E’ di pochi giorni fa la notizia di un nuovo studio medico scientifico in base al quale fare una ricca colazione non ridurrebbe l’appetito. Mi fa piacere parlarne in questa sede, piuttosto che in Autodifesa Alimentare che con il suo ormai famoso “Premio della Critica” forse sarebbe stato più adatto all’argomento, perché credo che in questa notizia ci siano diversi spunti utilissimi per chi cerca di sviluppare e coltivare veramente il suo Benessere globale.
Di cosa sto parlando? Sto parlando della superficialità che – vuoi per i ricercatori, vuoi per i giornalisti – contraddistingue sempre più spesso i titoli effetto dedicati alla salute, soprattutto alla forma fisica e alla tavola.
Dopo anni di recensioni, annotazioni, reazioni tra il divertito e l’infastidito, ho deciso che questo fenomeno ha bisogno di un nome…
Ma prima del battesimo, approfittiamo di questo ennesimo scoop mediatico per evidenziare i punti critici di queste “scoperte rivoluzionarie” 🙁 .
Il primo aspetto critico sono le parole.
“Le parole sono pietre” scriveva Carlo Levi qualche decennio fa. Chi studia, così come chi ne diffonde i risultati, dovrebbe ricordarsi di questa sacra massima, e di come le parole possano facilmente essere soggette ad una incredibile varietà di interpretazioni (ne parliamo a lungo nel Weco Club).
In particolare l’utilizzo dell’aggettivo ricco in riferimento ad un pasto, ottiene come effetto principale quello di generare una notevole confusione, e voglio pensare che questo non fosse nelle intenzioni originarie né dei volenterosi studiosi, né in quelle dei diligenti giornalisti.
Ricca richiama l’idea di abbondanza di qualcosa, ma di che? Calorie? Carboidrati? Micronutrienti? Proteine? Acqua legata? Volume del cibo? Fibre? Grassi? Alimenti animali? O Alimenti vegetali?
E questa abbondanza, esattamente, come va misurata?
Se non indico dei parametri di peso, tipologia, quantità, assoluti o in relazione al peso/taglia/sesso/età/livello di attività del soggetto, è come se invece di dirci: “il limite di velocità in autostrada è di 130 Km/h” le nostre leggi ci dicessero: “In autostrada non si può andare troppo veloci”… chiarito l’idea? 😯
Proseguendo nella lettura (…ma quanti lo fanno?) si intuisce che si parla di calorie e in generale di quantità di cibo. Sempre troppo poco per chiarirci le idee, ma almeno facciamo un passo avanti.
Dunque, alla luce di queste riflessioni, la notizia correttamente data dovrebbe essere:
Se mangi tanto cibo ad alto contenuto calorico a colazione, mescolando diverse tipologie di alimenti lavorati e non biologici come cereali, frutta, proteine animali e caffè, poi durante il resto della giornata hai fame esattamente come chi di questo cibo calorico e lavorato ne mangia poco, e dunque tendi ad ingrassare di più.
E’ molto più lungo e meno shoccante, lo ammetto… ma non suona anche a te molto più preciso e veritiero?
Passiamo al secondo aspetto critico, le statistiche.
Le statistiche sono uno strumento estremamente comodo per dimostrare quello che vogliamo dimostrare, per questo è fondamentale che le premesse siano rigorose e fondate. In particolare è essenziale che il campione utilizzato sia rappresentativo dell’intera classe di soggetti se poi vogliamo estenderne le conclusioni a tutti.
Se faccio uno studio su 300 impiegati, potrei scoprire che chi lavora nei servizi ha problemi di scoliosi (magari solo perché sta tanto tempo seduto), cosa che evidentemente non rappresenta una verità assoluta rispetto alla totalità delle persone. E in questo caso, da quel poco che ricordo per i miei lontani studi di statistica, ci vuole un campione di almeno 2.500 persone per rappresentare la popolazione di un paese come la Germania, che conta 81 milioni di abitanti…
Altro errore fondamentale è l’impostazione del tipo di test scelto per dimostrare la tesi.
Dal titolo sembra che chi mangia tanto cibo calorico e lavorato che mescola i diversi gruppi alimentari a colazione ingrassa di più di chi ne mangia poco.
Quindi mi aspetterei due gruppi, uno sovralimentato ed uno sotto alimentato con gli stessi alimenti ed in modo costante. Ma invece scopro che la verifica è stata fatta su un campione unico con persone che casualmente alternavano colazioni abbondanti, poco abbondanti, leggere o quasi nulle.
Senza andare a scomodare Viviana ed il suo racconto delle “Montagne Russe dei Picchi glicemici“, incidentalmente qui basta ricordare quanto conti per il controllo del peso il concetto di “sregolatezza alimentare”, che da solo rappresenta uno dei pilastri principali di un’alimentazione inadeguata…
Eccoci infine al terzo aspetto… Le terrificanti calorie!
(Certe volte mi domando se qualche esperto di nutrizione abbia mai usato questo termine terribile per motivare i suoi bambini a fare i bravi… “Fai il bravo, che altrimenti vengono le Calorie e ti portano via! ” 🙂 )
Le calorie sono importanti se vuoi perdere peso in eccesso, se vuoi ridurre il giro vita, la ritenzione idrica e la percentuale di grasso corporeo, ma sono solo un aspetto piatto e monodimensionale del discorso, la foto energetica del cibo (e solo di un certo tipo di energia…).
E non finisco mai di meravigliarmi di come ancora venga utilizzato come riferimento privilegiato da parte di chi si occupa professionalmente – e con tanto di lauree e specializzazioni scientifiche più di me – del benessere a lungo termine della gente.
Hai ancora dei dubbi su questo?
Allora prova a mangiare a colazione per una settimana 50 g di zucchero bianco e per la successiva 180 g di riso integrale bollito (200 Kcal circa entrambi), poi dimmi come ti senti e come cambia la fame, la glicemia, il benessere nervoso e – perché no? – il peso.
Parole, statistiche, misurazioni fisiche…
Dobbiamo riprenderci il diritto di leggere informazioni il più possibilmente aderenti alla verità, verità che cambia con il tempo e in base a chi la osserva, questo è chiaro, ma che cui si dovrebbe maggior rispetto, facendola crescere con un impegno maggiore.
Ti avevo anticipato che avrei trovato un nome per queste sgradevoli banalizzazioni… secondo me potrebbero essere battezzare “qualunquismo mediatico“. Che ne dici?
Tornando al concetto chiave di ricchezza, curiosamente in grado si innescare reazioni di vario tipo nella nostra mente e nel nostro cuore, in “Soldi, Amore e Fantasia” Viviana ed io amiamo distinguere attentamente tra “ricchezza sottrattiva” e “ricchezza produttiva“.
La prima distrugge, la seconda crea, la prima sottrae risorse, la seconda ne genera di nuove, la prima si basa sulla paura, la seconda sull’Amore… (a proposito di ricchezza buona, colgo l’occasione per ricordarti che sta scadendo l’offerta per il mitico corso dal vivo di T. Harv Eker a Rimini! Noi ci saremo, e tu?)
Ecco allora che il concetto di ricchezza va bene, ancora una volta, se lo dettagliamo nel modo giusto.
Se la colazione ricca è “sottrattiva“, se sottrae minerali (come fa ad esempio lo zucchero), distrugge enzimi, priva il corpo di basi, lo inquina con le sue tossine animali, con grassi vegetali ossidati, saturi o peggio idrogenati, con chimica acidificante, allora fa ingrassare.
Ma se per ricca intendiamo “ricca produttiva“, se è ricca di vitamine e minerali, di acqua legata, di fibre dolci, di fitonutrienti, di omega 3, di proteine vegetali, di alimenti vivi e biologici, di cibi alcalinizzati e integri, allora migliora il benessere, rallenta l’invecchiamento e riduce l’appetito… purché se ne faccia un’abitudine salubre e costante, e non un capriccio da mettere sotto al microscopio (se vuoi scoprire la ricchezza della nostra colazione, mi sa ti tocca andare a curiosare nel programma di Autodifesa Alimentare).
E – incredibile a dirsi – la cosa funziona e ti arricchisce in entrambi i casi… la prima di ciccia (la ricca colazione sottrattiva) la seconda di benessere (la ricca colazione produttiva)…
E funziona anche se non lo leggi sul web o sul giornale, anche se non tieni il conto delle calorie, anche se l’unico studio scientifico che fai è su te stesso, l’unico test che ti rappresenta al 100%, in barba alla manovrabilità di ogni statistica.
Arricchirsi per credere! 😀
🙂
Leonardo Di Paola
Wellness Coach & Trainer
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Eh già … Burro, marmellate (puranco biologiche! 🙁 ), fette biscottate, latte, spremute di arance già confezionate, biscotti pseudo-salutistici… non sono una colazione ricca e sana, così come non lo è una colazione a base di affettati, formaggi et similia…
Peggio ancora cappuccino e cornetto o solo caffè.
Non per niente la Dott.ssa Kousmine parlava di “Colazione da Re, pranzo da Principe e cena da Povero”… e la sua colazione prevedeva alimenti crudi, freschi, integri… in poche parole, vivi! 😀
Nessuno in TV ha interesse a promuoverti alimenti freschi o salutistici. Tutto è fast food, non solo il “fast food classico”, ma ogni cibo confezionato a lunga conservazione in vendita al supermercato. Nonostante quello che prati verdi, mulini, gallinelle e famiglie sorridenti sulla confezione inducano a pensare…
Bell’articolo ne terrò conto anche per i miei pazienti. Ciao
Quanta verità nelle vostre parole, Leo e Viviana!
Ancora oggi, nell’avanzatissimo terzo millennio, persiste tanta tantissima confusione this item about; la gente fatica non poco ad allinearsi ad una alimentazione sistematicamente e diariamente corretta, basata sul ritorno agli alimenti e alle cadenze delle nostre origini, rivisitata magari dalla scienza per dare ai nostri pasti quanti più nutrienti possibili secondo il naturale fabbisogno biologico.
La colazione del mattino poi, negli ultimi tempi, non gode di grande considerazione, in quanto ritenuta meno importante rispetto ai pasti consumati a pranzo e cena.
I nutrizionisti hanno scoperto di recente che una colazione sbagliata (come dice Leo, ricca di carboidrati semplici, zuccheri, grassi animali saturi o vegetali idrogenati, povera di fibre, di vitamine, minerali, fitonutrienti, ecc., sovraccarica di calorie vuote) influisce sul peso, sulle prestazioni fisiche e mentali, sull’umore e sulla salute. Una ricca colazione è quella che apporta una quantità bilanciata di nutrienti. Questo tipo di colazione fornisce al nostro organismo i nutrienti essenziali e l’energia per affrontare bene la giornata, senza aumentare il livello di zuccheri e di insulina nel sangue, contribuisce ad evitare la dipendenza da carboidrati durante il giorno, tenendo sotto controllo l’appetito.
Tutto questo non è suggerito certamente da certe generiche affermazioni che evocano immagini favolose di cibi risplendenti come l’oro perché ricchi (ma ricchi di cosa?). Dobbiamo perciò rompere la crosta della superficialità e, ogni tanto, quando si tratta della nostra salute, andare giù più a fondo, ricercando con buona volontà una più sincera e corretta informazione. Soprattutto ricordiamoci di non confondere la pubblicità con la verità scientifica.
Hi! Michele.
Quest’articolo è un ottimo esempio per dimostrare che la scienza, quando applicata a sistemi viventi, di fatto si rivela spesso qualcosa di più simile a un’ opinione, che ad una verità inconfutabile.
Infatti i pochi dati certi disponibili in materia di nutrizione passano sempre attraverso il filtro della sensibilità, della logica e del retroterra culturale di chi li interpreta. Ecco spiegata l’incredibile quantità di teorìe e punti di vista in fatto di alimentazione.
L’ossessione per il conteggio delle calorìe che i dietologi da sempre dimostrano (io li chiamo per questo “i ragionieri dell’alimentazione”) ne è forse il miglior esempio, perchè dimostra quanto la loro forma mentis risenta dell’impostazione scientifica accademica nel focalizzarsi esclusivamente sui fattori quantitativi e misurabili di ogni questione, tralasciandone altri altrettanto importanti.
Comunque complimenti a Leonardo per aver saputo evidenziare molto bene i punti deboli di un certo modo di fare giornalismo.