(…) I dipendenti ed i liberi professionisti lavorano per ricevere soldi, uno stipendio o una parcella, il denaro deriva dal loro lavoro fisico…
Non serve un George Clooney per capire che “No job? No money!“.
La differenza sta nel fatto che, ovviamente, il lavoratore autonomo è più libero, non ha (generalmente…) padrone e, se è bravo, può arrivare a guadagnare di più del dipendente.
I titolari di azienda o gli investitori sono invece coloro che sfruttano il sistema della leva, o come dice lo stesso Kiyosaki, il sistema della rete per generare ricchezza.
Il vantaggio rispetto ai primi due è che i guadagni generati dagli imprenditori sono indipendenti dal loro lavoro fisico e dalla loro presenza fisica.
Sia il titolare di una grossa azienda che l’investitore professionista guadagnano anche quando fisicamente non producono, perché la ricchezza che generano dipende da altre persone (collaboratori, clienti, investitori).
La differenza tra l’imprenditore e l’investitore sta nel fatto che il titolare di impresa – o imprenditore – sfrutta normalmente una rete di persone o di mercati, e spesso, almeno finché la sua azienda è piccola, il suo profilo tende a confondersi parzialmente con l’autonomo, mentre l’investitore sfrutta la rete più pura che c’è, quella della… ricchezza!
Allora, fatta questa piccola premessa, devi capire che se entri nel mercato del lavoro come DIPENDENTE o AUTONOMO sei merce, e devi vendere te stesso per vivere.
Devi vendere il tuo tempo.
E devi venderlo a ore.
E qualcuno decide quanto vale un’ora della tua vita.
Lavori per soldi.
E non per la ricchezza.
Se invece entri o ti posizioni come TITOLARE o INVESTITORE sei tu l’acquirente, e per vivere scegli di compra-vendere: beni, aziende, competenze.
E’ il valore al tuo servizio che lavora per te.
Sono i soldi che lavorano per te.
Vendi il tempo di qualcun altro, le competenze di qualcun altro e ti trattieni una piccola percentuale sulla loro produttività.
Come diceva J. Paul Getty “preferisco guadagnare l’1% del lavoro di 100 persone che il 100% del mio“. Con il vantaggio che queste persone possono essere di numero illimitato!
Se lavori come DIPENDENTE o AUTONOMO, in quanto merce, sei tra l’altro soggetto alle leggi della domanda e dell’offerta!
Ti faccio un esempio: se quando ti sei iscritto alla facoltà di Ingegneria, gli ingegneri trovavano lavoro facilmente ed erano ben pagati (perché ce n’erano pochi, cioè c’era una grande domanda della “merce ingegnere”) oggi magari in tanti si sono convertiti con 5 anni di studio in “merce ingegnere“.
Risultato? Non solo non è più facile trovare lavoro, ma se lo trovi il tuo valore di mercato è sceso e magari ti pagano la metà di quello che pagavano un tuo collega 20 anni fa… Troppa offerta ha fatto scendere la domanda!
Le facoltà universitarie sono un po’ come i nomi propri… hanno le loro ondate. Magari hai rischiato già di trovarti in un’aula alle elementari con altri 5 compagni che si girano quando chiamano il tuo nome, questa inflazione di nomi non aiuta certo l’autostima, ma almeno quando è stata presa questa solenne decisione tu dormivi…
Se mi voglio posizionare come dipendente o professionista, sto quindi anche permettendo alle scelte di altri di pregiudicare il mio futuro. E affidare il proprio futuro alla moda è sciocco, perché il rischio è vivere il lavoro come un lungo purgatorio tra i brevi paradisi dei week end e delle vacanze estive.
Se amo medicina e faccio il medico come tutti gli altri, come è normale che sia, come mi ha sempre suggerito mamma, se magari in quegli anni la professione va di moda e tutti si mettono a fare i medici, la mia passione è bruciata dalla moda della normalità! La soluzione in questo caso potrebbe essere laurearsi per andare a lavorare con Medici senza Frontiere, invece magari che scannarsi per un posto da medico di famiglia sotto casa…
Ancora una volta la soluzione migliore è nella direzione opposta alla normale tendenza.
C’è poi da dire che scontiamo la lentezza del cambiamento della mentalità, una zavorra che spesso fa più vittime della guerra.
Il mondo cambia, se vuoi stare al passo anche tu devi cambiare!
Spesso tutto parte da un piccolo cambiamento a livello di forma mentis alimentato dal giusto mix di informazione e volontà.
La parola chiave è dunque: cambiamento. (…)
Estratto dall’Ebook di Leonardo Di Paola “7 Segreti dei Veri Ricchi”, parte integrante del Corso Multimediale “Soldi, Amore e Fantasia“.
Hai già letto l’Ebook “7 Segreti dei Veri Ricchi”?
Hai domande, commenti, suggerimenti? Mi farebbe molto piacere conoscere la tua opinione!
🙂
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