Da pochi giorni sono finiti a Parigi i lavori della COP21, la Conferenza per il clima dove i Leader mondiali si sono incontrati per cercare di arginare i danni che sono stati fatti all’Ambiente e stipulare un accordo vincolante e universale sul clima…
Anche se si respira un’aria di speranza, anche se sulla carta l’Accordo di Parigi firmato dai 196 partecipanti ha proposto un rigido programma di “Net-zero human emissions”, cioè Emissioni umane nette zero, è tutto da vedere…
Prima di tutto l’accordo andrà ratificato a New York entro la Primavera del 2017 da almeno 55 paesi che rappresentino il 55% delle emissioni di Gas serra. Dopo di che tantissime modifiche dovranno essere apportate nelle politiche interne dei paesi.
Se pensiamo a quanto ci abbiamo messo in Italia a decidere di togliere le buste di plastica dai negozi, e a mettere fuori legge le galline in gabbia (e che tra deroghe, eccezioni et similia ci sono ancora sia le une che le altre 🙁 )
Per non parlare poi del TTIP (Eh già perché qui con una mano si dà e contemporaneamente con l’altra si leva 🙁 ), l’Accordo Commerciale Transatlantico Usa-Europa che difende in toto gli interessi meramente economici delle multinazionali e che toglie potere ai governi delle singole nazioni che potrebbero venire denunciati per “mancati profitti” se per esempio facessero delle pubblicità progresso contro il fumo, gli alcoolici o gli psicofarmaci! 😯
Ad ogni modo, non andiamo fuori tema…
Sono perplessa perché se anche l’Accordo di Parigi venisse ratificato in tempo, messo in pratica e compagnia bella… Se il mercato riuscirà ad offrire prodotti migliori e più green, questo da solo non basterà per fare marcia indietro e salvare il Pianeta.
Come scriveva già nel 2002 Luigi Sertorio nella sua “Storia dell’Abbondanza”, se continuiamo a produrre a questi ritmi, anche con una fonte energetica rinnovabile, per assurdo sarà peggio. Perché almeno i combustibili fossili prima o poi finiranno imponendo una seria rivalutazione del nostro stile di vita.
Ma se troviamo un’energia pulita e magari anche a costo zero, chi si ferma più?
Ci sarebbero tre conseguenze gravi: si brucerebbero sempre più materie prime e “risorse di miniera”, aumenterebbero ancora di più i rifiuti e l’inquinamento, e poi – dato che energia è uguale a calore – aumenterebbe a dismisura l’entropia, con un grande aumento della temperatura ambientale.
Dove si troveranno più le materie prime – seppur naturali e vegetali come legno, bambù, carta – se le consumiamo più velocemente di quanto Madre Terra riesce a rinnovarle?
Quanto possiamo ancora scavarci la terra sotto i piedi alla spasmodica ricerca di ferro, alluminio, rame, zinco, argento, silicio, etc… Tutti minerali non rinnovabili?
Dove andrebbero tutti gli scarti? Quante altre mastodontiche isole galleggianti di immondizia possiamo sostenere prima di capire che dobbiamo smettere con la produzione di imballi inutili e usare materiali rinnovabili, compostabili, riutilizzabili?
Quante altre catastrofiche “dead zone” come quella del Golfo del Messico – zona di mare grande come la Lombardia invase da alghe cresciute grazie al fosforo e all’azoto dei pesticidi agricoli – serviranno prima di farci smettere di distruggere la vita marina, smettere con la follia degli allevamenti intensivi e passare ad un’agricoltura biologica, naturale, permaculturale e sinergica?
E che dire dei nauseabondi fiumi fosforescenti inquinati da chimica e coloranti in Cina, chimica che ritroviamo nei giocattoli dei nostri figli, in abiti e accessori, e tanta robaccia a buon mercato? La notizia di questi giorni? I Cinesi comprano bombolette d’aria pulita dal Canada a 50 volte il prezzo di una normale acqua minerale… Sembra una barzelletta, ma è un’atroce verità!
L’Energia pulita non basta.
Si deve cambiare mentalità.
Per arrivare a essere Diversamente Ricchi.
Ne parliamo ormai da tempo!
Che fare all’atto pratico, dunque?
Ancora una volta cerchiamo di non delegare il nostro benessere, la nostra salute, così come la salute e il benessere del nostro Pianeta e di tutti quelli che vi abitano.
Adottiamo subito stili di vita più sostenibili, evitiamo gli sprechi, cerchiamo di ridurre le nostre emissioni di CO2 e compensare quella che inevitabilmente produciamo.
Piantiamo orti, giardini, alberi, arbusti, scegliamo un’alimentazione meno energivora, ricicliamo, ripariamo, spendiamo meno e meglio.
Dato che siamo al countdown di fine anno, ti segnalo che tra le mille cose che bollono in pentola in casa I FEEL GOOD, sta ripartendo anche la campagna ADOTTA UN ALBERO A WANGELAND per il 2016.
Il nuovo logo è già pronto! ;D
Se vuoi adottare un albero nel FruttOliveto dell’EcoVillaggio di Wangeland e scrivere una preghiera alla Grande Madre – o un’Intenzione come preferisci – che verrà attaccata all’albero, puoi cliccare qui:
http://www.ifeelgood.it/albero
Si tratta di alberi adulti di almeno 5 anni, non semi o bastoncini, che abbiamo piantato personalmente (c’è anche il video), e che stanno iniziando a dare un reale contributo per riassorbire la Co2, promuovere la biodiversità e ristabilire un suolo fertile.
Riceverai anche il Certificato di Adozione valido per tutto il 2016 e le istruzioni per poterlo esibire anche sul suo sito, sul widget del blog, sul profilo Facebook etc… per compensare la Co2 causata dalla sua presenza on line per 1 anno.
Io nel frattempo qui a Fuerteventura ho appena piantato un Mango e un Avocado (e con il ritmo forsennato con cui mangiamo frutta quasi come veri crudisti non credo che saranno gli unici!) e mi sto anche cimentando con semi di Limone, Membrillo, Papaya e persino con una talea di Banano… Ma questi alberi qui non valgono per le adozioni!!!
Fai in fretta… 5 alberi stanno aspettando proprio te!
A Wangeland ci sono ancora 5 alberi, tra mandorli e altri alberi da frutto meno “subtropicali”, che cercano un papà o una mamma a distanza, e tanti nuovi che pianteremo e innesteremo nei prossimi anni grazie anche al nuovo vivaio che abbiamo autocostruito con le finestre usate. 😉
Se puoi aiutaci anche a spargere la voce, grazie per quanto farai!
🙂
Viviana Taccione
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