Come motivarsi con i rituali potenzianti - 3

Nella prima e seconda parte di questo articolo ti ho svelato come motivarsi e come uso personalmente i rituali cronici potenzianti per tenere ferma la direzione della mia vita e realizzare i miei sogni.

Abbiamo parlato di Aree di Comfort e di Apprendimento, di rituali abituali, eccezionali e cronici, soffermandoci in particolare su questi ultimi. (Trovi la prima parte qui, la seconda parte invece è qui.)

Ti avevo anche promesso una storia.

Eccola qui…

I nostri viaggi periodici all’EcoVillaggio di Wangeland (che descriviamo passo passo nel Forum del Weco Club) li chiamiamo “Grandi Manovre“. Questo è il terzo anno consecutivo che ci mettiamo alla prova – cuore, mente, ma soprattutto muscoli – piantando alberi, scavando swales, predisponendo pergole di legno, serre, cucine da campo, sistemi di compostaggio, organizzando cantieri-scuola, corsi-vacanza etc…

Splendido, semplice da fare, ma alla lunga difficile da sostenere.

Ebbene, i rituali cronici ci stanno aiutando molto in questa avventura.

Quali? Fermarci ad esempio ogni volta che partiamo allo stesso bar lungo la strada, che piova o tiri vento, che la tabella di marcia sia in orario o in ritardo, per bere qualcosa e fare una sosta. Per noi è un piccolo rito. E anche se prendo un caffè al Ginseng di quelli preparati in cialda, decisamente poco salutare (ma – mi rivolgo agli Allievi di Autodifesa Alimentare, la frequenza è “zero su 7″, quindi va bene! 😉 ) non ci rinuncio. E lo spolvero anche con cacao amaro e un po’ di cannella!

Perché fa parte del nostro rituale eroico di andata.

Quando ci fermiamo, la gente guarda la nostra auto utilitaria a fiori piena come un uovo (anche se non si è mai visto un uovo con il portabagagli!) e noi, che ne usciamo/entriamo a malapena contorcendoci, con quello sguardo da impuniti frikkettoni che sfidano le leggi della gravità, ci sentiamo dei veri piccoli-grandi eroi.

Anche per il ritorno abbiamo un nostro rituale: fermarci in un locale all’altezza di Perugia aperto h 24, in cui ceniamo, dove arriviamo sì, un po’ sfranti e tumefatti, ma dove ormai siamo di casa, perché già sanno già i nostri gusti.

Il pensiero di goderci la nostra cena ci tiene compagnia durante quelle giornate eccezionali in cui letteralmente vediamo nascere dal nulla casette, orti, foreste edibili… Non è tanto quello che mangiamo che conta, è il pensiero di approdare in quel rifugio che in qualche modo scandisce la fine del Weekend di lavoro, l’inizio del riposo (almeno dal punto di vista fisico, perché poi ricomincia il lavoro mentale…)

E così, guardando indietro, in 3 anni, poco alla volta, ne abbiamo fatte di cose. La maggior parte del tempo da soli. Ogni tanto accompagnati da una banda di amici matti come noi. 🙂

Senza “beni al sole”, invece di rigirarsi sul divano a lamentarci per quello che non va nel mondo, ci stiamo “rimboccando le maniche”, scambiando la penna con la zappa – così come spieghiamo dettagliatamente nel Manuale anti-crisi Il Botto! – e imparando tanto da questa avventura.

Non dico che non faremmo niente del genere se non fosse per quei piccoli rituali cronici potenzianti, però fissare un rituale piacevole, divertente, positivo, aiuta decisamente a mantenere la rotta.

A tenere alta la motivazione.

Ad agire – ma anche contemplare – in maniera consistente, cronica, ripetitiva.

Questo ti porta al tuo obiettivo. Perché quello che conta, al di là di tutto, è mettersi in moto anche se quel giorno la mente troverebbe un sacco di scuse per non farti scendere dal tuo comodo divano…

Quindi fissa dei rituali cronici potenzianti per premiarti prima e dopo una sessione di lavoro impegnativa, e vedrai che sarà tutto più piacevole. 😀

Mi auguro che questa riflessione ti sia stata di aiuto per rendere più piacevole il tuo viaggio, questa meravigliosa vacanza-premio su questa Terra… Per raggiungere la tua Mission, qualsiasi essa sia!

Quali saranno i tuoi prossimi rituali potenzianti che ti aiuteranno a tenere alta la motivazione?

Pace & Amore!

🙂

Viviana Taccione