
Il 25 aprile del 2015 il Nepal è stato funestato da un terribile terremoto che ha messo in ginocchio il paese, con migliaia di vittime, feriti, sfollati e un’infinità di bambini, donne e uomini senza cure mediche, cibo, vestiti ed un tetto sotto cui trovare riparo. Di fronte a tanta sofferenza non si può restare a guardare…
Per questo motivo ti segnaliamo che lo Sri Prema Sai Organization, Associazione Culturale che fa del servizio disinteressato a favore dell’Umanità una delle sue Mission principali, ha deciso di essere in prima linea, con amore e per amore, attivando una campagna di raccolta fondi e portando il proprio aiuto direttamente in Nepal, recandosi nel cuore della catastrofe, con dei volontari guidati da Luigi Ferrante, un uomo che in passato ha già guidato con abnegazione e spirito di sacrificio diverse missioni umanitarie, portando soccorso a migliaia di persone vittime di catastrofi naturali.
Ricordiamo ad esempio i violenti terremoti che hanno colpito il Gujarat nel 2001, il Kashmir nel 2005, e l’Emilia Romagna nel 2012, o le operazioni nel Tamil Nadu, per soccorrere le vittime del terribile Tsunami del 2004 nell’oceano Indiano o le attività in Kenya nel 2009, in aiuto del Centro Sherp per l’accoglienza di bambini diversamente abili ed abbandonati dalle loro famiglie.
Oggi la situazione in Nepal è gravissima, il sisma ha disintegrato migliaia di abitazioni, lasciando molte famiglie con lutti gravi, senza cibo né acqua, spesso abbandonati a loro stessi sul ciglio di una strada, con il terrore continuamente rinnovato dalle continue scosse di assestamento. Per avere un’idea della devastazione, si ricordi che il terremoto che ha raso al suolo L’Aquila nel 2009 era “soltanto” di magnitudo 6.3, mentre la scossa principale che ha colpito il Nepal ha avuto una magnitudo di 7.8. 😯 Moltissime costruzioni sono crollate, diversi uffici pubblici come scuole ed ospedali sono spariti o rimasti fortemente danneggiati, frane e rotture dell’asfalto hanno poi reso le strade impraticabili, isolando molte regioni. I numeri sono impressionanti, 35 distretti colpiti, 8000 morti, 20000 feriti e 3 milioni di terremotati e il bilancio sembra destinato fatalmente a crescere.
Il Nepal ha richiesto l’aiuto internazionale, ma il coordinamento dei soccorsi è difficoltoso ed è frenato dall’accesso difficoltoso al paese. L’aeroporto di Kathmandu, unico punto di approdo per i ponti aerei internazionali è intasato e l’unica pista disponibile mostra delle preoccupanti crepe che impongono delle limitazioni agli atterraggi dei mezzi più pesanti. Ovunque il caos e l’eterna macchina della burocrazia a complicare ulteriormente la situazione.

Di fronte a questa situazione non si poteva far finta di nulla e Luigi Ferrante, ancora una volta, ha deciso di mettersi in gioco in prima persona, guidato come sempre da un’incrollabile forza interiore, avventurandosi nelle regioni più impervie del Nepal alla testa di un manipolo di volenterosi, per portare cibo, acqua e medicinali, ed attivando contemporaneamente una raccolta fondi per gestire sia l’emergenza immediata che la fase di ricostruzione post-terremoto, pianificando da subito la ricostruzione di una scuola elementare.
Una raccolta fondi che deve trasformarsi in una gara di solidarietà, a cui tutti noi siamo chiamati a partecipare per testimoniare, ancora una volta, la forza del cuore e dei valori umani che ci contraddistingue come specie. Partito dall’India con alcuni camion carichi di medicinali, cibo ed acqua, Luigi ha attraversato il confine con il Nepal il 5 maggio e si reso subito conto della triste realtà: a 10 giorni dalla prima scossa, nulla era cambiato, solo pochi soccorsi avevano raggiunto le regioni più interne, quelle maggiormente colpite.
Le principali organizzazioni umanitarie si erano infatti concentrate nelle grandi città, Kathmandu in testa, ma nei distretti più a nord, nelle zone più remote e montuose, dove lunghe ore di viaggio e strade pesantemente colpite dal terremoto mettono a dura prova l’abilità degli autisti, i soccorsi arrivati erano pochissimi e i villaggi erano abbandonati a loro stessi. Per questo motivo Luigi ha deciso di portare il proprio soccorso nel distretto di Gorkha, a nord-ovest di Kathmandu, un territorio dalla geografia ostile, in piena catena montuosa dell’Himalaya, dove i villaggi si trovano fra 1500 e 1800 metri di altitudine.
“..oggi è stata una lunga giornata, ore e ore di viaggio attraverso le montagne del Nepal, per raggiungere queste persone e dare loro conforto e speranza… Mi rendo conto che è grande il sacrifico che viene chiesto, ma è grande la gioia nel vedere tornare il sorriso sui volti di questi bambini e dei loro genitori…”
Le abitazioni in questa regione sono povere e fragili, costituite da piccole costruzioni accatastate l’una sull’altra: purtroppo quando è arrivato il terremoto buona parte della popolazione era nelle proprie case che sono franate miseramente l’una sull’altra, seppellendo nelle macerie migliaia di persone. I nostri fratelli nepalesi ora non hanno più nulla e manca persino l’acqua potabile. I cigli delle strade sono divenuti alloggi temporanei a cielo aperto, dove una coperta al più, separa le persone dal freddo della notte. Ad ogni scossa di assestamento il terrore si rinnova nei superstiti, e nello sguardo dei bambini si legge tutto il dramma di un popolo ridotto allo stremo. Ovunque c’è dolore e disperazione e in molti piangono i propri cari ai piedi di grandi fosse comuni in cui il fuoco brucia ininterrottamente da giorni.

Nella desolazione generale di questo scenario, camion ed autocarri alle dipendenze dello Sri Prema Sai Organization si alternano facendo la spola fra la città e i villaggi: alcuni vanno a Kathmandu ad acquistare i mezzi di prima necessità ed altri tornano nei villaggi di Gorkha per distribuire cibo, medicinali ed acqua, affrontando un viaggio estenuante su strade fatte perlopiù in terra battuta, al limite dell’agibilità e che spesso franano sotto il peso delle ruote. Ora però le risorse economiche iniziano a scarseggiare e il prosieguo della missione umanitaria è a rischio…
Come se non bastasse, il 12 maggio un’altra potente scossa di terremoto, di magnitudo 7.3, ha seminato ancora morte e distruzione:
“…quando stavamo distribuendo il cibo alle famiglie e i biscotti ai piccoli, abbiamo sentito prima un forte boato accompagnato da un forte eco, poi osservando le case, già colpite duramente prima, le abbiamo viste ondeggiare e poi venire giù… in quel momento il panico ha preso il sopravvento, con urla, grida di dolore e pianto… Abbiamo abbandonato subito il nostro servizio di distribuzione cibo, e ci siamo messi anche noi a cercare bambini e anziani scavando a mani nude sotto le macerie …alcuni feriti, e soprattutto grande disperazione… Molti di loro sono stati fortunati, in quanto, nell’attesa che noi arrivavamo, erano tutti fuori dalle loro case ad attenderci, quindi, quando è arrivata la forte scossa, erano già fuori in salvo…! Una tragedia scampata. In quei momenti non si ha il tempo di pensare a se stessi, in quanto sei li per aiutare loro. Sono felice di essere qui in Nepal, tra queste persone, e soprattutto in questo momento più che mai, felice di svolgere il mio compito da essere umano e spirituale, servendo coloro che hanno bisogno di aiuto. Le mie mani al servizio dell’umanità… L’istinto e l’amore prevale su ogni cosa, più della mia vita. Col tempo, ho imparato che, la fede, così come l’amore, non passa attraverso la ragione…”
Purtroppo, ad oltre 20 giorni dalla prima devastante scossa di terremoto, la situazione non sembra migliorare, il denaro è praticamente finito e mentre le luci della ribalta internazionale sono puntate su Kathmandu, qui manca tutto e non si vede luce:
“…come farò ad andar via, a voltarmi sapendo che giro le spalle a questa povera gente? Come farò a dimenticare le lacrime di ringraziamento di un padre, solo per aver dato un po’ di cioccolata e di biscotti ai suoi figli?… Fosse pure per portare solo un po’ d’acqua, non posso abbandonarli… ”
I nostri fratelli nepalesi sono allo stremo, non hanno più nulla ma non possono abbandonare la propria terra, scavano e rovistano tra le proprie macerie, perché è tutto ciò che hanno. L’indifferenza del mondo rischia di pesare come un macigno sulla possibilità che questo popolo ha di risollevarsi.
“Credo che ciò di cui ha bisogno il mondo d’oggi, sono uomini di buona volontà, di azione e soprattutto d’amore, e non uomini di parole e formalità. Siamo tutti esseri straordinari, e se vogliamo, siamo in grado di fare cose straordinarie, e riuscire a stupire perfino Dio…”

Sopravvivere è un conto, ma vivere è un’altra cosa. Ben presto il mondo dimenticherà questa tragedia e quando la primissima emergenza sarà rientrata, quando l’attenzione dei media cesserà di tenere alto il livello d’attenzione per questa povera gente, allora verranno meno anche gli aiuti umanitari, ma non verranno meno le macerie e la distruzione, e con esse la necessità del popolo nepalese di risollevarsi.
Per questo motivo, Luigi Ferrante con lo Sri Prema Sai Organization, ha deciso di esserci anche nella fase di ricostruzione, impegnandosi nella realizzazione di una scuola elementare. E’ nei bambini infatti che si vede chiaramente la disperazione del momento, ed è da lì che si ha l’obbligo di ripartire. La ricostruzione del normale fluire della vita a partire da una scuola elementare è un segnale forte d’amore e di speranza, che deve seminare nel cuore dei nostri fratelli nepalesi la fiducia in un futuro migliore e la convinzione che anche nei momenti più bui, quando il dolore e l’angoscia attanagliano l’animo umano e non si vede luce in fondo al tunnel, non si è mai soli ed abbandonati a se stessi. Con un gesto d’amore verso i più piccoli sarà possibile riportare nel cuore dei nostri fratelli la speranza, e far ripartire un popolo, lasciandogli intravedere nuovamente la luce, per un nuovo tempo ed un nuovo avvenire.
Tutto questo però non sarà mai possibile senza l’aiuto di tutti. Per portare un soccorso efficace alla popolazione nepalese, abbiamo bisogno anche del tuo aiuto, da soli possiamo far poco, ma tutti insieme possiamo smuovere le montagne!
Noi ci siamo… ed anche tu, se vuoi, puoi esserci! Aiuta il popolo del Nepal effettuando una donazione e potrai essere sicuro che il tuo denaro verrà utilizzato subito ed interamente per un aiuto concreto alla popolazione, per acquistare i generi di prima necessità che Luigi, in una staffetta senza posa tra Kathmandu e i villaggi più sperduti, porterà direttamente nelle mani della popolazione terremotata.
“Ogni giorno è un miracolo… Quando vi è nell’individuo, una forte volontà di aiutare e di servire, i miracoli accadono… Credo che questa è l’unica disciplina spirituale a cui dovremo dedicarci. Un giorno mi è stato detto… non dimenticate che, perché ogni vostro sforzo vada a buon fine, è indispensabile l’Amore Universale (Prema)”

Senza il tuo aiuto non possiamo farcela, senza il tuo sostegno economico non possiamo aiutare i nostri fratelli nepalesi a superare questo duro momento né tantomeno pensare alla ricostruzione post-terremoto. Ti garantiamo che ogni euro che invierai verrà utilizzato SUBITO e DIRETTAMENTE in Nepal, per portare i soccorsi in questa prima fase, acquistando generi di prima necessità che andranno immediatamente nelle mani dei bisognosi e per ricostruire una scuola elementare nella fase successiva. Aiuta i bambini terremotati del Nepal! Potrai seguire l’evolvere della situazione sul sito internet dell’associazione, all’indirizzo www.sripremasaiorganization.org, in cui alcuni volontari aggiorneranno in tempo reale le notizie che via via Luigi invierà dal Nepal. Contiamo su di te! I nostri fratelli Nepalesi contano su di noi!
“Di fronte a tanta sofferenza e al grido di dolore dei nostri fratelli Nepalesi, noi abbiamo deciso di non restare a guardare, ma di agire subito!”
E tu? Puoi fare un versamento a favore di:
SRI PREMA SAI ORGANIZATION
Unicredit Banca, Ag. 00804, C.so Francia – Torino
IBAN: IT03B0200801004000103635617
BIC/SWIFT: UNCRITM1804
Causale: Aiuto alla popolazione terremotata del Nepal
Oppure, utilizza Paypal o la Carta di credito, cliccando sul pulsante qui sotto.
Noi di I FEEL GOOD non appena siamo venuti a conoscenza di questo progetto di Luigi, che conosciamo personalmente, ci siamo subito attivati. Se tutti dessero anche un piccolo contributo, insieme riusciremmo a fare molto. Grazie di cuore per l’aiuto! 🙂
Francesco per La Redazione
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