per forza tacciare di estremismo chi qualche scelta, pensando con la propria testa, cerca con fatica di farla, chi segue un’altra strada rispetto a quella della pubblicità, una strada normale, moderata, per nulla estremista ma semplicemente di buon senso.
Ma quando, nella nostra società, si è “normali”? Quando non lo si è? Chi determina la nostra presunta “normalità”?
Il più delle volte, aderire a un modello socialmente accettato ci fa diventare automaticamente “normali”, non importa quanto questo modello sia insensato e assurdo.”
(Da “Solo la crisi ci può salvare” di Paolo Ermani e Andrea Strozzi)
Ho voluto citare quasi per intero questo brano di Paolo Ermani e Andrea Strozzi perché difende con calma e chiarezza una posizione che condivido pienamente e che non sempre, nella foga del discorso con chi mi taccia di essere “strana”, riesco a trasmettere con questa lucidità…
E poi perché sarei “strana”?
Solo perché non mangio junk food, carne e latticini zeppi di ormoni, scelgo cibo vegetale e locale, sto cercando di costruire una Comunità intorno a un Ecovillaggio, faccio l’orto, riciclo e riparo invece di buttare soldi e tempo di vita in merci sempre più scadenti, uso detergenti bio e non voglio intossicarmi con chimica inutile, me ne frego della moda, non indosso cancerogeni reggiseni né vestiti appiccicosi e soffocanti, non sono attaccata a nessun tipo di TV (di stato o satellitare che sia), leggo libri e mi esprimo ancora con le parole, senza delegare i miei stati d’animo a insulsi pulsanti emoticon (e per inciso non possiedo uno Smartphone ma ho un vecchio cellulare Nokia da oltre 10 anni che non uso quasi mai…)
E allora?
Sono sicura che siamo in molti a fare così (e anche meglio) 😉
Di una cosa sono certa, spesso la verità è nella direzione contraria a dove va la massa, attratta dalla comodità ad oltranza, dalle chimere di una vita recitata da condividere in vetrina scimmiottando i cosiddetti VIP della TV (recita che – tra l’altro – raramente rende felici e realizzati…)
E’ vero sono “strana“, ma in un mondo noncurante degli altri (tranne che dei giudizi dei nostri più intimi simili, certo!), che se ne frega dell’ambiente, che devasta il bene comune, un mondo che – tanto per fare un esempio – chiama “ortoressici”, quelli che cercano di rimanere sani mettendo in discussione etichette alimentari piene di conservanti, chimica e olio di palma…
In un mondo così, essere “normali” è quasi un insulto! 🙁
Ben vengano gli “strani” che vogliono cambiare le cose… E senza per forza doversi etichettare (Zeland docet)…
Estremisti? Direi piuttosto “rispettosi degli estremi” e orientati a valorizzare ogni aspetto olistico della vita, oltre la polarità e la limitante visione del dualismo! (Divulgando Crescita Personale e Spirituale mi azzardo a dire che si tratta di una cosa buona. 😛 )
Integralisti? Direi piuttosto “integri“, “integrali“, tutti di un pezzo, insomma! (Studiando Nutrizione so che si tratta di una cosa buona. 😛 )
Emarginati? Direi piuttosto “fuori dal gregge”, nelle zone di confine, di margine, dove c’è vita, incontro di persone vere, biodiversità. (Praticando Permacultura, anche qui giurerei che si tratta di una cosa buona… :-P)
Non temiamo le etichette! Le parole contano poco (soprattutto in bocca a chi ancora non può vedere)…
Temiamo piuttosto i fatti!
Temiamo la crudeltà, l’indifferenza, la devastazione, la solitudine.
E soprattutto…
Non perdiamo tempo a discutere, reagire, litigare… Ma diamoci da fare.
Ed agiamo per migliorarci e migliorare il mondo, ogni giorno di più.
Per questo aspetto, e molto altro, ti consiglio un libro che ho letto con grande interesse, riempiendolo di post-it e note, e che ora si trova in bella vista nella mia biblioteca “strana”, quella zeppa di libri di Decrescita, Transizione, Permacultura, Bioedilizia, Downshifting, Detox… Come puoi immaginare un titolo del genere mi ha intrigato… 😉
Solo la Crisi ci può salvare.
Basta con la follia della crescita!
Siamo noi i principali artefici del nostro destino, oppure le scelte che ci riguardano dovranno sempre essere delegate ad altri?
Paolo Ermani e Andrea Strozzi
239 pagine – Edizioni il Punto d’Incontro
Lo trovi qui nella mia Libreria on line di fiducia.
Buona lettura!
🙂
Viviana Taccione
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