Dall'Anima all'Ego: le nuove regole del gioco da conoscere!

Tutti noi, tutti noi, abbiamo una duplice natura.

Abbiamo una natura corporea, mortale ed una natura spirituale, probabilmente immortale. O per meglio dire siamo fatti di materia densa (cellule, muscoli, organi, ossa) e di materia sottile (Anima, energia vitale, spirito).

Mi piace vedere la vita come un gioco. La vita della nostra Anima è un gioco, perché ha delle regole, ha uno scopo, e presumo che sia comunque divertente farlo. E l’incarnazione è un altro gioco, magari meno sublime, ma forse più educativo. Un gioco diverso che la nostra Anima, decide di giocare.

Ad un certo punto l’Anima superiore, decide di giocare, si lancia dal suo piano di esistenza ed entra in un corpo, in questo nostro attuale piano di esistenza. L’Anima è il pilota della nostra esistenza globale, e anche quando ci incarniamo mantiene un suo ruolo fondamentale, di guida, restando sempre collegata all’Essere Superiore, all’Energia Divina tramite il suo spirito, il suo sé superiore.

Tuttavia, poiché vivere in un corpo con un cervello, un sistema nervoso, un cuore, delle emozioni è tutta un’altra storia… quasi per un tacito contratto, reiterato da millenni, l’Anima affida il suo corpo all’Ego.

Lei, l’Anima, resta il Presidente del corpo, ma è il famoso Ego, questa nostra identità centrale mentale, a gestire materialmente le cose.

Quindi, fammi vedere se ho capito bene, l’Anima è il Presidente che ha “gli agganci” ai piani superiori, mentre l’Ego è l’Amministratore Delegato e si occupa delle relazioni pubbliche, del personale, del rapporto con clienti etc… Mi sembra che la cosa si complichi un pochino…

Apparentemente sì… E’ questa la metafora che avevo in mente! L’Anima ci rappresenta meglio come individui nella nostra interezza, ma se vogliamo il suo “uomo sul territorio”, il suo direttore esecutivo è l’Ego (o mente egoica).

The man!

O the woman, non lo so… Comunque è l’Ego che chiameremo stasera anche “mente egoica”.
Quindi cominciamo con il dire che – sempre secondo noi – l’Ego è importante su questo piano di esistenza, in questa dimensione… Ci sono tante scuole che dicono che l’Ego va distrutto, che l’Ego è il male… io non credo che la situazione sia così… se c’é ci sarà un motivo.

Sì che poi avere in mente qualcosa da distruggere già… non è una cosa bella! Già parti male…

L’abbiamo detto… se ti butti su un opposto, comunque c’è sempre qualcosa che non va… E’ uno squilibrio in ogni modo… Comunque sicuramente lui conosce le regole del gioco, tanto che si potrebbe dire che forse senza di lui non ci sarebbe questa partita, no?

Secondo me il modo migliore per inquadrarlo è quello di considerarlo metaforicamente una specie di sparring partner evolutivo per la nostra Anima… (Sapete i pugili, quelli con il caschetto che vanno sul ring, e aiutano il campione ad allenarsi… )

Un po’ come il contesto storico, geografico, culturale in cui ci lanciamo, l’Ego rappresenta secondo me i limiti che in quella incarnazione vogliamo superare, le prove da affrontare, le ombre da accettare…

Il suo scopo, credo, possa essere quello di aiutarci a riscoprire noi in una luce nuova, creandoci difficoltà per rendere il tutto più stimolante…

Un po’ come le carte delle penalità nei giochi di società?

Sì, brava… la metafora del gioco è interessante…

Io le perdevo sempre quelle carte, non so perché… Quando si cercava nella scatola “vediamo se c’è tutto per giocare”, quelle carte là non c’erano mai… 😉

(Andrebbe approfondita questa cosa!) Comunque, restando in tema di giochi… è un po’ come quando giocavamo a nascondino…

Oh… senti che ti sento dire. L’ultima volta ho citato io il Gioco del telefono e adesso che fai?

Io cerco di imparare… Abbiamo detto che una delle migliori metafore per descrivere la vita è quella di vederla come un gioco meraviglioso e divertente che decidiamo ad un certo punto del nostro percorso di giocare con gioia e con passione.

Quindi non si deve essere “seriosi” quando parliamo di spiritualità?

Secondo me, assolutamente no… La Vita è fatta per divertirsi.

Mi piace molto quel passo di Conversazioni con Dio di Neale Donald Walsch in cui Dio rivela a Walsch l’origine dell’umorismo:

“Che cosa ti ha indotto a pensare che Dio sia soltanto degno di reverenza? Dio è l’alto e il basso. Il caldo e il freddo. La destra e la sinistra. La reverenza e l’irriverenza.
Credi che Dio non possa ridere? Pensi che Dio non se la goda per uno scherzo riuscito? Ti risulta che Dio sia privo del senso dell’umorismo? Te lo dico Io, è stato Dio a inventare l’umorismo.”

Questo TT mi piace sempre di più. La domanda è: Dio soffre il solletico? “Te lo dico Io, è stato Dio a inventare l’umorismo.” Chissà cose ne penserebbe la Santa inquisizione di questa frase… Mi devono aver bruciato un bel po’ di volte, in passato, come tutti noi qui in sala, tutte le Anime evolute (a prescindere che siano oggi donne o uomini), credo siamo stati un po’ bruciacchiate o magari siamo stati anche… Inquisitori… chissà!!! Anzi sicuramente. Perché tutti noi abbiamo vissuto diversi ruoli, perché si impara da tutto no? Altrimenti ci sarebbero “Anime fortunate” e “sfortunate”. Ma questo non è…

Anche essere inquisitori fa parte del Gioco, se vogliamo… sta di fatto che questo gioco – dal punto di vista dell’Anima – ha delle regole nuove, regole che sul piano della vita dell’Essere supremo, dell’Anima non incarnata non esistevano e non si potevano ancora esperire…

Ce ne sono diverse di regole quando uno arriva “qua”:
– regole fisiche (forze nuove come la gravità o il calore, non credo che l’Anima sperimenti questo tipo di energie…),
– regole percettive (abbiamo dei punti di vista limitati nello spazio, vediamo le cose da un solo punto di vista, ci sono nuove modalità di percezione dell’energia, per esempio sentiamo i suoni con i timpani, sentiamo la pressione sulla pelle…),
– regole logiche (la matematica, il principio di causa/effetto…),
– regole sociali (lo scambio, l’affetto, la sessualità, ma anche il conflitto, il contrasto, la lotta, la violenza…),
– regole fisiologiche (abbiamo esigenze fisiche: dobbiamo mangiare, bere, dormire, …).

Che cos’hanno tutte queste regole più o meno in comune, se dovessimo tirare fuori un minimo comune denominatore?

Fanno tutte riferimento ad una sola grande regola: in questo mondo, in questo nuovo gioco, vige la regola generale della distanza, della separazione, laddove invece sul piano dell’Essere vige la regola dell’unione, dell’unità e della coincidenza totale del tutto.

Il filosofo Jiddu Krishnamurti, scrive:

“quello che separa te dalla totalità delle cose è il pensiero. Ed il pensiero non può essere usato per favorire un’unità integrale. Di base siamo tutti uniti in modo integrale, e sfortunatamente, con il pensiero, ci siamo separati, ed agiamo da questo punto di separatezza, ed è questo che è responsabile del caos nella tua vita personale e per il caos nel mondo attorno a te. Il pensiero crea lo spazio, il pensiero crea il tempo.”

Il nostro mondo è – non a caso – il mondo del cambiamento, continuo, costante.

Se la regola base è la distanza… ecco spiegato perché abbiamo dovuto inventare il tempo e lo spazio… [continua]