Abbiamo appena terminato questa terza stagione a Wangeland, e a sentirmi chiamarla così sembra davvero una serie TV!
In un certo senso Wangeland è una lunga storia a puntate: abbiamo dei protagonisti, delle sfide – spesso inaspettate – un set, e soprattutto degli obbiettivi da realizzare.
Quest’anno poi è stato decisamente particolare, e non solo per il caldo eccezionale…
Il nostro lungo, incessante, a tratti faticoso ma in ogni modo sempre magico dialogo con la Natura (perché di questo soprattutto si tratta) ci ha portato a dividerci in modo più equilibrato tra autocostruzione (legno) e colture (orto sinergico) rispetto a quanto fatto nei primi 2 anni…
Se mi guardo indietro mi rendo conto che – anche per i materiali usati – alla fine sono 2 aspetti della stessa identica realtà: un atto di Creazione.
Creazione quando dialoghiamo con i materiali naturali come il legno per rendere questo pezzo selvatico di paradiso più accogliente per noi e per i nostri Amici, creazione quando dialoghiamo con Madre Terra per favorire la nascita di quei frutti che ci sostengono energeticamente.
Un ciclo continuo, in cui da un lato prendiamo alcune risorse che ci vengono donate – come il legno per cui sentitamente ringraziamo – e dall’altra offriamo nuove possibilità di germogliare (piante e alberi)…
Se ci pensate lavorare con la Natura in questo modo non è dissimile dal lavoro del Self Coaching…
Farci domande e guidare noi stessi (che equivale al lavoro fisico e manuale, ma anche alla semina o al trapianto) per permetterci di diventare più liberi e vivere meglio (che equivale a raccogliere i frutti dell’abbondanza della generosa Gaia, sotto forma di ortaggi o casette in legno).
E sapete una cosa?
Favorire quest’Atto di Creazione è fisicamente molto stancante (soprattutto quando ci si mette di mezzo la distanza e i mille impegni collaterali, per non parlare di una morfologia tutt’altro che pianeggiante… ), ma ho sperimentato pochi antidoti allo stress mentale e cittadino (anche se Viviana ed io già siamo fortunati in questo, vivendo fuori città da tanti anni) come i nostri weekend full immersion a Wangeland.
Lavorare manualmente e sporcarsi le mani – come diciamo in apertura de “Il BOTTO!” – in un posto tanto verde e incontaminato si è rivelato ancora una volta per quello che realmente è: una forma di meditazione attiva.
Ne approfitto per ringraziare Viviana dei copiosi fotoreportage che si trovano nel Forum del Weco Club e per il costante supporto di memoria storico-visiva alla nostra lunga, colorata, profumata, faticosa, calda, rigenerante avventura Eugubina!
E grazie a tutti i Wekiani che anche questa estate sono arrivati a più riprese per affiancarci in questa III Temporada 2015!
Alla prossima Stagione!
Leonardo Di Paola
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