Il tema della genitorialità, cioé di come si possa essere bravi genitori, è amplissimo, e tante sono le energie che negli ultimi anni la psicologia, la pedagogia e la sociologia hanno dedicato a questo argomento. Il presupposto di partenza – che condivide anche la PNL e noi con lei – è che si possa diventare genitori migliori, e che come tutte le competenze anche questa si possa apprendere e ampliare.
Tuttavia il mondo non sta andando granché bene, e c’è da domandarsi se questo possa dipendere anche da una valutazione sbagliata non tanto di come debbano comportarsi dei bravi genitori, ma di cosa debbano essere dei bravi genitori.
James Hillman, uno dei più poetici psicologi di tutti i tempi, recentemente scomparso, ha inquadrato perfettamente il problema nel libro “Il Codice dell’Anima” (libro complesso e a tratti dotto, ma bellissimo e davvero illuminante).
“Noi non siamo tanto vittime dei nostri genitori, quanto dell’ideologia del genitore. (…) Non è tua madre che continua a dominare la tua vita adulta, bensì l’ideologia che proclama che ciascuno di noi è stato determinato nelle prime ore dopo la nascita o nell’istante stesso della nascita, l’ideologia che sostiene a gran voce che una somma di minuscole cause e di effetti cumulativi conduce a quello che siamo oggi, e a come a nostra volta influiremo sui nostri figli.
Tu sei la causa diretta di danni irreversibili alla vita dei tuoi figli, che si potranno manifestare non soltanto come fallimento e frustrazione, ma addirittura nella delinquenza e nella follia. Questa ideologia intrappola le madri nella superstizione parentale e i figli nel risentimento contro la madre. (…) Questa esaltazione dei genitori, e della madre in particolare, a scapito di tutte le altre realtà (sociale, ambientale, economica), mostra come la cieca venerazione di un archetipo possa cancellare il buon senso.“
E la situazione non cambia molto se parliamo di padri, anzi: peggiora…
“Per secoli i padri sono stati assenti: in paesi lontani a combattere campagne militari; sul vasto mare, per anni di fila, come marinai; via da casa come mandriani, esploratori, cacciatori di pelli, cercatori d’oro, messaggeri, prigionieri, trafficanti, ambulanti, negrieri, pirati, missionari, emigranti. (…) Soltanto oggi l’assenza è così ignominiosa e definita una condotta delinquenziale e addirittura produttrice di delinquenza. Come male sociale, il padre assente è l’uomo nero dell’èra social-terapeutica, questo periodo storico che vuole curare le cose che non comprendiamo. L’immagine paterna convenzionale, di un uomo al lavoro, che rincasa all’imbrunire, che guadagna il pane, mantiene la famiglia premuroso del suo benessere non solo materiale e dedica ai figli un tempo di qualità, è un’altra fantasia della superstizione parentale. (…)
I padri americani [e occidentali, più in generale] sono rimasti intrappolati in un costrutto chiamato il Padre americano, una sorta di imperativo morale a fare il bravo papà, che trova divertente Disneyland, e a cui piacciono le porcherie che mangiano i ragazzini, e i loro marchingegni, le loro opinioni, le loro battute. Questo stucchevole modello spinge il padre a tradire il proprio angelo necessario [altrove chiamato Daimon, lo spirito della nostra Anima], quell’immagine di un qualcos’altro che egli porta nel cuore, intravisto dall’infanzia. (…) Se manca l’aspirazione ad un ideale, ciò che resta sono fantasie lascive e la seduzione di immagini a ruota libera incapaci di ancorarsi in un progetto.
Presente con il corpo, assente con lo spirito, il padre americano si sdraia sul divano, svergognato dal suo stesso daimon per le potenzialità che la sua anima possiede e che non vogliono lasciarsi soffocare. Dentro si sente un sovversivo, perché si immagina, nella sua passività, eccessi di aggressività e di desiderio che vanno repressi. Soluzione: più lavoro, più soldi, più alcolici, chili in più, più informazione, più televisione; e gli anni della piena virilità dedicati in modo quasi fanatico ai ‘ragazzini’, che crescano bravi, bravi consumatori, soprattutto nel perseguimento della felicità!
Un figlio ‘felice’: mai, in nessun tempo e in nessun luogo, questo è stato il fine che i genitori si sono proposti. (…) Ma la superstizione parentale ha fatto cadere i genitori nella trappola di dover fornire, insieme alle scarpe, ai libri di scuola, alle vacanze con il bagaglio carico da scoppiare, anche la felicità. Ma può chi è infelice produrre felicità? (…) soltanto un daimon che riceve ciò che gli spetta [cioé la realizzazione della vocazione della propria Anima] può trasmettere un effetto di felicità all’anima di un bambino.“
Il discorso poi si amplia, e ci porta a vedere come sui genitori sia anche stato caricato il peso degli Antenati, degli Spiriti, della Natura e di tutto ciò che per centinaia di migliaia di anni ha formato e sostenuto la crescita dell’essere umano, in ogni latitudine e longitudine, prima dell’appiattimento globale e monoteistico avviato dalla cultura occidentale degli ultimi 3/4 secoli.
Secondo Hillman, peraltro, il grosso dramma ecologico che stiamo vivendo nasce qui, dal fatto di aver smesso di considerare l’ambiente tutto come la nostra vera e unica casa.
Tutto questo e molto di più in:
James Hillman
Il Codice dell’Anima
Adelphi Edizioni
Anno 1997-2009 – pag. 410
Questo ci porta ad estrapolare dal lavoro di Hillman 3 riflessioni…
Cosa significa essere bravi genitori?
1.
Preoccuparsi innanzitutto di essere individui realizzati, ascoltando la voce del cuore, realizzando la propria mission, rispondendo alla propria chiamata, seguendo l’immagine – come dice Hillman – che tutti noi portiamo nel cuore sin dalla nostra nascita.
2.
Migliorare le proprie competenze di comunicazione fa sempre bene, ma alla fine sono il buon senso, l’Amore sostanziale e la valorizzazione della libertà di scelta responsabilizzata che diamo ai figli a fare la differenza, non la rigida adesione allo schema Mulino Bianco anni ’80 a renderci genitori migliori.
3.
Mai rinunciare al supporto magico e insostituibile che possono dare al lavoro di genitori la Natura, la storia familiare (vd. Costellazioni) e quello straordinario Mondo dell’invisibile – geni, spiriti, energie archetipiche, angeli – che da sempre ha guidato i passi dell’Umanità.
Al tuo daimon!
🙂
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