Ecco la FOTO che abbiamo scelto per illustrare la strada dell’Attaccamento.
Qualcosa con cui tutti noi – figli di questa società iperconsumistica che dà più valore ai codici a barre che ai rapporti umani – dobbiamo venire a patti prima o poi…
“Il più ingombrante ostacolo alla tua evoluzione personale (…)”
Come leggerai, questo è solo una piccolissima anticipazione…
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roberto says
scusate:
certo è che chi ha concepito un ponte ardito così, qualche problemino ce lo aveva o no?????
a proposito grazie per il vostro encomiabile lavoro che state facendo per noi e, soprattutto, per voi
roberto
anna says
Ciao!
che fotooo uno slalom in salita e in discesa… attaccamento fatto di alti e bassi!
grazie per queste lezioniiiii
qui c’è proprio da riflettere
un salutonee
Anna
Gianpietro says
Ciao!!Penso che l’attaccamento principale sia al risultato!Questo implica delle aspettative le quali a sua volta creano paragoni di ogni tipo!Il lasciarsi andare,lo sbagliare il più possibile ci aiuta verso questo tipo di attaccamento!Mi son spesso confrontato con la società la quale usa il fare per essere,ma ORA nn è più così,faccio godendomi la strada!Conosco i miei obiettivi,ho gli strumenti e la motivazione per realizzarli,sapendo ke molti ne avranno beneficio…e saró Me stesso in questa strada…l’unico Risultato!La foto bellissima mi dice che ora che stai comprendendo che questa strada l’hai creata tu,puoi scegliere di crearne una Nuova al di là del dosso!!Ciaooooo!!
Altea Orietta says
Ciao a tutti
Il ponte della foto mi da la sensazione di “precarietà “. Esteticamente è bello, sinuoso ma resta comunque sospeso nel vuoto.
Nn capisco la differenza tra attacamento e possesso mi pare siano la stessa cosa.
Potresti essere più chiaro con qualche esempio pratico? Grazie Altea Orietta
LEONARDO DI PAOLA says
Ciao Altea Orietta…
La differenza tra attaccamento e possesso è fondamentale, grazie per la domanda.
Il possesso indica l’idea che esistano cose o persone di nostra proprietà; pur essendo limitante – dal momento che in realtà tutto quello che crediamo di possedere è solo in prestito, e che possedere un altro essere vivente rasenta la follia – il possesso non limita la nostra evoluzione come l’attaccamento.
L’attaccamento – che si può sviluppare per delle idee oltre che per oggetti, animali o persone – implica che noi ci identifichiamo con queste realtà e che crediamo di poter vivere solo grazie a queste realtà.
Possiamo possedere degli oggetti ma non provare attaccamento per essi (finché ci sono ce li godiamo, come una macchina o una bella casa, ma quando non ci sono più va bene uguale), e possiamo provare attaccamento per un ideale che non possediamo (come la Giustizia), subordinando come ci sentiamo alla presenza o alla realizzazione di quell’ideale. Questo non significa rinunciare a combattere per ciò che crediamo giusto; ma anche qui non essere attaccati all’ideale di giustizia significa che in ogni modo dopo aver combattuto ad un certo livello sappiamo comunque accettare quello che succede, perché ogni cosa ha senso ed è splendida e perfetta così come…
Spero di averti un po’ meglio chiarito la differenza, d’altronde si tratta di concetti non semplicissimi! 😉
IDA says
E’ PROPRIO VERO!!! L’ ATTACCAMENTO E’ UN GRANDE OSTACOLO DA SUPERARE E QUESTA FOTO LO RAPPRESENTA. CONGRATULAZIONI SIETE BRAVISSIMI
MIRANDA says
attaccamento è dipendenza
dipendenza uguale non libertà
l’attaccamento è la base della trascendenza, si parte da lì per piano piano trascendere l’oggetto dell’attaccamento… non è necessariamente negativo… una base è una base … o no…
l’attaccamento l’ho elaborato tanto con il taglio del cordone ombelicale con la mia famiglia….
pesissimo da lasciare andare… ma quando voli libera… ti rendi conto che non li hai persi, … anzi, li hai resi a loro volta liberi… e tutti possiamo volare…
la foto (non so dove le prendi, una più bella dell’altra – magica viviana) è quello che attacca una parte all’altra,, più di un ponte non c’è, ma lo slalom in grigio di asfalto non l’avevo mai visto.
grazie grazie grazie
rossella says
“…ma quando voli libera….ti rendi conto che non li hai persi…anzi, l i hai resi a loro volta liberi…e tutti possiamo volare…”: bella Miranda questa immagine, grazie di cuore… Effettivamente molto adatta agli attaccamenti “familiari”, e soprattutto nei confronti dei figli. Cosa non facile riconoscere, come genitori, quanto siamo attaccati ai nostri figli ed in che accattivanti e mimetizzate forme…!!!!
Grazie 🙂
Ciao, grazie mille, la scelta della foto: eccezzionale, siete grandissimi.
Attaccamento: grande elemento su cui lavorare e su cui lavoro da un po’.
Per quanto mi riguarda, l’attaccamento alla materia non l’ho mai sofferto, anzi, da sempre la condivisione dei miei “beni materiali” è ciò che ha dato valore a ciò che ho.
Quello che invece ha in me creato tanta, tanta sofferenza è stato l’attaccamento a livello sentimentale ed emotivo. L’ho iniziato a vedere chiaramente non nei momenti in cui avevo accanto la persona cui tenevo, ma quando non c’è stata più, e non per mia scelta. E lì si è scatenato l’inferno.
Ce ne ho messo di tempo per uscire dalle giustificazioni della mia sofferenza, dall’attaccamento persino a lei, per decidere di tagliare quella corda che mi lacerava i polsi e scavava solchi profondi nel cuore…. Sembrava impossibile, ma impossibile non è stato… E solo quando ho spostato l’attenzione da chi mi aveva ferita a chi era stata ferita (…e la motivazione iniziale di questo processo è stato il volergli togliere il potere sulla mia vita che gli continuavo a dare…), che ho iniziato a Comprendere.
E la prima cosa che mi è balzata agli occhi è l’illusione di cui tante volte siamo vittime: di vivere una unione ed invece stiamo alimentando un legame (…legame=legare), rendendomi conto che finché non usciamo dall’attaccamento, il meccanismo si ripete, e si ripete e si ripete….
E allora ho iniziato a guardare negli occhi quelle parti di me attaccate al passato, ai ricordi, ad un volto, ad un sorriso, ad una me stessa, soprattutto…
Wow, che gran sollievo iniziare a sciogliere i nodi, allentare la stretta, Abbracciare quella bimba ferita dopo averla Ascoltata, averle suggerito che, nonostante tutto, nell’Accettazione consapevole di quanto stava vivendo avrebbe trovato tante splendide Sorprese; le ho messo tra le mani un’Agenda e le ho insegnato a riprendere a scrivere la sua Legenda Personale. Non mi ha ascoltata subito, ha fatto qualche capriccio, ma, lacrima dopo lacrima, sorriso dopo sorriso, alla fine si è dovuta arrendere:-)
Non sono stata sola in questa opera d’Arte, anzi, sono stata solo una delle Artiste, la più “maldestra”: accanto a me ho avuto (ed ho, perché non si finisce mai di imparare…) Anime splendide che, pur senza nulla conoscere di tutto questo, mi hanno offerto spontaneamente gli strumenti per poter agire, su diversi piani. E sto parlando delle compagne e dei compagni di Viaggio che ho incontrato nel Weco Club, nelle persone di Viviana e Leonardo e tutti i favolosi wechiani e le stupende wechiane:-). La mia riconoscenza nei vostri confronti non ha confini….:-)
Lo ha già scritto qualcuno prima di me, e lo condivido: attaccamento vuol dire dipendenza, vuol dire aspettativa su aspettativa, vuol dire pretesa, vuol dire bisogno di essere continuamente apprezzati ma non per ciò che realmente siamo, bensì per ciò che gli altri vogliono che noi siamo; è incapacità di dare perché troppo impegnati a cercare di avere. Attaccamento è continuo giudizio e perenne condanna, è paura senza fondo: è rinunciare a Vivere…. E la cosa peggiore, forse, è che spesso, tutto questo lo chiamiamo amore, mentre invece, l’amore, nel frattempo, è in un cantuccio, rannicchiato su stesso, con gli occhi e le orecchie serrate. Grande, immane illusione:-)
La foto? Ancora una volta azzeccatissima. Le parti “attaccate” alla terra ferma le ho viste simboleggiare lo stato di attaccamento, mentre quella parte centrale che è sospesa l’ho vista come il punto da cui spiccare il volo con le ali dorate della vera Libertà, alleggeriti da tutte le zavorre che il Volo inibiscono.
Grazie Vivi, grazie Leo per questo altro ulteriore spunto, per l’essenzialità con cui ci date il messaggio, per la discrezione con cui ci state accanto. E grazie ancora a tutte le condivisioni, altrettanto preziose.
Un Abbraccio grande a tutti… a domani…e…Buon Volo:-)
Ciao a tutti,
grazie per quanto scrivete carissimi Roberto, Anna, Giampietro, Ida, Miranda Patrizia, Rossella. Che emozione quando scrivi “Ce ne ho messo di tempo per uscire dalle giustificazioni della mia sofferenza, dall’attaccamento persino a lei, per decidere di tagliare quella corda che mi lacerava i polsi e scavava solchi profondi nel cuore…. Sembrava impossibile, ma impossibile non è stato…”
Il tema di oggi era davvero tosto, una bella sfida e noi amiamo le sfide come questo ponte!.
Roberto, sì questo ponte carrabile è un po’ una follia ma è uno dei tratti di strada più affascinanti al mondo, si tratta dell’Atlanterhavsveien (“Strada sull’Oceano Atlantico”) che si trova in Norvegia.
Praticamente sembra di guidare nell’acqua e quando il mare è agitato le onde invadono la carreggiata. A voi è mai capitato di fare un sogno così? Di guidare e trovarvi con la strada invasa dalle onde?
Tornando al ponte (ponente ponte pi :-D) è strano così ad arco, collega in effetti due lembi di terra non tanto alti. Forse è più alto rispetto alla carreggiata perché i lembi di terra si alzavano a promontorio verso il mare, o forse per permettere alle navi grandi di passarci sotto (o forse solo un vezzo artistico…)
Adesso però non vi viziate.
Non conosciamo tutti ma proprio tutti i luoghi delle 99 Strade! 😉
Un abbraccio! 🙂
Ciao a tutti,scusate se i miei commenti giungono in ritardo,in questo periodo ho degli orari strani.
Sulla bellezza e stranezza della foto gli aggettivi da poter usare sono tantissimi e siamo ancora agli inizi.
Per quando riguarda la domanda ed il lavoro su noi stessi dico che nonostante i tempi appartengo alla categoria dei romantici e degli emotivi e l’unico grande attaccamento che mi riconosco in questo momento è quello verso mia madre.Sicuramente per sciogliere lacci e laccioli ci vuole un grande lavoro personale e non sempre ci si riesce.L’impegno che sento di poter prendere è quello di lasciare aperta
ogni possibilità… di CONDIVISIONE.salvatorecz
E’ difficile cimentarsi ogni giorno con un tema diverso che costringe la mente a ripiegarsi per un certo tempo sulle proprie riflessioni e meditare, meditare…., veramente difficile! Ma vediamo fin dove saremo capaci di arrivare. Sarà se non altro una prova che ci permetterà di misurare l’ampiezza della nostra intellettualità e la nostra capacità di approfondimento.
Il tema odierno è un invito a distaccarci dalle cose, materiali o altro, che legano la nostra azione al palo virtuale della inamovibilità, impedendo di fatto un movimento verso l’alto. E’ vero, spesso nella nostra vita siamo noi a creare questi pali e queste catene e ci compiaciamo di averne sempre di nuovi, indicatori di status e di possesso.
Ma questi attaccamenti ci rendono subdolamente schiavi, ci tolgono uno alla volta ciò che rimane della nostra libertà naturale. A volte rappresentano la testimonianza visibile di ciò che siamo stati capaci di creare o ottenere dalla nostra vita, da mostrare al mondo come per dire: ecco c’ero anch’io in mezzo a voi e questo è quello che ho saputo fare, e voi?
Io sono convinto che bisognerebbe essere attaccati solamente ai valori, etici e/o religiosi, a quei valori che ci consentono di vivere in perfetta assonanza con i nostri affini, e che si chiamano rispetto, amore, gentilezza, cortesia, buona educazione, empatia, compassione, sinonimi tutti di altruismo, donazione e generosità; tutte le altre cose che creano attaccamento il più delle volte sono prodotti dell’egoismo e idoli ingannatori, vane promesse di felicità sempre smentite dalla realtà. Qui mi fermo. Un ciao a tutti.
Ciao a tutti! Mi potete chiarire per favore cosa si intende, ESATTAMENTE, per attaccamento?
Perchè per come la vedo io nessuno sarebbe esente da questa cosa. Tutti siamo attaccati agli affetti, alle proprie cose, alle proprie convinzioni e via dicendo. Non ho ancora visto nessuno perdere qualcosa e non disperarsene. Certo ci sono vari livelli, chiaramente gli affetti stanno al 1 posto ma via via c’è tutto il resto.
Bella la foto, anche se il ponte mi sembra un poco ardito!
questa parola rappresenta il segreto della nostra esistenza. Quando riusciremo a svincolarci dall’attaccamento ai beni materiali e riusciremo a vivere di spiritualità allora anche le cose materiali, necessarie assolutamente, avranno per noi un altro significato e riusciremo ad averle senza rincorrerle
Gli attaccamenti più forti sono quelli legati agli affetti delle persone che ci sono vicini. In questi casi molte volte pensiamo che sia “Buono” preoccuparsi di un figlio o di un genitore o di un caro amico. Talvolta, si deve comprendere che ognuno ha un cammino da compiere e lasciare che ognuno lo compia. Molte volte ci capita che persone care stanno per compiere azioni poco felici e noi per “attaccamento” alla persona facciamo che non dovremo fare. Ci riuscirò un giorno? …………………….. spero di si
Personalmente sono troppo attaccata alle abitudini e alle credenze degli altri.
Troppo attaccata alle persone e alle cose che mi danno sicurezza. Faccio fatica ad uscire dal guscio….