Durante la bella stagione in Italia facciamo molto spesso i pendolari… Saltiamo in auto e affrontiamo quasi 3 ore di viaggio per andare a Wangeland, a trovare il pezzo di bosco che abbiamo adottato, chiacchierare con i giovani alberi del FruttOliveto, e contare le pietre cadute dei vecchi casali che speriamo presto riusciremo a riconsolidare per costruire l’EcoVillaggio.
Fare questo bagno di Natura, in un posto lontano dalle rotte tradizionali, direi anche remoto e poco accessibile, aiuta a sintonizzarsi su un ritmo diverso, molto più slow, che consuona decisamente di più con quello di Fuerteventura che con la frenesia cittadina dell’hinterland romano.
La metropoli mi ha davvero stancato. Ormai penso che tu l’abbia capito! 😉
L’Avventura di Wangeland mi sta facendo capire tanto, e ho pensato di condividere una lista di insegnamenti che possano essere utili un po’ per tutti.
1) Ti riappropri dei Ritmi naturali
A parte un suggestivo campanile che suona 3 volte al giorno scadenzando i ritmi di lavoro, a Wangeland, con 2 pannelli solari e poca autonomia, possiamo solo lavorare di giorno e dormire di notte. Tertium non datur. Insomma tutto si blocca al tramonto, e andiamo a letto come le galline.
In città invece è facile rimbecillirsi davanti al PC o alla TV e non accorgersi minimamente che è arrivata la sera. La luce artificiale delle lampadine e degli schermi altera il ciclo veglia-sonno e la produzione di melatonina.
2) Ti senti parte del Tutto…
A Wangeland le querce parlano e sono abitate dagli Spiriti del luogo. Lo abbiamo percepito da subito, come se fossimo stati piccoli Hobbit al cospetto di un’Enta Consulta centenaria. Quella quercia che vedi nella foto è una delle più grandi che accoglie il visitatore all’arrivo all’EcoVillaggio. Ma non solo le querce, anche gli altri alberi, il prato, i sassi, il vento, tutto ci parla dell’unità e sacralità del tutto.
Una sensazione di connessione che non trovi certo in città… A che vuoi connetterti in città? Ai tralicci della luce che devastano il paesaggio? Ai cartelloni pubblicitari, alla sporcizia e alle nuvole di smog? 🙁
3) Accetti la forza della Natura
C’è poco da fare, la Natura reclama i suoi spazi. E ogni volta che rientriamo a Wangeland dopo qualche giorno di assenza andiamo in punta dei piedi in giro a vedere che cosa è cambiato. Può essere una scossa sismica che fa cadere i ruderi, una tromba d’aria che sposta le tende di legno e sparge i teli ovunque, una mandria di cavalli incustoditi che lascia impronte di fango nel frutteto o butta giù un pannello solare, un istrice che decide di tirare fuori tutti i bulbi dal terreno… Ovviamente ci sono anche tanti accadimenti piacevoli: gli alberi in fiore che si risvegliano dall’inverno, i ramarri verdi che ci vengono a salutare, l’invasione notturna di lucciole…
In campagna il cambiamento è forse più evidente, ma la nostra illusione di stasi cittadina è solo – appunto – un’illusione – che non ci prepara ad una legge fondamentale della vita: Pánta rêi (πάντα ῥεῖ) – Tutto scorre.
4) Impari a non dare troppa Importanza…
E quando accade qualcosa di inaspettato… Si impara a non gravare di troppa importanza questi avvenimenti. Come insegna Vadim Zeland, l’importanza è una gran brutta bestia, un mostro che rovina la vita… E poi chi può dire se sia meglio o peggio che uno dei 3 casali stia crollando? Magari con il prossimo bando riusciamo anche a spostarlo e non dovremo pagare la demolizione. La vita a Wangeland ci insegna il non attaccamento. Tutto sta andando per il meglio e in qualche modo riusciremo a creare questo Ecovillaggio nel Grande Bosco.
E pensare che in città c’è così tanta tensione: si è pronti ad aggredire con clacson e improperi la persona in macchina davanti a noi che non parta come un razzo non appena scatta il semaforo!
Domani ti racconto altre 4 lezioni che sto imparando all’Ecovillaggio!
Pace e Amore!
🙂
Viviana Taccione
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