Nella prima parte di questo articolo ti ho accennato ai rituali potenzianti del terzo tipo… 😯
No, niente paura, non si tratta di un film di marziani, se non hai letto la prima parte, la trovi qui!
Dicevamo: Zona di Comfort, Zona di Apprendimento, rituali come Ponte di transizione…
Ma procediamo per ordine.
L’altro giorno sulla strada per Wangeland ho iniziato a pensare ai vari tipi di rituali e sono arrivata alla conclusione (per ora!) che i rituali si possano dividere in 3 tipologie:
– Rituali abituali
I rituali abituali sono quei rituali che viviamo tutti i giorni, le piccole abitudini, le manie quotidiane che fanno parte alla grande della nostra Area di Comfort. Il modo in cui facciamo la prima colazione, la sequenza di gesti che facciamo prima di predisporci alla guida, la routine con cui ci prepariamo prima di dormire, quelle cose che se mancano rendono la giornata un po’ stonata. Quelle abitudini cui invecchiando – occhio! – facciamo fatica a rinunciare.
Ad esempio, la sera, prima di andare a letto, seguo un rituale abituale che mi permette di dare un messaggio ben preciso al mio corpo: spengo tutte le luci forti allontanando cellulari, PC e Agenda, poi bevo una tisana di tiglio o camomilla, mi lavo i denti, prendo il mio integratore di melatonina, mi metto il burro di karitè sulle mani… sono tutti gesti che faccio in un determinato ordine e mi permettono di rallentare, spegnere la mente e congedarmi con la giornata appena trascorsa per facilitare il sonno.
Ora, sono assolutamente disposta a rinunciare ad uno o più di questi rituali, se dormo accampata all’EcoVillaggio o in qualche Agriturismo… Però cerco di riproporre questa sequenza – o parte di essa – il più possibile anche fuori casa.
– Rituali eccezionali
I rituali eccezionali sono invece legati a eventi una tantum, o almeno non pianificati o non agendalizzabili. Possono essere dei rituali scaramantici da mettere in atto prima di un esame o di un momento particolare che ci aiutano a prepararci psicologicamente per uscire dall’Area di Comfort e affrontare il mondo. Sono rituali che usiamo nelle emergenze emotive, diciamo così…
Ad esempio vestirsi con particolare cura indossando un determinato colore potenziante per tenere un discorso in pubblico, portarsi dietro un amuleto o fare dei gesti prima di giocare una partita di campionato, prepararsi un bagno con determinati sali, accendere delle candele, creare una atmosfera particolare prima di un incontro galante, o ripetere un mantra che pensiamo ci aiuti durante una situazione particolarmente delicata…
Per farti anche qui un esempio, ai tempi dell’Università – parallelamente al Corso di Laurea in Lettere – ho frequentato anche un Corso di Marketing, e quando ho fatto l’esame indossavo una giacca rossa. L’esame è andato molto bene, e da quel momento ho ancorato il colore rosso agli esami, e per anni la maggior parte delle volte che dovevo affrontare un pubblico – per una riunione, una conferenza, un corso – mi sono vestita con qualcosa di rosso addosso. (Persino il mio primo contratto a tempo indeterminato – dopo anni di contratti a termine et similia – l’ho voluto firmare con una penna rossa, con grande stupore del mio capo! 😉 )
– Rituali cronici
I rituali cronici sono un mix tra quelli abitudinari e quelli eccezionali. Sono cioè dei rituali abitudinari che decidiamo di mettere in atto con una frequenza non quotidiana (una volta a settimana, due volte al mese, etc…) in una situazione fuori dalla norma per cronicizzarla, per motivarci e per permetterci di viverla pienamente finché non ci abbia rivelato i suoi insegnamenti permettendoci di evolvere.
Dunque è su quest’ultima categoria di rituali che possiamo lavorare per migliorare la nostra motivazione.
Come motivarsi con i rituali cronici potenzianti?
I rituali cronici possono essere i nostri migliori alleati per sostenerci nella decisione, spesso impegnativa, di uscire dall’Area di Confort e coccolarci quando facciamo qualche cosa di straordinario nella Zona di Apprendimento o di Avventura.
Per farti un altro esempio, durante la bella stagione, Leonardo ed io ci dedichiamo ai lavori di Autocostruzione del nostro EcoVillaggio in Umbria. Questo significa che minimo 2 volte al mese ci mettiamo in auto, spesso caricata all’inverosimile di legno, canne, piante, ferro, pallet (una volta ci abbiamo messo 2 serbatoi dell’acqua da 300 lt cad.!) e ci facciamo oltre 200 km per andare dall’hinterland Romano a quello Eugubino.
E’ una lunga ed eroica storia. E mi auguro aiuterà anche te a comprendere meglio come portarti a casa un segreto operativo di facile attuazione per perseguire i tuoi obiettivi…
Ne parliamo domani?
Pace & Amore!
🙂
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