Ieri abbiamo visto che cos’è la defusione, e ho condiviso con te il primo esercizio utile per prendere le distanze dai limiti imposti dalla nostra mente: “Io non sono il mio corpo“. (Trovi la prima parte di questo articolo Defusione – 1a parte:
Sei già riuscito a praticarlo? E’ estremamente potente e liberatorio, vero?
Oggi vediamo altri 2 esercizi, come sempre ti lascio un po’ di tempo per farli, e domani completiamo il quadro.
Ecco a te…
2. Io non sono il mio comportamento.
Le nostre azioni, passate e future, sono una delle più grosse fonti di stress: sensi di colpa per il passato, ansia per il futuro, dubbi sul presente. Nei comportamenti che pensiamo di aver messo in pratica rientrano gli errori, le colpe, i sintomi di incapacità, quindi è normale che si tratti di una categoria bella pesante… Eppure, per quanto in basso si possa scendere, non esiste cattiva azione che non si possa riscattare, in un modo o nell’altro, prima o poi…
Se riusciamo a capire che noi non siamo quello che facciamo.
Esistono cose brutte che capitano a persone meravigliose, e cose splendide che capitano a brutte persone… la differenza sta solo in ciò che accetti di vedere.
Per defonderti da un comportamento critico, puoi usare nella sua versione semplificata la Tecnica del Cinema, resa nota da Richard Bandler.
Pensa ad un evento di cui sei stato protagonista e che associ alla sofferenza, e immagina di poterlo proiettare su uno schermo cinematografico mentre tu siedi in platea. Prima di far partire il film, però, usa questo stratagemma: immagina di salire in cabina di proiezione, e di vedere dall’alto te stesso che vede questo film.
A questo punto manda avanti il film – solo tu puoi spingere play e stop – fermandoti se la proiezione ti fa stare troppo male e velocizzando la parte più dolorosa, come una moviola al contrario. Il trucco sta nel mandare avanti e indietro questo spezzone di film più volte, finché guardare questo pezzo di passato non ti è completamente indifferente, come se ci non fossi tu nello schermo, ma qualcuno che ti interpreta.
3. Io non sono il mio punto di vista.
Il mondo che vedi, senti e percepisci non è quello reale: è solo una rivisitazione deformata dal tuo punto di vista storico, dal tuo temperamento, dalla tua personalità, dalle tue esperienze, etc. Le idee, i valori, le convinzioni che condizionano la tua vita funzionano come una serie di occhiali – colorati, graduati, sporchi – che filtrano ciò che vedi, cambiandolo in modo sostanziale.
Per toccare con mano gli effetti della defusione del tuo punto di vista, pensa ad una qualsiasi situazione in cui qualcuno che conosci ha sbagliato, un comportamento che per te merita senza ombra di dubbio una punizione esemplare. A questo punto avvicinati con l’occhio della mente alla persona incriminata, contemplandone i peccati senza pietà.
Poi immagina di allontanarti salendo verso l’alto fino a vedere questa persona piccola come una formica, come se la osservassi da un aereo. Poi allontanati ancor di più, fino ad osservare l’intero pianeta terra, come se fossi su un satellite geostazionario. Quindi allontanati ancor di più, fino a vedere tutto il sistema solare, con la terra piccola come un puntino azzurro lontano nel buio. Infine immagina allontanarti ancor di più, fino a vedere solo il buio dell’universo puntinato qua e là di stelle.
Continua ad allontanarti, anche spostandoti eventualmente avanti nel tempo, finché non senti pervadere da una sensazione di pace profonda…
Non desidero disturbarti richiamandoti sul nostro bel Pianeta in questo tuo momento di contemplazione…
Quindi continuiamo domani!
😉
Leonardo Di Paola
Autore, Coach & Trainer
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