La crisi globale è soprattutto una Crisi di Cultura e Società…
“Se cerchi online un po’ di statistiche sui crimini, scopri che negli USA – patria per antonomasia di ogni eccesso – le cose stanno migliorando rispetto a 20 anni fa. Alleluia! Peccato che ci siano ancora 5 omicidi ogni 100 mila abitanti (il triplo di Roma), che ci siano 9 armi da fuoco ogni 10 persone e che l’1% della popolazione adulta viva in carcere (sì, hai letto bene: l’1%!)
Noi, dal canto nostro, abbiamo statistiche più incoraggianti su questo (anche se in alcune zone di Italia i numeri sono prossimi a quelli USA 🙁 ), ma ci sono altri dati che danno da pensare… Per esempio le separazioni e i divorzi, che negli ultimi 15 anni sono più che raddoppiati. E se vivi in una grande città sai bene che spesso non si conosce neanche chi abita sullo stesso pianerottolo…
Una società di persone sole, alienate, tristi e depresse…
“Al modello di civiltà industriale sempre-crescente si accompagna anche l’aumento della criminalità, del consumo di farmaci di ogni tipo e delle malattie mentali”. Guido Dalla Casa
E indovina un po’ chi la fa da padrone in tutto questo? Chi decide, chi guida il gregge e manipola le masse?
Ovviamente lo sai bene… Il Grande Fratello! No, non parliamo del demenziale programma TV, ma del dittatore virtuale che tiene sotto controllo l’umanità nel romanzo “1984” di George Orwell:
“Nessuno ha mai visto il Grande Fratello. È un volto sui manifesti, una voce che viene dal teleschermo. Possiamo essere ragionevolmente certi che non morirà mai. Già adesso non si sa con certezza quando sia nato. Il Grande Fratello è il modo in cui il Partito sceglie di mostrarsi al mondo. Ha la funzione di agire da catalizzatore dell’amore, della paura e della venerazione, tutti sentimenti che è più facile provare per una singola persona che per una organizzazione”.
Una pillola di futuro dato che oggi – senza alcun dubbio – il Grande Fratello è perfettamente incarnato dalla TV. E quel che è peggio, una TV sempre più violenta, che colpisce tutti noi, soprattutto i più deboli, cioè i bimbi.
Come scrive Eric de la Parra Paz:
“Quando guardate la TV, il cervello crede che quello che sta vedendo sia reale, senza nessuna differenza con la realtà”.
Studi di oltre 10 anni fa sul prime-time americano (la programmazione TV più vista, quella dell’ora di cena) riportano in una settimana 45 scene di sesso, 57 assassini, 99 aggressioni, 29 scontri di veicoli e 22 casi di abuso su minori. E oggi la situazione non è certo migliorata…
Ma il problema non è esclusivamente statunitense, come sempre. Quando un bimbo italiano si affaccia in prima elementare porta con sé circa 1.800 scene di violenza, che – se sono nulla rispetto alle 100.000 che si ciucciano i bimbi USA nello stesso periodo – restano comunque un dato inquietante.
Allucinante, ma decisamente credibile, la riflessione di Paolo Ermani e Valerio Pignatta sulla virtualizzazione del mondo teletrasmesso, che sembra strumentalizzata nella dicotomia “inferno-paradiso” per meri scopi di marketing pubblicitario.
“La violenza, la competizione, il conflitto di sentimenti e la loro incarnazione in azioni sono più facilmente rappresentabili che non la serenità, la spiritualità, la disponibilità.
Rendono di più, catturano il telespettatore con una serie infinita di accorgimenti tecnici studiati per non far cadere l’allarme dei suoi sensori che sarebbero terribilmente a riposo (per le imprese pubblicitarie!) nell’osservare rappresentazioni gaudenti di cooperazioni armoniose, sentimenti di concordia e di unità.
Quelle vanno dipinte nei quadri fiabeschi del paradiso pubblicitario dei consumi (…) bombardando l’utente attonito al momento giusto con qualcosa di rassicurante, di distensivo cui egli possa poi ricollegare la propria serenità”.
Lo diceva anche Marshall McLuhan nel 1964 parlando della pubblicità:
“Gli annunci sono notizie. Il problema è che si tratta sempre di buone notizie. Per equilibrare il loro effetto e vendere in modo efficace una buona notizia è indispensabile che i giornali e la tv presentino un mucchio di cattive notizie”.
Detto in altri termini, è più facile presentare il Mondo del Consumo come il Paradiso se viene immerso in un flusso continuo di notizie tragiche e infernali.
La casalinga che canta e balla con pantaloni bianchi e assorbenti con le ali, diventa così – nonostante l’assurdità della situazione – un “modello di pace e serenità da perseguire”, tanto più se messa a confronto con l’ultima strage nella striscia di Gaza.
Agghiacciante! 🙁
L’altra sera in un locale pubblico disturbato dall’immancabile televisore al plasma, ci siamo dovuti sorbire nostro malgrado la sgradevole “Prima Pagina” di un noto TG commerciale, scoprendo sgomenti che gli spot si sono intrufolati anche nei TG! In pratica trasmettono i titoli e la prima notizia – quella più tragica, gonfiandola e sollevando il problema nel modo più funesto – e poi prima dell’inizio del TG vero e proprio, ti rifilano un bel blocco pubblicitario allegro e spensierato che spicca per la sua desiderabilità….
Ma come caspita abbiamo fatto a ridurci così?”
Estratto dal Manuale anti-crisi “IL BOTTO! 50 cose da fare per trasformare la crisi in opportunità prima che arrivi...” di Viviana Taccione e Leonardo Di Paola, in versione Libro, Audio-libro e Ebook.
Guarda il video BookTrailer e scopri tutto su “IL BOTTO!” sul sito ufficiale del progetto, qui: www.ilbotto.it
Per riflettere insieme… Perché insieme possiamo farcela!
🙂
Ti piacerebbe anche...
Clicca qui per scaricare gli Omaggi I FEEL GOOD!
Clicca qui per dare un'occhiata a Ebook e Corsi I FEEL GOOD!
Clicca qui per la nostra Affiliazione solidale 100% Win Win!
Lascia un commento