Ecco la FOTO che abbiamo scelto per illustrare la strada legata all’uso delle Domande giuste.
Perché una domanda funziona sempre meglio di una affermazione…
“Quando vuoi facilitare il cambiamento in te o negli altri fai delle ‘domande potenzianti’ (…)”
Come leggerai, questo è solo una piccolissima anticipazione…
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ottima…..
roberto
Domanda vista la foto: ma esistono davvero posti così? Seconda domanda: e dove si trovano?
Sinceramente questa foto più che a fare e farmi domande mi ha dolcemente accompagnata nel silenzio. Già, perché credo che le Vere domande, quelle fatte alla nostra Essenza ed alle quali essa risponde, sono quelle che nascono in stato di meditazione.
Al di là di questo, nella vita di tutti i giorni ognuno di noi credo che di domande se ne faccia diverse. Il gioco, a mio avviso, è intanto imparare a riconoscere quelle che nascono dalla mente per evitare che destabilizziamo il suo territorio, e quelle che invece ci aprono a nuove possibilità e a nuovi orizzonti. Nella mia esperienza, sto sperimentando che funziona un simpatico giochino: di fronte ad una domanda che rimaneva senza risposta, fino a qualche tempo fa con caparbia ostinazione continuavo a porla senza tregua. Poi, grazie anche a quello che ho iniziato a vivere ed imparare all’interno del Weco Club, ho cominciato a farla, chiarirmela e lasciarla andare. Mi metto in ascolto ma non in attesa, senza caricarla di quelli che Zeland chiama “potenziali superflui”. E la risposta, al momento giusto e nella modalità più opportuna, arriva!
Come è vero che quando in questa nostra esperienza terrena riusciamo a sentirci, al di là delle situazioni esterne sicuramente a volte difficili, sempre disponibili a ricevere il meglio, il bello e buono che comunque in ogni cosa c’è, ci offriamo il grande dono di essere quei bimbi pronti ad iniziare un nuovo gioco, non solo e nella condizione migliore questo meglio a riceverlo.
La foto è bellissima, bravi Vivi e Leo, grazie ancora una volta 🙂
Buona serata a tutti e alla prossima 🙂
Ciao Ros,
certo che esistono posti così sono “Water Bungalows” e si trovano negli atolli della Polinesia, come ad esempio Bora Bora! 🙂
Pensa che alcuni hanno il pavimento di vetro per vedere il mare sotto… Ma non so quanti pesci riesci a vedere perché il posto non è così incontaminato come sembra visto che questi Bungalows comunque sono costruiti su pilastri di cemento… Costano uno sproposito, e magari c’è anche il rischio che ti venga il mar di mare…
Però – anche se non è tutto oro quel che luccica e avrei idee più ecologiche e “decrescitose” per le mie vacanze – è uno spettacolo solo a guardarli in foto, no? 😉
grazie Vivi..:-). Non si vede ovviamente dalla foto il cemento, e se è così senz’altro c’è altro di più ecologico e decrescitoso:-)
Bellissima la foto di oggi…………come tutte le altre del resto.
Anch’io come tutti mi pongo delle domande, molto spesso però, non ottengo risposte istantanee, e quando ciò avviene ripulisco con ho oponopono e affido tutto al divino.
Pace dell’io a tutti voi e GRAZIE a Leonardo e Viviana per questo bellissimo percorso di crescita spirituale.
Ciao a tutti,altra foto e posto incantevole;DOMANDE… da subito nella mia mente ha preso corpo un prof
che ci ricordava sempre che le domande era Lui a porle a noi.Oggi più o meno penso che se non tutti quasi tutti sanno (sempre per la sissite) che fare domande è un’ARTE.Le più famose:
CHI? QUANDO? DOVE? PERCHE’? ecc Inoltre penso che le domande devono essere giuste,corrette e soprattutto mirate.Per il programma che mi è stato installato penso che in alcuni casi ho fatto delle domande che avrei fatto bene a non fare;oggi penso che saper fare una domanda è un’arte ma che il vero artista è la persona in grado di dare risposte (…) a tutte le domande.Rinunciare a qualche risposta significa che la domanda l’ho già fatta (non so se ho capito bene),quindi ci rinuncio se noto imbarazzo se riguarda gli altri.Se invece le domande riguardano me stesso sarà molto difficile rinunciare perché diventano un chiodo fisso.Buona notte a tutti e GRAZIE.salvatorecz
Caro Salvatore, le domande potenzianti sono di 2 tipi: quelle che rivolgiamo a noi stessi, cui come scrivi è molto difficile rinunciare una volta che si inizia un certo percorso, e quelle che rivolgiamo a chi ci chiede aiuto, in un modo o nell’altro… In base alla mia esperienza non si possono fare domande potenzianti vere – se non ad un livello subliminare ipnotico, facendo ipotesi astratte o raccontando storie (una delle componenti del coaching) – ad una persona che non vuole trovare risposte.
Alla prossima! 😀
Ciao ragazzi!Foto incantevole,sento già con i piedi ammollo in uno scenario simile!!Domande ne facciamo tante,non solo a noi ma in ogni qualvolta ci relazioniamo con le altre persone;noto che le domande che noi facciamo non sono proiettate per un voler veramente far luce sul nucleo della situazione ma,presi da emozioni ed Ego nascono senza aver uno scopo!(e ovviamente senza portare un fine utile)Una domanda che ci si puó fare potrebbe essere:cosa potrei apprendere da questa situazione?Cosa mi fà da specchio questa persona/evento?Cosa quella persona ha voluto dimostrare?Come posso stare distaccato da questo argomento fine a se stesso?Mi sono venute in mente queste domande che possono tirare fuori un messaggio utile nei posti dove tutto pensiamo meno che trovare una lezione(o una risposta ad una domanda già fatta chissà quanto tempo prima!)!Buonanotte a tutti e buon weekend!
Ciao Gianpietro:-) Concordo con te, tante volte le domande e’ l’ego a farle…Così come quelle che accenni come “costruttive” è vero, ci aiutano a fare di ogni situazione e di ogni incontro un momento di comprensione e di crescita. Grazie per averle sottolineate.
Buon weekend a te:-)
Ciao Carissimi Viviana e Leonardo,
la foto che avete scelto mi inspira calma e pace, molto bella. Ultimamente mi sto ponendo tante domande, inizialmente semplici e poi più profonde. Certe volte le risposte le ho immediate, in altri momenti aspetto più tempo e la “soluzione” mi si presenta durante una situazione. Il problema è l’attaccamento verso la risposta e con un po’ di difficoltà mi permetto di lasciare andare e quando lo faccio noto che mi sento meglio, sciolgo il blocco, medito e mi arriva non una ma mille risposte!.
Buon fine settimana,
Anna
Riconoscendo che quasi sempre nella domanda c’è anche la risposta!
Vero, bravo! 😉
Domande…di domande ne facciamo e ce ne facciamo a quintali ogni giorno. Ma il vero problema è: sappiamo ascoltare le risposte? Sia che vengano da noi stessi o da altri o da ciò che ci circonda. Io penso che la difficoltà stia proprio nell’accogliere e capire le risposte. Molte volte quando pensiamo di non aver avuto risposta è perchè in realtà non l’abbiamo percepita e capita.
La foto è bellissima
Ciao Marina, condivido pienamente il tuo pensiero e mi ci riconosco. Cari Vivi e Leo, potreste descrivermi questa foto che in molti hanno apprezzato? Grazie ed a tutti buona serata.
Ciao Arianna,
la strada di oggi è in realtà un pontile di legno con intorno il mare azzurro cristallino della Polinesia che porta a dei bungalow di legno a palafitta sul mare.
Come spiegavo a Rossella, sono “Water Bungalows” strutture ricettive sull’acqua.
Non c’è terraferma nella foto, c’è solo pontile, ai lati mare poco profondo con sotto sabbia e (ci si immagina, pesci, conchiglie e pezzetti della vicina barriera corallina), bungalow e cielo.
Un abbraccio!
Fare domande ci arricchisce perché ci da modo di entrare nelle verità degli altri, di alzare veli che altrimenti nasconderebbero alla vista e alla conoscenza cose stupende, ci fa capire come le persone, i nostri amici, ma anche i nostri familiari, a volte i nostri stessi figli siano anche dei contenitori di sapienza e non solo presenze fisiche di contorno.
Fare domande non è però cosa di tutti, bisogna prendere l’abitudine a farle, e magari a farne di quelle giuste, potenzianti per noi, e anche per i “domandati”.
Fare spesso domande ci aiuta moltissimo all’ascolto degli altri perché ci costringe quasi a fare attenzione a ciò che ci ritorna in risposta, la persona che ha ricevuto domande in una conversazione ravvicinata si sente valorizzata nella sua individualità ed è portata a rivelarsi nella sua vera personalità, gettando la maschera di facciata, quella del personaggio di scena.
Fare domande è anche un ottimo esercizio di socialità utile per cercare l’avvicinamento ad individui altrimenti lontani da noi; a volte anche le più stupide, ma formulate al momento giusto, servono a rompere il ghiaccio e a stabilire un contatto immediato.
Quante cose discendono da questo atteggiamento positivo del fare domande!
Sforziamoci perciò di rompere il muro del silenzio ed esercitiamoci in questa nuova disciplina che dovrebbe entrare nello stile di vita sano di ogni persona.
Spesso per non chiedere si resta in una zona oscura a detrimento delle nostre certezze.
Ciao a tutti. 🙂
Condivido pienamente quanto detto da Michele Luigi:
“Fare spesso domande ci aiuta moltissimo all’ascolto degli altri perché ci costringe quasi a fare attenzione a ciò che ci ritorna in risposta, la persona che ha ricevuto domande in una conversazione ravvicinata si sente valorizzata nella sua individualità ed è portata a rivelarsi nella sua vera personalità, gettando la maschera di facciata”
Fare domande ci costringe ad ascoltare e rispondere a domande ci fa sentire valorizzati!
Come sono, quali sono le domande potenzianti? e quelle depotenzianti?
Grazie
Grandiosa domanda, Fiorenza… la risposta non è breve, né immediata… ti dico solo che una persona in grado di fare domande giuste personalizzate al momento giusto è già un Coach o un Counselor al 50%, lo insegniamo nel Weco Club…
In linea generale sono domande potenzianti quelle domande che si possono dare in risposta ad affermazioni negative, limitanti o depotenzianti, come una lamentela. Le domande direzionano l’attenzione.
A titolo di esempio (ripeto, è un discorso lungo), alcune domande potenzianti sono:
– domande chiarificatrici (in PNL quelle del Metamodello), domande che ti spingono a chiarire un pensiero negativo facendoti andare oltre il pregiudizio, l’abitudine mentale limitante o la lamentela ricorrente (es. lamentela: “ce l’hanno tutti con me!” > domanda potenziante: “tutti tutti? Sei sicuro che non c’è qualcuno che invece ti vuole bene?”);
– le domande di ricerca, quelle che ti aiutano a vedere o sentire qualcosa di potente e utile che non sentivi prima (es. affermazione limitante: “sono un’incapace!” > domanda potenziante: “pensaci un attimo… c’è qualcosa nella tua vita che è nato o dipeso da te e di cui sei fiero?”);
– le domande possibiliste, quelle che sostengono l’ottimismo, la possibilità, contrastando il pensiero limitante pessimistico e distruttivo e portandoci a vedere l’obiettivo realizzato (es. affermazione depotenziante: “non riuscirò mai a realizzare il mio sogno!” > domanda potenziante: “immagina… se accadesse un miracolo e ci riuscissi, che succederebbe nella tua vita? E ora che lo vedi, in che modo puoi tornare a ritroso da quel punto a dove sei adesso? Ipotizzi che azioni hai fatto tornando indietro dall’obiettivo a qui?”);
– le domande positive, quelle che ci fanno vedere il bello della vita o delle persone (es. affermazione negativa: “Odio tizio!” > domanda potenziante: “certamente hai i tuoi motivi… ma se dovessi trovargli un pregio – tutti ne hanno almeno uno – quale diresti che sarebbe? E un altro?”);
– le domande produttive, cioè quelle che in generale ci spingono a trovare un modo per risolvere un problema (es. “è una tragedia, perché è successo?” aiuta a prevenire un nuovo problema, ma raramente risolve quello in corso… meglio: “è una tragedia, che possiamo fare per risolvere?”)
Ovviamente le depotenzianti sono le altre, quelle che non allargano la mente, non chiariscono i pensieri, non illuminano la bellezza del mondo.
Spero di averti chiarito un po’ le idee! 🙂
grazie!! uno spiraglio si apre sempre a ricevere attenzione 🙂