Quanto vale un oggetto o un servizio?
Solo per quanto lo paghiamo?
Certamente no.
Ci sono diversi significati che possiamo dare alla parola “valore”.
I più intuitivi sono 3…
C’è, ovviamente, il prezzo in denaro pagato per l’oggetto, ma anche l’utilità effettiva (quanto valore ha una bottiglia di acqua se sei nel deserto?) o la gioia che ti dà, a prescindere dal suo valore di mercato (quanto puoi tenere allo spelacchiato orsetto di pelouche che ti accompagna da sempre?)
Ma c’è molto più di questo dietro un prodotto…
Non solo un valore economico, un valore d’uso o anche un valore affettivo…
Oggi vorrei parlarti di altri 9 tipi di valore, magari meno intuitivi, ma certamente indispensabili da conoscere…
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Longevità e durata “effettiva”…
Quanto dura quel prodotto?
Molti sono realizzati apposta per rompersi, a tempo.
E’ ora di schierarsi contro l’obsolescenza programmata e una vita vorticosa passata a lavorare-per–guadagnare-per-comprare oggetti fatti per deteriorarsi sempre più rapidamente.
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Longevità e durata “percepita”…
Quanto ci metti a stancarti di un prodotto?
La moda impone i suoi tributi sempre più onerosi…
E’ ora di fregarsene e ribellarsi all’obsolescenza percepita e a quel desiderio ipnotico indotto di dover abbandonare quello che abbiamo già comprato per sostituirlo con altro più “alla moda” – l’ultimo modello di scarpe, borse, smartphone, auto, rasoio, profumo o detersivo – che ci spinge in pratica a lavorare-per–guadagnare-per-comprare oggetti superflui e non necessari.
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Rispetto di Vita e Natura in tutte le sue forme…
E’ un prodotto che nasce dalla sofferenza di qualche essere vivente?
Con tutta l’abbondanza di cui disponiamo, non sarebbe ora di rifiutarsi di perpetrare lo sfruttamento degli Animali, dell’Ambiente, e la compromissione della sopravvivenza del Pianeta a scapito delle generazioni future?
Perché – ricordiamolo sempre – noi siamo qui come ospiti, non come padroni, né tantomeno come despoti o distruttori.
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Aspetto umanitario e solidale…
Chi sta pagando davvero le spese di quel prodotto?
Per conquistare un paese del terzo mondo, oggi basta impiantare una fabbrica e tirare su tutta l’acqua dai pozzi per farne malsane bevande gassate… O comprare tutta la terra agricola per coltivare soia transgenica destinata a diventare mangime di mandrie che saranno esportate altrove sotto forma di bistecche… O distruggere le foreste e costringere gli indigeni ad abbandonare i loro villaggi e a lavorare per due soldi, sopravvivendo di stenti.
Come si può ancora far finta di non saperlo?
E’ ora di dire basta allo sfruttamento del lavoro e delle risorse naturali altrui, perché il nuovo colonialismo oggi non si fa più con le guerre, ma con la sopraffazione.
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Aspetto educativo e sociale…
Che esempio sta dando quel tipo di prodotto?
Se vogliamo vivere in un mondo migliore è ora di schierarsi contro oggetti che favoriscano il rimbecillimento delle masse diffondendo idee preconcette, stereotipi culturali, messaggi diseducativi…
Soprattutto quando sono rivolti ai bambini – futuri consumatori – che vengono indottrinati fin da piccoli a: collegare il possesso di inutili gadget di plastica alla felicità, passare ore ai limiti dell’autismo con smartphone e videogiochi, sognare di apparire a tutti i costi in TV dimenandosi mezzi svestiti, vivere una vita da “eroi” – qualsiasi cosa significhi – in base agli attuali disvalori mass mediatici.
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Rinnovabilità dei materiali…
Quanto consuma quel prodotto?
Molti oggetti vengono realizzati sfruttando risorse naturali accumulatesi in migliaia di anni. Si tratta di forme di energia che vengono dissipate spesso per realizzare paccottaglia inutile e a buon mercato…
(Hai visto quanta plastica fungheggia nei mega store di casalinghi? Come se possedere un secchio, un piatto, un utensile colorato abbia mai dato la felicità! 😯 )
Allora non sarebbe il caso di smettere di comprare oggetti energivori e dare tempo al Pianeta di rigenerarsi preferendo energie e risorse rinnovabili come il legno, il bambù, il vimini, la paglia e possibilmente riciclate, come il cartone e la carta?
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Chilometro zero (o quasi)…
Quanta strada ha fatto quel prodotto?
Che senso ha mangiare le pere dell’Argentina, l’aglio della Cina, montare un pavimento di parquet con un’essenza rara rubata nelle foreste equatoriali?
Per evitare di sprecare carburante in viaggi su e giù per il globo, ognuno dovrebbe accontentarsi di mangiare cibo locale – cosa che aumenta freschezza e nutrienti – costruire con materiali locali, e incentivare un’economia più controllabile, a Km zero.
A parte che la Macrobiotica insegna di mangiare cibo del proprio paese e della propria stagione, l’esotico spesso è solo una questione di moda, sfruttata a caro prezzo dal marketing che ne fa uno status symbol.
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Compostabilità e biodegradabilità in tempi brevi…
Quanto inquina quel prodotto?
Cerchiamo di evitare di acquistare oggetti inquinanti (sia in fase di produzione che in fase di smaltimento), oggetti che non sono riciclabili a fine vita. Smettiamo di alimentare mastodontiche isole di plastica negli oceani che compromettono la nostra catena alimentare.
(Lo sai che il sale marino ormai contiene microplastiche e che ogni volta che stai salando un cibo stai tuo malgrado ingurgitando plastica? Sarà la legge del Karma?! 😉 )
E infine, sono fermamente convinta che solo la bellezza salverà il mondo. Passiamo quindi al 9° valore aggiuntivo che deve avere – secondo me – un oggetto.
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Creatività, estetica ed entusiasmo verso la Vita…
E’ un prodotto che propaga buone vibrazioni?
Il poeta romantico Keats diceva “una cosa bella è una gioia per sempre”… La Natura è sempre bella, se ci pensi: in alcune sue manifestazioni può essere maestosa, implacabile, terrificante forse, ma sempre bella.
Quello che crea bruttezza è la civilizzazione, la devastazione, tipica della nostra città e periferie: non esistono in Natura cementifici, discariche, ciminiere, palazzoni in cemento, i vari mostri urbani che ci avvinghiano privandoci di ossigeno…
Se un prodotto deve essere anche bello, artistico, creativo, a maggior ragione un oggetto “trovato”, “salvato” e “realizzato” da noi, dimostra fantasia e anche attenzione, cura verso le risorse e i beni comuni, amore verso la Vita in tutte le sue espressioni… Amore che si sente e che lo rende diverso e speciale.
(Continua…)
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