La quarta crisi globale è quella dello Stile di vita…
“Stiamo economicamente e fisicamente andando a rotoli, dunque. Ma queste non sono le uniche situazioni tragiche che ci stanno sfuggendo di mano. Se a fronte di questi dati allarmanti potessimo sostenere di essere rilassati e di goderci la vita, allora ci sarebbe almeno un motivo per continuare ad auto-distruggerci. Anche se si tratterebbe di una visione del mondo quantomeno discutibile, decisamente masochistica e autolesionista…
Ma, ahinoi, non è neanche così. 🙁
Abbiamo molti più soldi da spendere e occasioni da vivere di quanto avessero i nostri genitori, ma abbiamo anche sempre meno tempo libero, con l’onnipresente stress che la fa da padrone a casa, sul lavoro, persino in ferie!
L’immagine della “Ruota del topo”, coniata da Robert T. Kiyosaki per descrivere l’attuale stile di vita occidentale, in cui più guadagni e più spendi, trascorrendo una vita a correre per accumulare debiti relativi a beni e servizi che non sei neanche più tanto capace di goderti (quanti tornano dalle ferie più stanchi di prima?), è agghiacciante. Ma purtroppo è anche estremamente puntuale e realistica. (…)
E non importa di che ceto sociale tu sia: se non vivi di rendita, la tua gabbia può essere piccola o grande, di plastica o d’oro… ma una cosa è certa, tu sei lì dentro che corri. Anzi, se chi sta in una gabbietta stretta, con un lavoro che non ama e che non gli consente neanche di sostenere bene la famiglia, è nella migliore condizione per cambiare le cose… Non tutti sono così fortunati.
Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, sta peggio chi ha scelto la sua professione, e che oggi ne è schiavo, tra gratifiche e soddisfazioni. I professionisti di successo infatti si potrebbero trovare in una situazione ancor più perniciosa, schiacciati in uno stile di vita socialmente rispettabile e invidiabile, che però sovrasta e mortifica tutto ciò che non è lavoro.
E’ difficile rendersi conto di essere in una prigione, quando è così ben superaccessoriata.
Perché ti parliamo di questo?
Perché la “Corsa del Topo” è un problema sociale.
Ce la propinano in famiglia e poi a scuola, indirizzandoci verso studi che conducono a carriere ben pagate… Lavori che siano universalmente apprezzati, con stipendi che ci paghino casa in città, villetta a schiera al mare, elettrodomestici ultraperformanti, guardaroba firmati e macchinoni energivori…
Perché “chi non lavora non fa l’amore” e “i soldi non crescono sugli alberi”…
(E’ vero, i soldi non crescono sopra agli alberi… Ma ringraziando Madre Natura, sugli alberi e nel terreno sottostante crescono un sacco di altre cose che non avremmo più bisogno di andare a comprare! Ma ne parliamo dopo, adesso lasciati impressionare ancora un po’… E’ per il tuo bene! 😉 )
E quindi si resta in gabbia a lavorare, aspettandosi che il datore di lavoro, i sindacati, il governo – o chi per loro – ci tutelino e mantengano le loro promesse… Nella speranza di arrivare alla pensione e di godersi un’assistenza sociale che sappiamo potrebbe non arrivare mai (si dice che anche l’INPS sia a rischio “Botto”, lo sai vero?)
E nel frattempo… A dimenticare tutti i nostri talenti, il motivo speciale per cui siamo arrivati qui, sul Pianeta Terra che ci piace tanto definire “il Parco Giochi della nostra Anima”.
La “Corsa del Topo” è infatti soprattutto un problema spirituale.
Perché la cosa triste è che consumiamo la vita dietro a qualcosa che non ci appaga o che ci impedisce di vivere a più dimensioni. Solo una esigua minoranza di persone può dire di fare un lavoro che ama, un lavoro creativo in linea con le proprie passioni e competenze, con la propria Mission di vita e di trovare anche il tempo per godersela.
Tutti gli altri si sentono schiacciati, avviliti, angosciati, con un contratto di lavoro che li lega 8-10-12 ore al giorno per 30-40-50 anni… 🙁
Come affermato da Italo Cillo in un convegno di qualche tempo fa: “E’ la nostra essenza spirituale che noi svendiamo nella Corsa del Topo”.
Siamo inchiodati individualmente e culturalmente in quello che l’antropologo Gregory Bateson, uno dei grandi precursori della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e del Pensiero Sistemico, definirebbe “doppio vincolo” (double bind): vorremmo rallentare e goderci la vita, ma per permetterci di farlo dobbiamo continuare a correre per avere i soldi, e finché corriamo non possiamo fermarci e goderci la vita… 😯
E questa crisi dello stile di vita, che ci porta a vivere sempre in affanno, sempre più spompati e insoddisfatti, si riflette inevitabilmente anche sul nostro mondo familiare e sentimentale…”
(…)
Estratto dal Manuale anti-crisi “IL BOTTO! 50 cose da fare per trasformare la crisi in opportunità prima che arrivi...” di Viviana Taccione e Leonardo Di Paola, in versione Libro, Audio-libro e Ebook.
Guarda il video BookTrailer e scopri tutto su “IL BOTTO!” sul sito ufficiale del progetto, qui: www.ilbotto.it
Fermati un attimo per rifletterci su… Insieme possiamo farcela!
🙂
Ti piacerebbe anche...
Clicca qui per scaricare gli Omaggi I FEEL GOOD!
Clicca qui per dare un'occhiata a Ebook e Corsi I FEEL GOOD!
Clicca qui per la nostra Affiliazione solidale 100% Win Win!
Lascia un commento