Siamo abituati a considerare dipendenze solo quelle relative all’uso di droghe, psicofarmaci, o forse un abuso di alcool…
Ma ci sono tanti tipi di dipendenze, alcune insospettabili. La realtà è che abbiamo l’illusione di avere il pieno controllo di noi stessi, quando siamo preda di droghe, fisiche e mentali (molte potremmo anche definirle sociali), che ci rendono schiavi.
La dipendenza è una vera e propria patologia che si insinua subdolamente nelle nostre vite.
Si inizia con una piccola mania, un gioco, un gadget, una rivista, uno stimolo mass mediatico, un cibo, una bevanda… che piano piano diventa ossessione e ti succhia via la vita, prendendo il controllo dei tuoi pensieri e dei tuoi comportamenti.
Per cui alla fine si finisce per agire in modo sensibilmente diverso, le persone iniziano a notare un certo cambiamento, e magari lo fanno anche notare.
Ma il più delle volte, indovina che succede?
Si nega a se stessi e agli altri che stia nascendo un problema fuori controllo! 😯
Esistono dipendenze da sostanze: quando si ingeriscono droghe, alcool, farmaci ma – attenzione – anche cibo! 😯
Mangiamo per riempire un vuoto, per noia, perché abbiamo bisogno di coccolarci, perché ci sentiamo soli, per farci del male…
In tutti questi casi mangiamo per cambiare stato, e usiamo il cibo – che sempre più spesso è junk food – solo perché non conosciamo altri modi per uscire da un’emozione sgradevole.
Senza dimenticare che alcuni cibi – come i latticini, la carne, il cacao, la caffeina, gli alcolici, i prodotti a base di farina e gli zuccheri – creano vere e proprie dipendenze biochimiche, come la cocaina.
Quando mangiamo questi alimenti ingeriamo sostanze che si trasformano in neutrasmettitori che ci fanno sentire bene (come il pane che aumenta la serotonina), che ci rilassano (come il formaggio che contiene caso-morfine), che ci fanno sentire forti (come carne e caffeina, che aumentano dopamina e adrenalina).
E oggi sappiamo che le dipendenze sono il trionfo della schiavitù emotiva… (Ne parliamo nell’Ebook “Intelligenza Emotiva Super” di prossima uscita nella Collana 100% Win Win di I Feel Good!)
Esistono poi dipendenze comportamentali che portano a un atteggiamento compulsivo: incapacità di fermarsi nello shopping, nei Social Media, o – stakanovisti occhio! – nel lavoro! 😯
Tutti i tipi di dipendenze hanno a che fare con il bisogno – spesso inconsapevole – di cambiare qualcosa nella propria vita o di riempire un certo tipo di vuoto che si sente.
Ecco una lista di 17 tipi di dipendenze che conviene tenere sott’occhio…
TIPI DI DIPENDENZE DA SOSTANZE
1) Droga – dipendenza da droghe, illegali o legali (come farmaci e psicofarmaci)
2) Alcool – dipendenza da bevande alcoliche o superalcolici
3) Sigarette – dipendenza dalla nicotina
4) Cibo – dipendenza alimentare
TIPI DI DIPENDENZE COMPORTAMENTALI
5) Gioco d’azzardo – dipendenza da slot machine, scommesse, lotterie, casinò
6) Sesso – dipendenza da rapporti sessuali compulsivi
7) Amore romantico – dipendenza dalle aspettative dell’Amore romantico
8) Ortoressia – dipendenza ossessiva dal controllo della presunta qualità del cibo
9) Codipendenza – dipendenza affettiva da un altro essere umano
10) Internet Addiction – dipendenza da Internet e dai Social Media
11) Videogiochi – dipendenza da videogiochi elettronici e mondi alternativi virtuali
12) Lavoro – dipendenza “workaholic“, sia per soldi che per evitare qualcosa
13) Porno – dipendenza dal guardare film, riviste, scene porno
14) Fitness – dipendenza da esercizio fisico estenuante, legato all’immagine di sè
15) Shopping – dipendenza dagli acquisti compulsivi
16) Tatuaggi – dipendenza dal tatuarsi tutto il corpo con simboli e disegni
17) Religione – dipendenza dall’osservanza ossessiva di riti e regole religiose.
Ci sono centinaia di altri tipi di dipendenza, alcuni sfociano in vere e proprie patologie del comportamento come l’Anoressia, la Bulimia, la Cleptomania o il Masochismo, ma ci siamo voluti soffermare su quelle più diffuse e apparentemente innocue.
Alcune dipendenze necessitano di una disintossicazione sotto stretto controllo medico, da altre invece è possibile uscire con l’aiuto di un Professionista e un Gruppo di sostegno, per altre ancora basta l’appoggio di familiari, colleghi ed amici…
Prendere coscienza della situazione e assumersene la piena responsabilità resta il primo imprescindibile passo per uscire da ogni forma di dipendenza: tutto inizia dal riconoscere il problema e chiedere aiuto.
Alla tua vita, libera e indipendente!
🙂
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Secondo me avete ragione
Buongiorno, io sono una persona religiosa e si le pratiche religiose portano piacere e gloria a Dio per questo, ma non distruggono nessuno a differenza delle altre dipendenze,ma anzi fanno del bene alla persona e contribuiscono a risanare le relazioni,motivo per cui mi sembra sbagliato e pregiudizievole mettere la religione in quella lista,mettendo in cattiva luce l’immensamente buono Gesù!
Buon pomeriggio Salvatore, grazie per il tuo commento, perché mi permette di chiarire un punto fondamentale, che forse nell’articolo non era così chiaro (anche perché il tema delle dipendenze è ampio e complesso!)
Se leggi con attenzione puoi notare che non abbiamo inserito genericamente “la religione” nei 17 tipi di dipendenze più comuni, ma “l’osservanza ossessiva di riti e regole religiose“, che è cosa ben diversa. Fermo restando che Gesù – per me come per chiunque abbia aperto un minimo il suo Cuore – è il Maestro dei Maestri, e che pur volendo nessuno potrebbe metterlo in cattiva luce (essendo Lui stesso la Luce! ;-)), il punto chiave qui è l’aggettivo “ossessivo“.
Qualsiasi pensiero o comportamento ossessivo – cioè esagerato, meccanico e incontrollato – è di per sé poco sano, e può diventare patologico. Ti faccio un esempio estremo: immagina una persona che non riesca a fare a meno di farsi il segno della croce ogni volta che riceve una notifica sul cellulare o che suona il telefono, perché pensa che sia uno strumento del maligno ma è costretto ad usarlo per lavoro… In questo caso il problema non è il segno della croce, ovviamente, ma il fatto che la persona non possa vivere senza ripetere questa ritualità più volte al giorno, se non vuole sentirsi male, anche in situazioni in cui non sarebbe il caso.
Molto diversa è la situazione di chi vive le sue pratiche religiose liberamente, nel momento giusto e in piena consapevolezza. Alla fine, il metro di valutazione è e resta sempre il “come” ci sentiamo davvero… Se in quello che facciamo ci sentiamo bene, a posto con noi stessi, centrati e nella gioia, è chiaro che il nostro comportamento non può essere definito “dipendenza”, che è una forma di schiavitù, ma piuttosto un’espressione di “libertà”!
Spero di averti chiarito cosa intendevo con quel 17° esempio.
Un caro saluto e alla prossima,
Leonardo 🙂